I film del fine settimana

«Luca», la Pixar sbarca in Italia con un film per tutta la famiglia

Su Disney+ il lungometraggio diretto dall'italiano Enrico Casarosa. Tra le novità in sala «Mandibules» di Quentin Dupieux

di Andrea Chimento

3' di lettura

Il film “italiano” della Pixar: su Disney+ arriva «Luca», l'attesissimo lungometraggio diretto da Enrico Casarosa, ambientato in Italia.
Precisamente siamo in un paesino ispirato alle Cinque Terre, dove all'improvviso compaiono due ragazzi, Luca e Alberto, disposti a tutto pur di ottenere una Vespa per girare il mondo. I due giovani, però, nascondono un segreto: sono due misteriose creature marine capaci di trasformarsi in esseri umani quando risalgono in superficie.

Un grande passo in avanti per Enrico Casarosa che, dopo aver firmato il bellissimo cortometraggio «La luna» del 2011, ha ottenuto piena fiducia da parte dei responsabili della casa d'animazione più importante del mondo, che negli anni ha realizzato capolavori del calibro di «Monsters & Co.», «Wall-E», «Inside Out», fino al recentissimo «Soul».

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Una trama adatta a tutta la famiglia

Rispetto agli ultimi titoli citati, «Luca» è un prodotto più semplice e immediato, adatto a tutta la famiglia anche grazie a una trama scorrevole e capace di parlare in maniera differente a grandi e piccini.Come per la maggior parte dei prodotti Pixar, si ride e ci si commuove (verso il finale soprattutto) con questo lungometraggio che conferma la grande qualità estetica dei film della casa d'animazione americana, così come colpisce (seppur con qualche stereotipo di troppo) la panoramica sull'Italia e sui magnifici paesaggi delle Cinque Terre perfettamente ricreati.Guardando un po' a «La Sirenetta» della Disney e un po' a «Ponyo sulla scogliera» di Miyazaki, «Luca» riprende diverse dinamiche narrative già viste in passato, ma riesce ugualmente a risultare godibile e appassionante.

Siamo comunque distanti dai migliori risultati della Pixar, anche per una caratterizzazione dei personaggi che funziona a fasi alterne (il “cattivo” di turno non è un granché), ma il lavoro è in ogni caso pienamente riuscito e potrebbe essere solo la prima, importante tappa della carriera di Casarosa.

Mandibules

Tra le novità in sala si segnala invece «Mandibules» di Quentin Dupieux, regista francese noto anche con lo pseudonimo di Mr. Oizo per la sua attività di dj musicale, che prosegue nel proporre pellicole dal taglio surreale e grottesco, come aveva fatto anche col precedente «Doppia pelle».Presentato all'ultima Mostra di Venezia, il film vede come protagonisti due amici decisamente squinternati che, pronti per una nuova “missione”, trovano nel bagagliaio di un’automobile una mosca gigante e hanno subito un’idea: provare ad addestrarla per sfruttarla a loro piacimento.Fin dal soggetto di partenza, si nota come siamo senza dubbio nelle corde del regista francese, con le sue narrazioni nonsense e fortemente grottesche, ma sempre dotate di un tocco stilistico riconoscibile.

Rispetto alla maggior parte dei suoi film precedenti, spesso venati da tonalità cupe e basati su tematiche inquietanti, in questo caso siamo di fronte a una commedia sull’amicizia, capace di intrattenere e di colpire per alcuni passaggi realmente geniali.Non manca qualche criticità in momenti eccessivamente sopra le righe, ma se si sta al gioco di Dupieux ci si diverte davvero.

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Maschile singolare

Infine, una menzione per un altro lavoro pronto a coinvolgere nel modo giusto: «Maschile singolare», disponibile su Prime Video.Protagonista è Antonio, un trentenne la cui vita cambia improvvisamente quando viene lasciato da suo marito, da cui dipendeva sia per il versante economico, sia per quello psicologico. Antonio dovrà così reinventarsi e iniziare una nuova esistenza.Esordio al lungometraggio di Alessandro Guida e Matteo Pilati, «Maschile singolare» è un'opera prima fresca e dotata di uno sguardo capace di trattare un tema non semplice con la giusta delicatezza.Qualche passaggio acerbo toglie proprio poco a una visione interessante e coraggiosa (nonostante non tutti gli attori siano all'altezza), oltre che pienamente godibile dall'inizio alla fine.Davvero notevole la sceneggiatura, scritta dai due registi insieme a Giuseppe Paternò Raddusa, che costruisce dialoghi sorprendenti e personaggi credibili con cui è facile empatizzare. Un esordio da vedere.


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