«Stringimi forte», un viaggio doloroso e ricco di emozioni
Nelle sale arriva il nuovo film di Mathieu Amalric, un lungometraggio commovente con protagonista Vicky Krieps. Tra le novità anche «Gli occhi di Tommy Faye» con Jessica Chastain
di Andrea Chimento
3' di lettura
Un viaggio doloroso e intimo, con protagonista una donna che improvvisamente abbandona la sua famiglia: si potrebbe riassumere così «Stringimi forte», film indiscusso protagonista del weekend in sala.
Presentato al Festival di Cannes 2021, è la sesta prova dietro la macchina da presa di Mathieu Amalric, celebre attore transalpino che in carriera ha recitato per registi del calibro di Otar Ioseliani, Arnaud Desplechin, Steven Spielberg, Alain Resnais, Roman Polanski e Wes Anderson.
Nonostante sia molto più famoso come interprete, Amalric sa il fatto suo anche in termini di regia e l'ha dimostrato, soprattutto, con il toccante «La camera azzurra» del 2014, tratto da un romanzo di Georges Simenon.Con «Stringimi forte», però, Amalric ha alzato ancora di più l'asticella: prendendo ispirazione da una pièce del drammaturgo Claudine Galea, intitolata «Je reviens de loin», il regista francese ha scelto di parlare di una separazione dolorosa, seguita da un viaggio della protagonista che funge da riflessione sul suo mondo interiore. Sarà una serie di flashback a far luce sul motivo della sua partenza. Non si può svelare altro di una pellicola che gioca coi colpi di scena e ci mette di fronte a un percorso a tappe, in cui è lo spettatore a dover ricostruire un intricato puzzle narrativo.
Una fuga fortemente simbolica
La separazione si trasforma gradualmente in una vera e propria fuga dal dolore, fortemente simbolica: Amalric gioca con il montaggio, creando una sorta di flusso di coscienza privo di barriere temporali, in cui la realtà e l'immaginazione danzano all'unisono dando vita a un suggestivo concerto audiovisivo.Ci sono alcune insistenze di troppo (sul pianoforte, in primis) e qualche passaggio un po' didascalico, ma complessivamente è una delle pellicole più intense degli ultimi mesi, capace di risultare sempre credibile, nonostante le tante allegorie, e valorizzata dalla notevole prova della protagonista Vicky Krieps.
Da sottolineare, in chiusura, che Mathieu Amalric è ora coinvolto come attore principale nel prossimo progetto di Nanni Moretti, «Il sol dell'avvenire».
Gli occhi di Tammy Faye
Tra le novità in sala c'è anche «Gli occhi di Tammy Faye», scelto come film d'apertura della Festa del Cinema di Roma 2021.Al centro della trama ci sono Tammy Faye e Jim Bakker, la coppia di telepredicatori più famosa al mondo tra gli anni ‘70 e ‘80, capace di attirare milioni e milioni di spettatori e tenerli incollati allo schermo ogni sera per pregare con loro e precipitarsi al telefono per effettuare donazioni al loro impero mediatico. Dietro alle maschere, però, si nascondono scandali sessuali, illeciti finanziari e crisi di fede.Diretto da Michael Showalter, regista noto per «The Big Sick», il film racconta l'ascesa e la caduta di due tra i personaggi più grotteschi, controversi e ammalianti degli Stati Uniti dell'epoca.Il soggetto è indubbiamente curioso, soprattutto per chi non conoscesse questa vicenda, ma la sceneggiatura tende a superficializzare un po' troppo ed evita di azzardare riflessioni socio-politiche indubbiamente rischiose, ma che avrebbero reso il tutto ben più interessante.
Mancano così le zone d'ombra più profonde dell'intera vicenda in un copione che risulta troppo scolastico e didascalico, privo delle sfaccettature che una storia tanto inquietante avrebbe meritato.Tra i pregi più rilevanti, però, c'è l'ottima performance dei protagonisti Andrew Garfield e Jessica Chastain, con quest'ultima che riesce a vestire perfettamente i panni del suo personaggio.
Open Arms
Infine, una segnalazione per «Open Arms», firmato dallo spagnolo Marcel Barrena.Ambientato nell'autunno del 2015, il film è dedicato alla storia di Oscar e Gerard, due bagnini ispanici che, dopo aver visto la foto di un bambino morto affogato nel Mediterraneo cercando di raggiungere l’Europa, decidono di recarsi sull’isola di Lesbo per offrire il loro aiuto.Una volta giunti sul posto, si trovano di fronte una realtà agghiacciante.Pellicola sentita e appassionata, oltre che importante per i contenuti impegnati, «Open Arms» riesce a coinvolgere, anche se la messinscena è vittima di qualche passaggio retorico che finisce per far perdere allo spettatore un po' di empatia. Non ci sono sequenze di grande cinema, ma l'impegno civile e la, comunque buona, tenuta narrativa bastano per fargli meritare la visione.
loading...