I FILM DEL FINE SETTIMANA

«Varda by Agnès», autoritratto dell'indimenticabile regista

Questa settimana è arrivata nelle sale l'ultima opera di Agnès Varda, grande autrice simbolo della Nouvelle Vague, scomparsa lo scorso anno

di Andrea Chimento

2' di lettura

Un grande film è il protagonista della settimana nelle sale: si tratta del bellissimo «Varda by Agnès», ultimo lavoro di Agnès Varda, arrivato nei cinema grazie alla Cineteca di Bologna.
La straordinaria regista, nata in Belgio nel 1928 e scomparsa lo scorso anno, ci ha lasciato un vero e proprio testamento artistico, una sorta di intimo (auto)ritratto in cui ripercorre la sua vita e la sua straordinaria filmografia.

«Varda by Agnès» ricostruisce con intensità la grande passione della regista, icona della Nouvelle Vague, per le immagini (dagli inizi come fotografa ai progetti di videoarte) e per l'innovazione tecnologica e la sua sentita partecipazione ai temi sociali, a partire dalla lotta femminista che è sempre stata centrale nel suo cinema.

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Ritroviamo i suoi capolavori e i primi successi, tra cui il famoso «Cléo dalle 5 alle 7» del 1962, qualche nota personale sul suo rapporto sentimentale con il regista Jacques Demy e tante testimonianze della sua irrinunciabile voglia di conoscere e approfondire se stessa e il mondo attorno a lei.

Non è la prima volta che Agnès Varda si racconta (basti pensare a un suo film simile, «Les plages d'Agnès», del 2008), ma anche in questo caso lo fa in maniera incisiva, trasmettendo tanti importanti spunti di riflessione sul tempo che passa e sui rapporti umani.
Un'operazione commovente e toccante, semplicemente da non perdere per ogni cinefilo che si rispetti.

They Shall Not Grow Old
Un altro bel documentario uscito questa settimana nelle sale è «They Shall Not Grow Old» di Peter Jackson.
Il regista neozelandese, celebre per la trilogia de «Il Signore degli Anelli», sceglie filmati di repertorio della Prima Guerra Mondiale e li trasporta sul grande schermo in una maniera profondamente creativa, a partire dall'idea di colorizzazione delle sequenze utilizzate.
Oltre all'aspetto visivo, è molto interessante anche il lavoro sul sonoro, con una miriade di suoni e le voci dei veterani che si uniscono perfettamente alle immagini mostrate.
Il risultato è una curiosa operazione audiovisiva, capace di far sentire vicinissimi gli spettatori odierni a fatti avvenuti oltre un secolo fa.

L'apprendistato
A metà tra il documentario e la fiction, il nuovo progetto di Davide Maldi è un lungometraggio originale e spontaneo.
Benché non si tratti di un lavoro semplice e immediato per lo spettatore, «L'apprendistato» riesce a coinvolgere grazie all'abilità del regista di trasportare chi guarda in un ambiente inquietante al seguito di un ragazzo alle prese con le rigide regole di un collegio alberghiero.

Una regia precisa e attenta e una messinscena semplice ma efficace ne fanno un prodotto che non lascia indifferenti: ed è questo il pregio migliore de «L'apprendistato» che, come diversi altri film italiani di questi anni (basti pensare ai lavori di Roberto Minervini, ad esempio) non si cura troppo dell'etichetta che definisce cosa sia o non sia un documentario, ma pensa a trasmettere qualcosa in maniera particolare e sincera.

Uscite spostate per il Coronavirus
Anche questa settimana, vista la chiusura delle sale in diverse parti d'Italia, il Coronavirus ha portato al rinvio di alcune uscite schedulate: tra queste, il bellissimo «Onward» della Pixar, che è stato riprogrammato per metà aprile.

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