“Ritorno a Seoul”, una profonda riflessione sull'identità
Nelle sale il riuscito film di Davy Chou, presentato lo scorso anno al Festival di Cannes. Per gli appassionati d'animazione si segnala anche “The First Slam Dunk”
di Andrea Chimento
2' di lettura
Un weekend all'insegna del cinema dell'Estremo Oriente: nelle nostre sale questa settimana spazio a “Ritorno a Seoul” di Davy Chou e all'animazione di “The First Slam Dunk” di Takehiko Inoue.
Regista franco-cambogiano, Chou racconta la storia di Freddie, una ragazza francese di 25 anni, che torna in Corea del Sud per riconnettersi con le sue origini. La protagonista, infatti, è nata in Corea, ma è stata poi adottata da una coppia francese e da quel momento non è più tornata nella sua terra natia: Freddie è decisa a rintracciare i suoi genitori biologici in un paese che non conosce quasi per nulla, ma il suo viaggio la porterà a prendere strade del tutto nuove e soprattutto inaspettate.
Non mancano spunti autobiografici in questa pellicola che è stata presentata in anteprima mondiale al Festival di Cannes dello scorso anno, risultando una delle più interessanti tra quelle inserite nella sezione Un Certain Regard.
La sceneggiatura, scritta a quattro mani dal regista insieme a Laure Badufle, si concentra su una ricerca delle proprie origini che diventa molto presto un viaggio all'interno dei lati più reconditi della psiche della protagonista.
Grande prova di un'attrice esordiente
Il tema dell'identità del personaggio, che prova a capire sé stessa attraverso questo suo “ritorno” in patria, diventa presto una metafora universale per ragionare sulla Corea e sui cambiamenti avvenuti nel Paese durante gli ultimi decenni.Il viaggio esistenziale di Freddie sa forse un po' di già visto, ma riesce comunque a coinvolgere e a lasciare diversi spunti di riflessione su cui pensare al termine della visione, anche grazie a una messinscena complessivamente di buona fattura.Una menzione speciale va alla notevole performance della protagonista Park Ji-min, attrice alla sua prima prova davanti alla macchina da presa che dimostra però già doti da veterana assoluta: il suo lavoro è stato davvero sorprendente, così come tutta questa operazione.
The First Slam Dunk
Arriva invece dal Giappone “The First Slam Dunk”, film d'animazione basato sulla serie manga “Slam Dunk”, diventata poi anche una celebre serie televisiva.Il film segna l’esordio alla regia del mangaka Takehiko Inoue e racconta la storia di Ryota Miyagi, un giovane che ha da sempre la passione per il basket, tanto da essere diventato un tutt'uno con questo sport. L’amore per il basket glielo ha trasmesso, durante l’infanzia, suo fratello maggiore Sota, morto in un incidente in mare quando Ryota era solo un bambino.Alternando diversi momenti temporalmente distanti, il film propone anche una mescolanza formale, dividendosi tra un'animazione più tradizionale e un'altra all'avanguardia che utilizza al meglio la CGI e le innovazioni contemporanee.È proprio nell'estetica l'aspetto più efficace di questo prodotto coinvolgente e di buon intrattenimento, efficace nel coinvolgere anche chi non è appassionato di basket o chi non conosce il manga di partenza. Oltre al lato sportivo, è scritta con grande cura la vicenda privata che richiama la sfera emotiva più intima e personale del protagonista. Un film da vedere assolutamente sul grande schermo: ne vale la pena.
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