«Paradise», un curioso film italiano dal taglio surreale
Arriva nelle sale il divertente lungometraggio di Davide Del Degan. Tra le novità anche «Lasciami andare» con Stefano Accorsi e «Greenland» con Gerard Butler
di Andrea Chimento
3' di lettura
Il cinema italiano è protagonista del weekend in sala con «Paradise – Una nuova vita» di Davide Del Degan, un film decisamente curioso e anticonvenzionale.
Al centro della vicenda c'è Calogero, venditore di granite siciliano che assiste a un omicidio di mafia e decide di testimoniare. Così, in base al programma protezione testimoni, viene mandato in Friuli, in un paese di persone ospitali con cui però fatica a entrare in sintonia. Ma il killer contro cui ha testimoniato, per un errore amministrativo, è stato trasferito nella stessa località, sotto falso nome.
Si tratta dell'opera prima di finzione di Del Degan, triestino classe 1968, che si era fatto conoscere per il documentario «L'ultima spiaggia» del 2016, diretto insieme a Thanos Anastopoulos.
Presentato al Torino Film Festival 2019, «Paradise» è un film che colpisce per i suoi continui cambi di registro e per l'impossibilità di etichettarlo: all'interno della visione si mescolano la commedia e il noir, con momenti tragicomici e altri decisamente surreali.C'è senz'altro qualche ingenuità in questo piccolo prodotto di buon cuore, soprattutto a causa di un ritmo un po' in calo nella seconda parte e di alcuni passaggi eccessivamente stereotipati, ma l'attenzione per la vicenda non cala mai e la messa in scena di Del Degan, semplice ma efficace, dimostra molta più maturità della maggior parte delle opere prime di casa nostra.
Bisogna stare un po' al gioco per apprezzarlo, ma ci sono guizzi davvero interessanti e un'idea di cinema indubbiamente originale.
Lasciami andare
Meno riuscito è un altro film italiano in uscita, «Lasciami andare» di Stefano Mordini con Stefano Accorsi.Il famoso attore interpreta Marco, un uomo che, insieme alla sua compagna Anita, è in attesa della nascita di un bambino. Il lieto evento è per lui motivo di grande gioia, soprattutto dopo la tragedia vissuta con la prima moglie: i due hanno perso un figlio a causa di un incidente e, in seguito, hanno divorziato abbandonando la casa in cui vivevano. In quel vecchio appartamento, però, ora vive una donna che torna a contattarli per dare loro un'inquietante notizia: la nuova proprietaria avverte infatti una misteriosa presenza che alberga tra quelle mura.
Scelto come titolo di chiusura dell'ultima Mostra di Venezia, «Lasciami andare» è un lungometraggio cupo e drammatico, incentrato sul tema dell'elaborazione del lutto e della necessità di “lasciar andare” i fantasmi del proprio passato.Le intenzioni sarebbero suggestive, ma le premesse subiscono una frenata molto presto, complice, in particolare, una sceneggiatura che non sa bene dove andare a parare, soprattutto nella seconda parte.
Gli attori sembrano crederci poco, il coinvolgimento è basso e si finisce per disinteressarsi presto a quanto viene mostrato sullo schermo.
Greenland
Infine, una menzione anche per il blockbuster catastrofico «Greenland» con Gerard Butler.I frammenti di una cometa diventeranno una gravissima minaccia per l'umanità, ma il film si concentra soprattutto su una famiglia che cerca di riunirsi in questa situazione estremamente drammatica: in un clima di panico e confusione, il protagonista cercherà di portare sua moglie e suo figlio verso l'unico posto sicuro, in una vera e propria lotta contro il tempo.
Fin dalla trama di partenza non c'è niente di molto nuovo in questo prodotto che sa di già visto e non riesce mai a proporre qualcosa di realmente profondo e interessante durante le sue circa due ore di durata.Il regista Ric Roman Waugh aveva già dimostrato scarsa vena creativa con «La fratellanza» e il terzo capitolo della saga di «Attacco al potere», sempre con Butler protagonista, e anche in questo caso si conferma un autore mediocre del cinema d'azione americano, incapace di lasciare una traccia personale all'interno dei suoi lavori.
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