Fileni investe 100 milioni in 3 anni e punta sul pet food bio. Export boom in Germania
Acquisite Bioalleva e Tedaldi. I ricavi hanno raggiunto quota 500 milioni ed è stata ottenuta la certificazione B-Corp
di Silvia Marzialetti
2' di lettura
Cento milioni di investimenti nel prossimo triennio, un progetto pronto nel 2023 per debuttare nella produzione di farine destinate al cibo biologico per animali e un export in forte crescita. È una fase di grande fermento in casa Fileni, gruppo agro alimentare marchigiano, terzo player nazionale nel settore delle carni avicole e primo produttore di carni avicole bio in Italia e in Europa, che ha chiuso il 2021 con un fatturato superiore ai 500 milioni. L’azienda ha da poco acquisito il 100% di Bioalleva, azienda di Oppeano (Verona) specializzata nella produzione di carni e salumi provenienti da agricoltura biologica certificata e di Tedaldi, produttrice di uova biologiche.
Roberta Fileni, la vice presidente, spiega come saranno declinati i 100 milioni di euro di investimenti nel prossimo triennio. «Puntiamo sul rafforzamento della filiera zootecnica, con focus sul biologico, per incrementare la capacità produttiva, rafforzando il benessere animale e riducendo l’impatto ambientale». Ricerca, sviluppo e trasformazione digitale al servizio di un business in crescita «rappresentano il secondo asset del piano che – puntualizza la figlia del fondatore, Giovanni Fileni – intende ottimizzare la fase di trasformazione della filiera». In questo progetto rientra anche il rendering per la produzione di farine destinate al pet food bio, mercato in fortissima espansione.
Sette stabilimenti produttivi, 300 allevamenti, 1.850 dipendenti (il 50% della manodopera è femminile e la forza lavoro è rappresentata per il 40% da persone straniere) il gruppo – molto attivo in Grecia, Paesi Bassi, Danimarca, Spagna – ha registrato un exploit delle esportazioni verso la Germania del 70%, sull’onda del trend salutista innescato dalla pandemia. «Erano anni che bussavamo alla porta del mercato tedesco, a tratti inespugnabile, perché presidiato dai produttori locali – spiega Andrea Pascucci, export manager dell’azienda – . Soltanto cinque mesi dopo la pandemia, la gdo tedesca è venuta a cercarci».
Dal 13 gennaio l’azienda è diventata B-Corp. «In Italia siamo solo 140 ad aver ottenuto questo riconoscimento», spiega Simone Santini direttore generale e Cco . «I target ambientali – commenta – sono rappresentati da carbon neutrality, messa al bando degli antibiotici dagli allevamenti, mangimi non Ogm, packaging riciclabile: vogliamo essere un brand attivista e protagonisti di un cambiamento concreto che coinvolga sempre più i nostri sostenitori».
L’imprinting arriva dal fondatore e presidente, Giovanni Fileni, padre di Roberta e Massimo (l’altro vice-presidente). Ex meccanico, volitivo e visionario, racconta a Il Sole 24 Ore: «Quando ho cominciato con i primi cinquanta polli, nel 1965, ho capito che bisognava proporre di qualcosa di diverso».
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