I film del fine settimana

«Estate ‘85», un inno all’adolescenza toccante e nostalgico

Il film protagonista della settimana è sicuramente il nuovo lungometraggio di François Ozon. On-demand si segnala «Lasciali parlare» di Steven Soderbergh

di Andrea Chimento

Estate ’85

3' di lettura

Uno dei film più sentiti e personali della carriera di François Ozon: si può riassumere così «Estate ‘85», un inno all'adolescenza dal sapore nostalgico ambientato proprio a metà degli anni Ottanta.

Tratto dal romanzo «Danza sulla mia tomba» di Aidan Chambers, il film racconta del sedicenne Alexis, che viene salvato dall'annegamento da un ragazzo di un paio d'anni più grande di lui, David. Tra i due nasce un legame decisamente forte, ma il loro rapporto riuscirà a durare più di un'estate?

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Sia per l'ambientazione temporale sia per l'argomento proposto, potrebbe venire in mente «Chiamami col tuo nome» di Luca Guadagnino, anche se i due film sono più simili nelle premesse che nella resa effettiva.Raccontando l'eterno rapporto tra Eros e Thanatos, Ozon firma una pellicola di fortissima sensibilità, capace di guardare in maniera nostalgica ai sogni dell'adolescenza, tanto da far ripensare anche al cinema di Éric Rohmer o, in chiave più contemporanea, a quello di Abdellatif Kechiche.

Un film raffinato

La confezione che Ozon mette in scena è raffinata, dotata di un'eleganza che ha un sapore d'altri tempi, capace di restituire le atmosfere dell'epoca in maniera credibile e senza dubbio coinvolgente.Presentato alla Festa del Cinema di Roma dello scorso anno, il film fa senz'altro bene il suo dovere, seppur ci siano diversi passaggi molto forzati e piuttosto artificiosi, che rendono un po' meno riuscito un prodotto comunque appassionante e girato con classe.

Da evidenziare anche la buona costruzione dei personaggi operata dallo stesso Ozon in fase di sceneggiatura, ben supportato da un cast pienamente in parte, nel quale è presente anche Valeria Bruni Tedeschi.

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Lasciali parlare

Altrettanto interessante è «Lasciali parlare», nuovo lavoro di Steven Soderbergh arrivato direttamente on-demand.Protagonista è Meryl Streep nei panni di una scrittrice importante, invitata per ricevere un premio nel Regno Unito. L'autrice salpa a bordo di un transatlantico portando con sé alcuni accompagnatori: il nipote Tyler e due amiche dei tempi dell’università.Girato in poche settimane, questo film, di cui si è parlato troppo poco anche in patria, è uno dei prodotti più profondi degli ultimi tempi: il lungo viaggio oceanico corrisponde a continui cambi di prospettiva, non solo sui punti di vista dei personaggi, ma anche sui generi adottati.Dalla commedia al dramma, dalla farsa alla tragedia, i cambiamenti sono repentini così come le certezze di uno spettatore che viene costantemente sfidato durante l'intera visione.

È un film sul tempo che passa e sui rapporti umani «Lasciali parlare», pellicola che riesce a riflettere con forza sia sulle differenze generazionali sia sulla difficoltà di mantenere legami sinceri nel corso del tempo.

Scritto da Deborah Eisenberg, è un ottimo lungometraggio capace di scavare nel profondo della psicologia delle tre amiche, tutte molto diverse e magnificamente interpretate da Meryl Streep, Dianne Wiest e Candice Bergen, tre attrici in stato di grazia.Un po' come la sua protagonista, Soderbergh sceglie una strada non semplice in questo lungometraggio in apparenza lineare, ma che si rivelerà col passare dei minuti sempre più complesso e ambizioso. Da vedere.

Mortal Kombat

Tra le novità on-demand c'è anche «Mortal Kombat» di Simon McQuoid.Basato sul celebre franchise di videogiochi, il film è un reboot dell'omonima saga cinematografica iniziata nel 1995.Il rapporto tra cinema e videogiochi spesso non è dei migliori e non fa eccezione questa fiacca trasposizione pensata unicamente per i fan della prima ora della divertentissima serie videoludica. Non che ci si aspettasse chissà cosa da una sceneggiatura come questa, ma il copione è davvero scadente e finisce per rendere poco coinvolgente l'intera operazione.Qualche combattimento ha il giusto ritmo, ma di certo non basta a riscattare un andamento prolisso e incapace di appassionare come dovrebbe.


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