ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùI film del fine settimana

“Maigret”, il commissario di Simenon torna in sala con un film affascinante

Nel weekend al cinema da segnalare il lungometraggio di Patrice Leconte con Gérard Depardieu. Tra le novità anche il coreano “Nido di vipere”

di Andrea Chimento

2' di lettura

Il commissario Maigret torna al cinema: dopo attori del calibro di Pierre Renoir e Jean Gabin, senza dimenticare il “nostro” Gino Cervi, il celebre personaggio nato dalla penna di Georges Simenon riappare sul grande schermo interpretato da Gérard Depardieu.

Diretto da Patrice Leconte, il film – intitolato semplicemente “Maigret” – vede il commissario alle prese con il caso di una giovane ragazza trovata morta a Parigi, con indosso un abito da sera e una borsetta. Nessun elemento identifica il cadavere e nessuno sembra conoscere o ricordare la giovane, ma Maigret riuscirà a scoprire la sua identità e inizierà a indagare.

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Tratto dal romanzo “Maigret e la giovane morta”, pubblicato in Italia da Adelphi, questo lungometraggio ci fa tornare indietro nel tempo, attraverso una messinscena dal sapore vintage che rimanda al cinema noir e poliziesco di diversi decenni fa.La base di partenza è uno spunto che Leconte non segue alla lettera, ma segue perfettamente nello spirito, riuscendo a ricreare le atmosfere di Simenon e dimostrando di essere ancora un regista capace di fare il suo lavoro: noto per film importanti come “L'insolito caso di Mr. Hire” (1989) o “Confidenze troppo intime” (2004), Leconte si era un po' perso negli ultimi anni, mentre qui ritrova i guizzi di un tempo, nonostante un coinvolgimento emotivo che funziona a fasi alterne.

“Maigret” e gli altri film della settimana

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Grande prova di Gérard Depardieu

Seppur il film non abbia sempre il ritmo giusto, la resa complessiva è riuscita e incisiva, grazie soprattutto all'ottima costruzione del personaggio di un Maigret particolarmente cupo e malinconico, come se stesse affrontando i grigi tempi odierni.L'intensità della scrittura del protagonista è accompagnata da dialoghi efficaci, a cui si va a sommare l'ottima prova di Gérard Depardieu in uno dei ruoli più significativi che ha interpretato di recente. Anche Depardieu, fatta eccezione per “Illusioni perdute”, negli ultimi anni ha lavorato a film trascurabili, mentre in questo lungometraggio mette davvero tutto se stesso, forse anche per potersi confrontare al meglio con i mostri sacri che l'hanno preceduto in questo ruolo.Una performance che vale da sola il prezzo del biglietto.

Nido di vipere

Tra le novità in sala c'è anche l'interessante opera prima del sudcoreano Kim Yong-hoon, intitolata “Nido di vipere”.La narrazione si basa sui destini di diverse persone che si intrecciano attorno a una misteriosa borsa piena di denaro. Chiunque entri in contatto o senta parlare di quei soldi sarà disposto a tutto pur di ottenerli così da cambiare vita.Alla base c'è un romanzo dell'autore giapponese Keisuke Sone, ma sembra essere soprattutto il cinema degli anni Novanta il vero riferimento di questo film, a partire da “Pulp Fiction” di Quentin Tarantino. La mano del neo-regista è già matura, il ritmo è buono e il film risulta un (neo)noir godibile e abbastanza avvincente, ma, allo stesso tempo, c'è più di un limite in un copione che sa troppo di già visto e che non riesce ad aggiungere molto al genere di riferimento.Diversi personaggi, inoltre, sono eccessivamente stereotipati, seppur il montaggio riesca a rendere il prodotto abbastanza coinvolgente. A ogni modo, per essere un esordio, non ci si può di certo lamentare.

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