ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùI film del fine settimana

“Incroci sentimentali”, due attori straordinari per un intenso triangolo sentimentale

Nelle sale il film di Claire Denis con protagonisti Vincent Lindon e Juliette Binoche. Tra le novità anche “Princess” di Roberto De Paolis

di Andrea Chimento

3' di lettura

Due dei più grandi interpreti del cinema francese in un solo film: Vincent Lindon e Juliette Binoche si dividono la scena nell'intenso “Incroci sentimentali” di Claire Denis, regista francese tornata dietro la macchina da presa a quattro anni di distanza dall'ottimo “High Life”, un lungometraggio di fantascienza che vedeva nel cast la stessa Binoche.
In “Incroci sentimentali”, l'attrice francese veste i panni di Sara, una donna divisa tra l’amore per il suo attuale compagno Jean e il ricordo del grande sentimento vissuto in passato con François.

Quando i due uomini iniziano a lavorare insieme a un nuovo progetto, per Sara sarà l’occasione di rincontrare François ed essere ancora più incerta sui suoi reali sentimenti.

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Presentato in concorso al Festival di Berlino, il film è stato scritto dalla regista insieme a Christine Angot, che aveva già firmato con lei la sceneggiatura de “L'amore secondo Isabelle”: al centro di questa nuova pellicola c'è un dramma doloroso e non semplice da raccontare, che mostra la grande capacità di Claire Denis di trattare con notevole profondità le relazioni umane.L'autrice francese ha firmato negli anni titoli importanti come “Beau travail” (1999), “Cannibal Love” (2001) o “L'intrus” (2004), riuscendo sempre a portare sullo schermo personaggi di forte spessore, spesso emarginati o non compresi dalla società circostante.

In “Incroci sentimentali” la vicenda è invece più canonica, ma ciò non toglie originalità a un copione che si segue con grande attenzione dall'inizio alla fine.

“Incroci sentimentali” e gli altri film della settimana

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Magnifica colonna sonora

Tra gli elementi più significativi del cinema di Claire Denis, c’è senza dubbio il rapporto fondamentale con il gruppo musicale dei Tindersticks, efficaci nel dare sempre valore aggiunto e nuove forme di lettura alle sue pellicole. Anche in questo caso la musica (e la magnifica canzone sui titoli di coda) funzionano perfettamente, regalando maggiore intensità ed espressività a una pellicola che gioca anche molto con le parole e con le interpretazioni di un cast sempre in forma.Non manca purtroppo qualche calo di ritmo e alcune sequenze risultano poco credibili, ma i momenti di discussione tra Sara e Jean sono semplicemente straordinari e valgono da soli la visione: il merito, oltre al copione, va alle monumentali performance di Juliette Binoche e di Vincent Lindon, con quest’ultimo che si conferma uno degli attori più rilevanti del cinema europeo contemporaneo.Da segnalare che dopo la presentazione a Berlino di questo film, arrivato questa settimana nelle nostre sale, Claire Denis ha portato al Festival di Cannes, qualche mese dopo, un'altra novità “Stars at Noon”, con esiti purtroppo decisamente più deludenti.

Princess

Tra le novità in sala c'è anche il film d'apertura della sezione Orizzonti dell'ultima Mostra del Cinema di Venezia: “Princess” di Roberto De Paolis, regista che aveva stupito con la sua opera prima “Cuori puri”.Protagonista è una giovane nigeriana costretta a prostituirsi ai margini di una grande città. La ragazza si muove spesso in una pineta che si estende fino al mare, un bosco incantato in cui trovare rifugio: per sopravvivere, deve ogni giorno schivare pericoli e sentimenti, fiutare l'odore dei soldi e raggirare i clienti.Aperto da titoli di testa dal sapore fiabesco, bruscamente interrotti dalle immagini della difficile realtà che vive la protagonista, “Princess” è un film che conferma lo sguardo sincero e spontaneo di De Paolis, capace di dare vita a una pellicola cruda e delicata allo stesso tempo.Alcuni momenti appaiono troppo studiati a tavolino, ma il disegno d'insieme crea un interessante racconto di formazione capace di toccare corde molto profonde.Da segnalare che il regista ha dichiarato di aver costruito il film fondendo il suo punto di vista con quello delle ragazze nigeriane, vere vittime del mercato della prostituzione, che hanno scritto con lui la storia e hanno poi interpretato loro stesse.


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