Filiale o web? I rischi e i vantaggi sui pagamenti
di Vitaliano D'Angerio
4' di lettura
Pagare online utilizzando il proprio conto corrente in modo rapido, sicuro e a costi modici. Il sogno di milioni di consumatori-correntisti potrebbe concretizzarsi grazie alla Psd2, terribile sigla inglese che cela la nuova direttiva Ue sui servizi di pagamento (Payment services directive, vedi anche glossario in pagina). Il provvedimento entra in vigore ma solo per la parte della trasparenza, per le franchigie e i tetti sulle commissioni: per vedere in campo i concorrenti delle banche in questo settore, bisognerà attendere metà 2019 visto che è necessario mettere a regime tutta l’infrastruttura tecnologica e della sicurezza.
«L’autorizzazione del cliente-correntista farà scattare l’obbligo per le banche di mettere a disposizione le informazioni sui conti correnti ai nuovi fornitori di servizi a pagamento (Pisp) o agli aggregatori di dati (Aisp) – sottolinea Marco Folcia, partner di PwC in Italia ed esperto del settore –. I dati di cui si occupa la Psd2 riguardano soltanto i c/c. Sono escluse invece le informazioni sul deposito titoli come avviene invece negli Stati Uniti».
Meglio c/c online o «fisico»?
Sarà dura convincere milioni di consumatori-correntisti che, quando acquistano in rete, temono sempre di cedere all’hacker di turno il numero della propria carta di credito. Tra l’altro non sono preoccupazioni infondate visto il recente allarme per i virus Spectre e Meltdown che stanno infettando direttamente i microchip dei computer in tutto il mondo e contro i quali ancora non sono state trovate adeguate contromisure. Qualche correntista comincia a rimpiangere il conto «fisico» e la tradizionale agenzia, ribellandosi per la chiusura dell’unico sportello in paese come avvenuto per esempio a Caldana, in provincia di Grosseto, dove c’è stata una sollevazione di popolo dopo la decisione di Mps di spostare di qualche chilometro la filiale.
registro elettronico, doppio clic
Sarà necessario allora rassicurare i consumatori prima di chiedere l’autorizzazione a nuovi servizi di pagamento forniti da attori diversi dalla tradizionale banca. «Ci sarà un registro elettronico gestito dall’Eba, l’authority bancaria europea, a cui devono essere iscritti tutti i Pisp e gli Aisp che intendono lavorare nella Ue – spiega Folcia –. A quel punto, quando il consumatore effettua l’acquisto, la banca che riceve la disposizione dal Pisp verificherà se quest’ultimo è iscritto nel registro elettronico. E soltanto dopo darà il via libera alla transazione. È una procedura elettronica assimilabile a quella prevista per i bancomat».
C’è però l’hacker che può rubare le credenziali del cliente-correntista. Per contrastare tale minaccia, l’Eba ha chiesto la «doppia autorizzazione». Non basterà la password ma, quando verrà avviata un’operazione sul conto, sarà necessaria un’ulteriore autenticazione che avverrà con una chiavetta (token) o con l’impronta digitale o anche con un Pin.
franchigia e commissioni
Nei prossimi 18 mesi verrà dunque creata la struttura tecnologica. Nel frattempo saranno già in vigore un po’ di norme che agevolano i clienti. Scende da 150 a 50 euro la franchigia sulle operazioni non autorizzate per carte smarrite o rubate: la banca dovrà rimborsare entro il giorno successivo, salvo poi provare la grave negligenza o la frode del cliente o del prestatore di servizi di pagamento (Pisp).
Inoltre per i pagamenti tramite carta di debito e prepagata la commissione interbancaria per ogni operazione di pagamento non potrà essere superiore allo 0,2% del valore dell’operazione stessa. Per le carte di credito, la commissione interbancaria non potrà invece superare lo 0,3% del valore dell’operazione. Infine nella nuova normativa viene inserito il «divieto di surcharge» che impedirà a banche e prestatori di servizi a pagamento di applicare commissioni aggiuntive per i pagamenti effettuati con carta.
Frodi informatiche, il decalogo Abi
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