«Il concorso» e «Pieces of a Woman», film al femminile per iniziare il nuovo anno
Tra le novità in streaming il nuovo lungometraggio con Keira Knightley, ispirato a una storia vera, e l'ultimo lavoro di Kornél Mondruczó
di Andrea Chimento
3' di lettura
Un momento storico da non dimenticare: è quello al centro de «Il concorso», film arrivato su diverse piattaforme, che racconta un evento fondamentale per il movimento femminista d'inizio anni 70.
A Londra si svolse, nel 1970, il concorso di Miss Mondo, che vide tra i presentatori anche un certo Bob Hope. L'attivista per i diritti delle donne Sally Alexander si trova coinvolta nel circo mediatico scatenato dalla competizione: un concorso che Sally disapprova e che ben presto decide di osteggiare in prima persona attraverso picchetti, manifestazioni di dissenso e proteste di vario genere. E ci sarà anche lo stesso Bob Hope tra i principali bersagli di Sally e del suo gruppo di attiviste.
Un soggetto importante
Diretto da Philippa Lowthorpe, il film ha dalla sua un soggetto davvero importante e interessante: grazie all'accostamento tra la competizione di Miss Mondo e una tappa fondamentale della nascita del movimento femminista, «Il concorso» (il titolo originale «Misbehaviour» però è più incisivo) crea un cortocircuito di grandissima forza drammaturgica.Si tratta infatti di una storia vera che il film contribuirà a far conoscere e ricordare, tanto che è proprio questo uno dei suoi massimi pregi.Quando la pellicola si attiene a raccontare la cronaca dei fatti centra il bersaglio, risultando coinvolgente e dotata di un buon ritmo dall'inizio alla fine; meno appassionante è invece quando affronta le vicende individuali dei vari personaggi in scena, che purtroppo non sono approfonditi a dovere.
La confezione è scolastica
Pochi guizzi sono anche in una confezione decisamente scolastica e in troppi passaggi drammaturgici eccessivamente didascalici. Ciò che conta in questo film, come detto, è il soggetto di partenza e la cronaca di ciò che è successo, ma oltre a questi spunti (svolti egregiamente) non c'è molto altro da ricordare in questo lungometraggio che gioca spesso sul sicuro, come quando accosta i volti delle attrici a quelli delle vere protagoniste della vicenda. Un finale un po' scontato, per un film altalenante, che fa il suo dovere senza però sforzarsi troppo.Nel cast ci sono Keira Knightley, Jesse Buckley, Rhys Ifans, Lesley Manville e Greg Kinnear, con quest'ultimo che veste i panni di Bob Hope.
Pieces of a Woman
Tra le novità più attese su Netflix di questo inizio del 2021, c'è indubbiamente «Pieces of a Woman», esordio in lingua inglese del regista ungherese Kornél Mondruczó.Al centro della trama c'è una giovane coppia che sta aspettando la nascita della prima figlia. Al momento del parto, però, le cose non andranno per il verso giusto.Il regista ha sottolineato come questo film, realizzato insieme alla moglie, sia un modo per condividere con il pubblico un'esperienza molto personale, come se questa pellicola fosse una vera e propria cura per il dolore.In effetti non mancano momenti emotivamente coinvolgenti e nella prima parte si sviluppano diversi spunti di riflessione: peccato però che, col passare dei minuti, ci si accorga presto di quanto il simbolismo del film sia elementare (dai semi che possono generare nuovi frutti ai ponti da distruggere e ricostruire) e di quanto tantissime scelte narrative siano furbe e ricattatorie.
Autocompiaciuto
La sensazione, ancora una volta, è che lo sguardo di Mondruczó sia spesso autocompiaciuto (i lunghissimi piani-sequenza pensati per dimostrare il suo virtuosismo, in primis) e che questo regista sia decisamente sopravvalutato: tra i suoi film precedenti i più noti sono «White God» e «Una luna chiamata Europa», che soffrono degli stessi limiti. Fortunatamente per il regista, in «Pieces of a Woman» il cast rialza un po' le sorti del film: i duetti tra Vanessa Kirby e Ellen Burstyn, in particolare, sono davvero notevoli e sono senza dubbio la cosa migliore dell'intera operazione.
Vanessa Kirby per questa prova si è meritata la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile, che le è stata tributata alla Mostra di Venezia 2020.
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