I film del fine settimana

«Crudelia», le origini della perfida stilista della Disney

Arriva nelle sale e su Disney+ il prequel de «La carica dei 101». Tra le novità anche «Il Divin Codino», il film su Roberto Baggio

di Andrea Chimento

3' di lettura

Un film per tutta la famiglia è il protagonista della settimana: «Crudelia», lungometraggio che racconta le origini del personaggio de «La carica dei 101», arriva sia nelle sale sia su Disney+. Una strategia distributiva sicuramente curiosa, che potrebbe diventare una modalità diffusa nel futuro dell'industria cinematografica.


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Dopo aver perso la madre, la piccola Estella cresce insieme a due ladruncoli, fino al momento della sua grande occasione: la Baronessa, la stilista più celebre di Londra, la sceglie come collaboratrice e molto presto Estella si mette in luce come la sua assistente di maggior talento.

Crudelia De Vil

Dentro di lei, però, c'è un'altra personalità che potrebbe prendere il sopravvento in qualsiasi momento.La giovane Crudelia De Vil (in italiano la ricordiamo nel classico d'animazione Disney come Crudelia De Mon) è un personaggio degno di un film totalmente dedicato a lei ed in effetti la storia regge bene, fatta eccezione per un'eccessiva lunghezza (134 minuti) che rende il tutto decisamente prolisso.

La pellicola di Craig Gillespie, regista che aveva già dimostrato buona mano in «Lars e una ragazza tutta sua» e «Tonya», parte in quinta e racconta rapidamente l'infanzia della protagonista riuscendo a coinvolgere nel modo giusto.

«Crudelia» e gli altri film del week-end

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Un incrocio tra Joker e Il diavolo veste Prada

Col passare dei minuti, «Crudelia» diventa in maniera sempre più tangibile una sorta di incrocio tra il «Joker» con Joaquin Phoenix e «Il diavolo veste Prada», tanto che il rapporto che si instaura tra la Baronessa ed Estella ricorda molto da vicino quello tra i personaggi di Meryl Streep e Anne Hathaway nel film precedente. È una storia di vendetta quella messa in scena da «Crudelia», ma più della narrazione contano (chiaramente) i costumi e le coreografie della performance della stilista in erba, oltre al connubio tra le immagini e le canzoni selezionate con grande cura (la colonna sonora è davvero ricca di scelte di grande bellezza che rimandano agli anni Sessanta e Settanta).

Gli appassionati si possono accontentare, anche per la buona performance di Emma Stone (Crudelia) ed Emma Thompson (la Baronessa), seppur nella narrazione ci siano un importante colpo di scena davvero forzato e varie sequenze decisamente di troppo, che danno la sensazione di una certa ridondanza.

A ogni modo, il film riesce a divertire e fa il suo dovere, ma qualche sforbiciata qua e là (non nei vestiti, ma nel montaggio) avrebbe certamente giovato.

Il Divin Codino

I tanti fan di Roberto Baggio, invece, hanno aspettato per molto tempo l'uscita de «Il Divin Codino», film ora disponibile su Netflix incentrato sulla carriera di una delle massime icone del calcio italiano.Dall'adolescenza al ritiro, tra tante gioie e altrettanti dolori, il film di Letizia Lamartire si concentra su alcuni momenti fondamentali nella vita di Baggio, con un'attenzione particolare ai mondiali del 1994. La messinscena è semplice, il film decisamente didascalico, ma per gli appassionati è un prodotto da non perdere, capace di emozionare e di far rivivere momenti davvero leggendari.

Andrea Arcangeli è credibile nei panni di Baggio e abile nel ricreare la psicologia di un uomo e un calciatore tutt'altro che banale da interpretare.

Guerra e pace

Tra le novità della settimana c'è anche il documentario «Guerra e pace» di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti, presentato all'ultima Mostra del Cinema di Venezia.

Diviso in vari capitoli, il film racconta la secolare relazione tra cinema e guerra, a partire dall'invasione italiana in Libia nel 1911 fino ai giorni nostri.Sin dalle prime, splendide scene traspare perfettamente lo stile dei due autori di «Materia oscura» e «Spira mirabilis»: dalle sequenze filmate dai pionieri del cinema alle odierne riprese girate con gli smartphone, si coglie come il rapporto tra il cinema e la guerra sia solido e ricco di sfaccettature.C'è un notevole lavoro di archivio e un altrettanto significativo lavoro di ripresa di ciò che avviene dentro gli archivi, capace di farci riflettere sull'importanza della memoria e sull'evoluzione delle immagini ai giorni nostri.

Un'ennesima conferma che D'Anolfi-Parenti sono tra i nomi più importanti del cinema documentaristico contemporaneo, italiano e non.


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