«Oppenheimer», un film straordinario sul padre della bomba atomica
Semplicemente imperdibile, il nuovo lungometraggio di Christopher Nolan è uno degli eventi cinematografici dell'anno
di Andrea Chimento
3' di lettura
Era uno dei film più attesi della stagione e non ha minimamente deluso le aspettative: “Oppenheimer” è appena arrivato nelle nostre sale ed è una visione senza dubbio imperdibile per ogni appassionato di cinema che si rispetti.
Il regista Christopher Nolan, dopo il meno riuscito “Tenet” del 2020, è tornato agli altissimi livelli a cui ci ha abituato con film come “Memento”, “Il cavaliere oscuro”, “Inception” o “Dunkirk”.
Prendendo spunto dalla biografia “Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica. Il trionfo e la tragedia di uno scienziato” di Kaj Bird e Martin J. Sherwin, Nolan ha scelto di raccontare la vita del celebre fisico statunitense e, in particolare, l'invenzione della prima bomba atomica nell'ambito del progetto Manhattan.Primo lungometraggio biografico nella carriera di Nolan, “Oppenheimer” è innanzitutto un film dal fortissimo spessore morale, una pellicola che non vuole dare risposte ma vuole creare domande nello spettatore, facendolo entrare fin dalle prime sequenze nella mente di un personaggio ambiguo e controverso come Oppenheimer.
Alternando varie temporalità, dai momenti in cui il giovane fisico stava avvicinandosi per la prima volta all'argomento per arrivare all'inchiesta che lo colpì nel corso degli anni Cinquanta, Nolan costruisce un'opera perfettamente coerente con la sua poetica e dotata di una coesione narrativa a dir poco impressionante.Le tre ore di durata volano via, senza cali, grazie a un ritmo visivo e sonoro martellante, in grado di restituire appieno tutta la tensione dei vari momenti vissuti dal personaggio principale.
Un cast memorabile
Il tappeto sonoro realizzato dal compositore Ludwig Göransson rende al meglio la situazione psicologica di un protagonista geniale e inquietante allo stesso tempo, magnificamente interpretato da un Cillian Murphy che regala la prova più significativa della sua carriera.Anche il resto del cast, però, lavora in maniera egregia: una menzione speciale va a un eccellente Robert Downey Jr. e alla sempre più convincente Florence Pugh, ma tutti gli interpreti sarebbero da citare in maniera positiva.È però davvero tutto il lavoro d'insieme di Nolan a colpire e lasciare un segno profondissimo nel pubblico: cercate la sala giusta per vederlo, ascoltarlo e sentirlo nelle migliori condizioni possibili. Non ve ne pentirete: è uno dei film più importanti degli ultimi anni e noi spettatori siamo parte attiva della narrazione, grazie ai continui cambi di prospettiva e alle emozioni – buone o cattive, entusiaste o disturbanti – che proviamo durante la visione.
La bella estate
Tra le novità della settimana in sala c'è anche “La bella estate”, il nuovo lavoro di Laura Luchetti.Ambientato nella Torino di fine anni Trenta, il film ha come protagonista Ginia, una giovane sarta la cui routine viene sconvolta dall'incontro con Amelia, una modella affascinante che la trascinerà in una nuova esistenza.Liberamente tratto dall'omonimo romanzo breve di Cesare Pavese, “La bella estate” è un film notevole nella confezione formale, che non riesce però a emozionare e coinvolgere come vorrebbe.La protagonista Yile Yara Vianello recita decisamente bene e il suo personaggio è scritto in maniera efficace, mentre non si può dire lo stesso delle figure di contorno, che faticano a rimanere impresse al termine della visione.La ricostruzione d'epoca e in generale la messinscena della regista sono di buonissima fattura, mentre alcuni limiti li ha un ritmo che funziona a fasi alterne e si prende troppe pause, soprattutto nella parte centrale.Curiosità: nei panni di Amelia c'è l'esordiente Deva Cassel, figlia di Vincent Cassel e Monica Bellucci.
loading...