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Fiat Uno, compie 40 anni l’auto simbolo del made in Italy degli Ottanta

Nata in un periodo di grande evoluzione sociale e tecnologica, la Uno ha ottenuto un successo immediato che ha premesso alla casa torinese di uscire dalle difficoltà in cui era entrata negli anni Settanta.

di Massimo Mambretti

6' di lettura

Lanciata nell’orbita del successo con un reveal nel centro spaziale di Cape Canaveral negli Stati Uniti, la Uno non è solo un modello che ha aggiunto un importante capitolo nella storia della Fiat ma anche una protagonista di un’epoca di trasformazioni sociali, economiche e tecnologiche. Quando debutta all’inizio del 1983, l’evoluzione era percepibile ovunque. In Italia si respirava la voglia di lasciarsi alle spalle un periodo di lotte sociali, terrorismo e di incertezze economiche, ma tanti fattori proiettavano verso quegli anni Ottanta in cui percentuali di benessere sarebbero piovute un po’ su tutti. E da questo punto di vista la Uno ha fatto la sua parte, perché il suo immediato successo è ricaduto altrettanto velocemente sulla sua filiera automotive. Lo testimonia la produzione che dopo solo ventiquattro mesi raggiunge il milione di unità, davvero notevole per l’epoca. Un successo frutto di ingegnose ispirazioni, alcune delle quali si ritrovano persino su auto di oggi, amalgamate da tile, tecnologie per l’epoca all’avanguardia, funzionalità, equipaggiamenti, comportamento, confort e gamma arricchita in fretta da tante versioni. Una ricetta continuamente aggiornata con cui la produzione totale arriva a nove milioni e mezzo di esemplari quando la Uno esce di scena dopo dodici anni, dopo esseri confrontata con una concorrenza sempre più numerosa.

Fiat Uno, progettata all’insegna dell’innovazione

Pochi giorni prima del battesimo nella base della Nasa e della presentazione itinerante della Uno in mezza Florida, il progetto statunitense universitario e governativo ARPAnet acquisisce il protocollo Tcp/Ip: è l’atto di nascita di Internet anche se non è ancora stato sviluppato il Web, ma la base tecnica è pronta per la più grande rivoluzione della fine del secolo scorso. Forse basta già questo fatto per descrivere come il periodo fosse effervescente, ma ridimensionando il discorso al modello con cui la Fiat sostituì la 127 va aggiunto che la robotica stava entrando nelle fabbriche. Un elemento non di poco conto, perché la Uno fu il frutto di un ingente sforzo finanziario: cinque anni tra studio e progettazione con uno stanziamento di circa 1.000 miliardi di lire. L’investimento più importante effettuato dalla Fiat fino ad allora e destinato anche all’impiego, per la prima volta, di robot per l’assemblaggio e la verniciatura negli stabilimenti di Rivalta e Mirafiori, dove l’introduzione della meccanizzazione migliora l’uniformità e la qualità della produzione, oltre che la vita di chi ci lavora. 

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Fiat Uno, concepita per essere una Lancia con una linea innovativa

La storia della Uno parte dall’abbandono del progetto di un’utilitaria disegnata da Giorgietto Giugiaro che doveva sostituire la Lancia A112. Poi, vicissitudini interne e necessità di razionalizzare gli investimenti del gruppo Fiat proiettano il progetto pressoché inalterato nel brand capogruppo. La linea della Uno è frutto di un design pulito, le porte e il portellone sono avvolgenti, la silhouette evidenzia cofano e parabrezza su cui campeggia un singolo tergicristallo sono molto inclinati e assieme all’assenza dei gocciolatoi sul padiglione contribuiscono a determinare un Cx di 0,34, per l’epoca molto vantaggioso per il contenimento del consumo come suggeriva la crisi petrolifera degli anni Settanta. Altro punto di forza della Uno è la razionalità con cui il progetto determina un’abitabilità fuori dal comune per un’auto lunga 3,64 metri, dovuta sia al passo di 2,36 metri impresso dalle ruote quasi agli angoli della carrozzeria, dalla larghezza di 1,55 metri e dall’altezza di 1,43 metri oggi, persino, non lontana da quella di alcuni suv, oltre che dal motore disposto trasversalmente e dalle sospensioni posteriori a bracci longitudinali interconnessi con molle e ammortizzatori separati per non sottrarre spazio all’interno.

Un’architettura determinante sia per il confort elevato sia per il comportamento della Uno, che le riviste specializzate non esitano a definire ottimo e affidabile anche nelle situazioni di emergenza come era già emerso dai giudizi della presentazione americana. Una prova di forza immane per i tempi tanto da creare molte ansie nell’apparato della Fiat. In particolare, in chi curava il parco auto dell’evento che, avendo a che fare quotidianamente con i tempi della burocrazia italiana, si recò ben in anticipo negli Stati Uniti per capire come dovesse muoversi per immatricolare le vetture temporaneamente. Ritornò in Italia sorpreso e al tempo stesso sollevato perché, spiegato il caso, si sentì dire che se aveva già i documenti di origine quelle decine di targhe sarebbero state pronte verso sera!

