ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùI film del fine settimana

«Hope», un dramma di coppia con due grandi attori

Al cinema il film norvegese è il titolo da non perdere del weekend. Ottima prova di Stellan Skarsgård e Andrea Braein Hovig

di Andrea Chimento

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3' di lettura

Arriva dalla Norvegia il film da vedere questa settimana nelle sale: si tratta di «Hope», pellicola diretta da Maria Sødahl, regista e sceneggiatrice che ha scritto questa trama prendendo spunto direttamente dalla sua esperienza personale.
Al centro c'è la storia di una coppia di mezza età, formata da Anja e Tomas, entrambi artisti: i due hanno una famiglia allargata con due figli piccoli e una adolescente, nati dalla loro unione, e altri due figli, avuti da un precedente matrimonio di Tomas.
Quando ad Anja viene diagnosticato un tumore terminale al cervello, su questa tranquilla e numerosa famiglia si abbatte un’orribile ombra. La vita di tutti, ma in particolare quella della donna, sembra iniziare a sgretolarsi ed è proprio in questa delicata situazione che si scopre quanto l’amore tra Anja e Tomas, messo ora a dura prova, sia stato a lungo trascurato negli anni.

Presentato al Festival di Toronto e alla Berlinale, «Hope» è il secondo lungometraggio di Maria Sødahl, regista che aveva esordito nel 2010 con «Limbo» e che qui alza nettamente l'asticella con una pellicola sentita, personale e decisamente complessa da realizzare.I pregi principali stanno soprattutto in un copione credibile e intenso, in grado di far riflettere su quanto alcune cose e legami risultino importanti soltanto quando si rischia di perderli: se questo messaggio può apparire banale, la particolarità è come la sceneggiatura lo vada a declinare, descrivendo un rapporto di coppia capace di coinvolgere sempre di più col passare dei minuti.

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Un film essenziale e privo di retorica

Visto il tema di partenza, «Hope» potrebbe persino risultare un po' freddo – soprattutto nella prima parte – ma qui sta anche il suo grande merito: non scadere mai nella retorica, nonostante le numerose trappole che un argomento del genere porta con sé. Si tratta infatti di un lungometraggio essenziale, scientifico, in cui le immagini contano più delle parole, a partire da uno straordinario sguardo che i due protagonisti si scambiano poco prima di sposarsi.A contribuire alla buona riuscita della pellicola c'è senza dubbio la notevolissima prova dei due attori principali: Andrea Brain Hovig e Stellan Skarsgård. Se quest'ultimo è da tanti anni uno dei nomi più importanti del cinema scandinavo, più sorprendente è invece la prova dell'attrice in un ruolo davvero non semplice da sostenere.

«Hope» e gli altri film della settimana

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Io e Lulù

Toni molto diversi sono quelli di «Io e Lulù», film interpretato e (co)diretto da Channing Tatum, attore che esordisce alla regia in coppia con Reid Carolin.Protagonista è Briggs, un soldato che si vede costretto a fare un viaggio lungo la costa del Pacifico per portare Lulu, il cane compagno di missioni belliche del sergente Nogales, al funerale di quest’ultimo, deceduto a causa di un incidente d’auto. Dopo diverse spedizioni in guerra, il cane ha sviluppato un carattere imprevedibile e per nulla facile.Classico feel-good movie all'americana, ricco di buoni sentimenti e povero di grandi sorprese, «Io e Lulù» è un prodotto convenzionale e scolastico, abbastanza godibile nonostante una narrazione molto scontata.Perfetto per i cinofili e meno adatto ai cinefili, è un film adatto a tutta la famiglia, capace di far sorridere ma che si dimentica in fretta al termine della visione.Da segnalare che anche Reid Carolin è un esordiente alla regia: fino a oggi era noto soprattutto come produttore di diversi film in cui aveva recitato lo stesso Tatum (da «Magic Mike», di cui è anche sceneggiatore, a «La truffa dei Logan»).

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