«La ragazza di Stillwater», un solido thriller con Matt Damon
Arriva nelle sale il nuovo lavoro di Tom McCarthy presentato all'ultimo Festival di Cannes. Tra le novità anche «Beast» di Michael Pearce
di Andrea Chimento
3' di lettura
Il film che ha fatto infuriare Amanda Knox: si può inizialmente riassumere così «La ragazza di Stillwater» di Tom McCarthy, lungometraggio duramente attaccato quest'estate dalla 34enne americana che ha scritto sui social che il film ha sfruttato la sua storia senza il suo consenso e a spese della sua reputazione.
Il regista ha invece dichiarato di aver preso solo in parte ispirazione dalla vicenda Knox per raccontare la storia di Bill Baker, un trivellatore di petrolio dell'Oklahoma che viaggia fino a Marsiglia per incontrare la figlia Allison, che non vede da diversi anni. La ragazza si trova in prigione a causa di un omicidio per il quale si dichiara innocente.
L'uomo dovrà affrontare un sistema legale sconosciuto, molte barriere culturali e linguistiche, ma soprattutto personali, per tentare di scagionarla.
Al di là delle possibili polemiche, «La ragazza di Stillwater» è un film sorprendente, capace di parlare con grande forza di rapporti umani grazie a un copione solidissimo, firmato dallo stesso regista insieme a Marcus Hinchey e Thomas Bidegain.
Sei anni dopo «Il caso Spotlight», McCarthy realizza un altro thriller d'altri tempi, un nuovo “racconto americano” che guarda al cinema a stelle e strisce degli anni Settanta, tanto per l'impegno socio-politico quanto per una messinscena essenziale e antiretorica, che punta a rendere il più chiaro possibile il racconto di partenza.
Un personaggio ben scritto e ben interpretato
A colpire è soprattutto l'ottima scrittura del personaggio protagonista Bill Baker, un uomo sfaccettato e capace di rivelare lati emozionali decisamente inattesi e con cui è facile empatizzare. Notevolissima la prova di Matt Damon, che contribuisce a rendere la figura di Bill Baker umana e stratificata al punto giusto.Così come l'interesse del pubblico verso la storia, anche il film stesso cresce alla distanza: dopo una parte iniziale in cui fatica forse un po' a carburare, «La ragazza di Stillwater» diventa sempre più appassionante e coinvolgente con il passare dei minuti.
Presentato fuori concorso all'ultimo Festival di Cannes, il film ha dalla sua anche il buon lavoro del cast di contorno, tra cui si può citare la non semplice performance di Abigail Breslin nei panni della figlia del protagonista.
Beast
Un altro thriller in uscita questa settimana è «Beast», esordio di Michael Pearce che arriva nei nostri cinema con circa quattro anni di ritardo dalle sue prime proiezioni nei festival internazionali.La storia si svolge sull'Isola di Jersey, tra gli abitanti sconvolti dal susseguirsi di brutali omicidi il cui modus operandi ricorda la famigerata “Bestia di Jersey”, che terrorizzò l’isola del Canale della Manica tra il 1960 e il 1971. Protagonista è una giovane donna di 27 anni, Moll, che cerca di liberarsi da una famiglia e da una comunità che la soffocano sotto il peso dei loro valori conservatori. Una notte incontra Pascal, uno sconosciuto dallo spirito libero di cui s'innamora perdutamente: quando però sull'isola viene ritrovato il corpo di una ragazza, la quarta di una serie di vittime dello stesso stupratore, Pascal diventa il principale sospettato dalla famiglia di Moll e dall'intera comunità.
È proprio l'ambientazione l'elemento più interessante di questo lungometraggio, che alterna passaggi curiosi e affascinanti con altri momenti decisamente più scontati e didascalici.Ridondante nella parte centrale, il film ha però dalla sua una regia che non sembra quella di un esordiente e una fotografia capace di valorizzare al meglio la relazione tra gli esseri umani e il paesaggio circostante.Da sottolineare che la protagonista è interpretata dalla brava Jesse Buckley, attrice che aveva stupito molti con la sua ottima e non semplice prova in «Sto pensando di finirla qui», ultimo affascinante lungometraggio di Charlie Kaufman.
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