Fiat Uno, presentata tra i missili ma i satelliti li ha dentro

L’interior design non è meno all’avanguardia rispetto a quello dell’esterno. Lo stile lineare dell’arredamento integra una plancia poco invasiva che sorregge una mensola a tutta larghezza su cui scorre il posacenere (idea ereditata dalla Panda) e il cruscotto affollato da spie luminose (che alla prova dei fatti non sempre sincere nel fornire indicazioni) attorniato da satelliti con gli interruttori dei servizi di bordo che si azionano senza staccare le mani dal volante. La presentazione dell’ambiente sebbene basata su rivestimenti plastici (dopo un po’ di tempo fonte di qualche rumorosità) è fuori dagli schemi per un’utilitaria dell’epoca ed è frutto dell’idea che la Uno dovesse essere una sfiziosa Lancia. Da questo presupposto arrivano anche accessori inusuali per la categoria (di serie o a richiesta) fra cui alzacristalli elettrici, chiusura centralizzata, divano posteriore con schienale regolabile e persino sedile guida con seduta che varia un po’ anche l’inclinazione/altezza in base alla posizione, predisposizione per l’autoradio anche con vani per gli altoparlanti e altro ancora.

Fiat Uno, le foto delle versioni della rivoluzionaria utilitaria

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Fiat Uno, due tipi di carrozzeria e versioni per ogni gusto

Questi fattori sono comune alle due varianti di carrozzeria: a tre e a cinque porte proposte inizialmente negli allestimenti base, S ed Es. La Uno debutta con le versioni 45 spinta da un motore di 903 cc da 45 cavalli, con distribuzione ad aste e bilancieri, 55 mossa da un’unità di 1,1 litri con 55 cavalli monoalbero al pari di quello di 1,3 litri da 70 cavalli della 70. La Es è una delle prime auto green della storia. Infatti, punta a offrire consumi contenuti con specifici manovellismi interni del motore 903, accensione elettronica, cut-off per l’alimentazione, cambio con rapporti lunghi, indicatore che suggerisce quando cambiare marcia, copriruota e deflettori sulle porte aerodinamici. In seguito, oltre ai moderni motori della famiglia Fire composti da ben meno pezzi rispetto a tutti quelli al tempo in circolazione e tanti altri allestimenti e versioni commerciali, la Uno adotta motori a gasolio aspirati e turbo, il cambio automatico a variazione continua del rapporto e propone la sportiva Turbo i.e. con 105 cavalli che pesa solo 895 kg. Di fatto, è la prima “gittì” italiana e per fare vedere cosa è in grado di fare viene presentata facendo sfidare i giornalisti in pista a Jacarepaguà, in Brasile, prima del Gran Premio di Formula 1 del 1985. Un altro veneto fuori dalla norma che mobilità, uomini, risorse ancora aerie Jumbo per lo spostamento di invitati e auto. Ovviamente, la Turbo i.e. diventa subito il sogno dei giovani che amano guidare e le prestazioni, perché tocca i all’ora e raggiunge i 100 orari in 8”1. Oggi, una youngtimer quasi introvabile le cui quotazioni, secondo lo stato, spaziano da 19.000 fino a 40.000 euro, mentre per togliersi lo sfizio nostalgico di Uno normali possono bastare 3.000 euro.

Fiat Uno, ha anche influito sul linguaggio

All’evoluzione tecnologica la Uno abbina quella della comunicazione. Infatti, il lancio è sostenuto da campagna pubblicitaria incentrata su spot creati con curiosi cartoni animati firmati dal vignettista Forattini, in cui nascono termini che diventano d’uso corrente per molti anni. La Uno è disegnata con le sembianze di un elefantino su ruote che si trasforma per evidenziare le caratteristiche peculiari dell’auto. Nascono così i neologismi: comodosa con l’elefantino a forma di poltrona, sciccosa con l’elefantino che indossa frac e cilindro, risparmiosa quando diventa un salvadanaio e, infine, scattosa con il pachiderma che scatta veloce.

Fiat Uno, una delle prime world car

Nel 1989 al Salone di Francoforte viene presentata la seconda serie. Poche modifiche estetiche riguardano i fari, la calandra e le luci., mentre più profonde sono le novità meccaniche con il rinnovamento dei motori che derivavano dalla Ritmo. Ora appartengono ormai tutti alla famiglia Fire. La Uno Turbo i.e. cresce di cilindrata e potenza: 1.372 cc per 116 cavalli che scendono a 111 cavalli nella versione con catalizzatore. La produzione della Uno negli stabilimenti italiani termina nel 1995 dopo circa 6 milioni di esemplari costruiti in dodici anni e quando la Uno dopo averla un po’affiancata passa definitivamente il testimone alla Punto. Non termina, invece, la produzione estera che vede impegnati gli stabilimenti in Brasile, dove viene sin dal 1984 prodotta la robusta Uno Cs, importata anche in Italia dal 1988 e poi sostituita dalle versioni marchiate Innocenti anche con carrozzeria station wagon fino al 1997. Poi, le eredi della prima Uno restano in produzione per i mercati locali fino al 2014 un po’ in tutto il mondo attraverso accordi con produttori locali e altri marchi: dalla Jugoslavia alla Polonia ma anche in Marocco, Turchia, India, Pakistan, Filippine e Sud Africa

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