Feudi di San Gregorio adotta la sostenibilità «certificata» B Corp
La società irpina ha adottato un contratto di filiera con 300 coltivatori, utilizza fonti energetiche alternative e tutela i territori
di Vera Viola
3' di lettura
certificazione B Corp per Feudi di San Gregorio, l’azienda vitivinicola leader del Sud Italia e uno dei principali marchi del vino italiano.
Il riconoscimento misura e premia le imprese sulla base delle loro performance sociali e ambientali, di trasparenza e responsabilità. In altre parole, seleziona quelle che si impegnano a generare un impatto positivo verso i dipendenti, la comunità di riferimento e l'ambiente e le valuta con rigore: su oltre 200.000 aziende ad oggi misurate, solo il 3% ha soddisfatto i requisiti stabiliti da B-Lab, ente internazionale che conferisce la certificazione. In Italia, le aziende B Corp sono circa 150.
«Il raggiungimento della certificazione B Corp rappresenta un grande incoraggiamento per continuare a lavorare in diverse direzioni – commenta Antonio Capaldo, presidente di Feudi di San Gregorio – nel rispetto dei nostri fornitori e dei nostri clienti, del nostro lavoro quotidiano e degli obiettivi economici e sociali dell’azienda. È anche il riconoscimento del nostro impegno per un’azione sostenibile, in termini ambientali, sociali ed economici, cercando di preservare la bellezza del territorio e l’integrità della comunità al fine di lasciare un mondo migliore di quello che abbiamo trovato».
L’azienda ha sviluppato diversi progetti negli ultimi anni. Consuma solo energia da fonti rinnovabili, assicura ai propri dipendenti welfare, formazione. Ha introdotto numerose donne nelle prime file aziendali. Inoltre, investe sulla sostenibilità del packaging («usiamo carta riciclata e poco legno», precisa Capaldo), etichette e tappi solo biodegradabili. È allo studio un’ipotesi di utilizzo del vetro a rendere.
Altro aspetto su cui si misura la sostenibilità è il rapporto con la filiera. Feudi produce nelle proprie vigne il 65% delle uve che utilizza e ne acquista il rimanente 35% da circa 300 piccoli produttori locali. Con questi è stata costituita una filiera: i rapporti di fornitura sono regolati da contratti pluriennali che indicano il prezzo, fissano tecniche di produzione che puntano alla qualità del prodotto e alla tu+tela delle vigne: Aglianico, Greco, Fiano, Falanghina i vini irpini.
Oggi l’azienda irpina ha quarant’anni: Feudi San Gregorio viene fondata nel 1986 per iniziativa di due rami della stessa famiglia: Capaldo ed Ercolino. Allora la società possedeva 30 ettari di terreno e produceva 100mila bottiglie.Oggi Feudi produce circa 3 milioni di bottiglie lavorando su 300 ettari di vigneto articolati in oltre 800 particelle. È la prima azienda vinicola del Sud Italia, con oltre 30 milioni di fatturato e un export che copre oltre 50 Paesi nel mondo. il 74% della produzione è venduto in Italia. Ma adesso si punta dritto all’estero: dopo l’apertura di una sede in Germania ce ne è in programma una negli Usa. Feudi è parte di un gruppo più ampio di cantine (di cui fanno parte Campo alle Comete a Bolgheri; Basilisco, cantina biologica nel Vulture; DUBL, la linea di spumanti metodo classico da varietà autoctone campane) accumunate dai medesimi valori: produrre vini di eccellente qualità nel rispetto del territorio di appartenenza e sotto il family brand Tenute Capaldo.
Antonio è il figlio del fondatore, Pellegrino, professore a La Sapienza e banchiere. Anche Antonio dopo una esperienza di dieci anni nel mondo della finanza, come consulente di grandi imprese come Lazard e McKinsey, dal 2009 ritorna in Irpinia e decide di occuparsi esclusivamente di Feudi. «Siamo cresciuti velocemente – ricorda Antonio – sin dall’inizio ci ha guidato la scelta di privilegiare la qualità. A questo scopo ci siamo rivolti da subito a un agronomo esperto come Pierpaolo Sirca. E abbiamo reso la confezione del vino un prodotto di design e di valore, grazie alla collaborazione con Massimo Vignelli.
Ora l’azienda irpina ha pronto un piano di investimenti da 25 milioni. Buona parte andrà al vigneto: saranno piantati 100 ettari a vigna tra l’Irpinia e Bolgheri. Circa 5 milioni saranno destinati all’ampliamento della cantina, allo scopo di fare spazio allo spumante DUBLE che in cinque anni sarà prodotto in quantità più che raddoppiata (da 150mila a 350mila bottiglie). Tre milioni saranno dedicati a incrementare l’attività complementare di enoturismo, ancora in energie alternative e una quota andrà all’arte e alla Fondazione San Gennaro, quella che gestisce le Catacombe di Napoli. «Nei prossimi anni – continua Capaldo – punteremo a rafforzarci ulteriormente, creando interdipendenze sempre più forti con i nostri fornitori e i nostri clienti. In particolare, presenteremo una nuova iniziativa a sostegno della Fondazione San Gennaro, lavoreremo sul recupero energetico di tutti gli scarti di lavorazione e renderemo l’orto del nostro ristorante Marennà un luogo centrale nella nostra accoglienza per tutte le famiglie. Nel periodo di Natale, inoltre, grazie anche alla collaborazione con la GDO, renderemo partecipi i consumatori del nostro percorso di sostenibilità, proponendo confezioni in carta, invece che in legno, sulle quali racconteremo le nostre idee e azioni».
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