Filmare l’impossibile è la mia professione: incontro col regista Thierry Donard
Un volo in tuta alare oppure una nuotata in mezzo ai cetacei: una carriera spettacolare con la videocamera sempre in azione per documentare le imprese atletiche più incredibili.
di Paco Guarnaccia
3' di lettura
Da oltre 40 anni Thierry Donard è specializzato nella produzione di film o video che hanno come protagoniste le spettacolari imprese compiute negli sport estremi. Una lunga carriera che gli ha permesso di assistere a performance incredibili e che gli ha fatto incontrare Tag Heuer. Con questo marchio, nel recente passato, ha lavorato per diversi lungometraggi e oggi per il lancio della nuova famiglia di Aquaracer Professional 200.
Che tipo di formazione è richiesta per realizzare film come la serie Nuit de la Glisse in cui mostri le incredibili evoluzioni degli sport estremi? Si deve essere pronti a tutto. Tutto deve essere organizzato meticolosamente, perché non c'è spazio per gli errori. E per esserlo è necessario essere molto preparati. Bisogna conoscere bene gli elementi, aver fatto tanta esperienza con loro, ma anche avere dimestichezza con la geografia e la meteorologia. Coordinare tutte queste conoscenze è un lavoro quotidiano. Allo stesso tempo, occorre essere anche preparati fisicamente e tecnicamente.
Da regista, qual è l'aspetto più eccitante del filmare gli sport estremi? L'alchimia che si crea con gli atleti quando siamo tutti soddisfatti: loro per le loro evoluzioni, io per le mie riprese.
E quello più difficile? Per esperienza so bene che quello che fanno i miei atleti è pericoloso. È una sorta di pressione che non si ferma mai e ti porti sempre con te quando lavori a film così. Senti di avere una specie di responsabilità morale.
Cosa sono per te coraggio e paura? La paura non toglie il pericolo, ma il coraggio viene dalla volontà di dominare quella paura. Devi essere concentrato e consapevole dei pericoli che ci possono essere.
Che qualità devono avere i talenti sportivi protagonisti dei tuoi film? Che tipo di persone sono? Devono avere grandi qualità umane: umiltà, intelligenza, passione e iniziativa. Ovviamente anche talento. Io ho praticato la maggior parte degli sport che filmo. Oggi ho smesso con alcuni e quelli più spericolati li lascio ai miei atleti.
Qual è la performance più incredibile che tu abbia mai filmato? Un salto fatto con una tuta alare, passando attraverso un tunnel lungo 40 metri, largo solo 5 metri, alto 8 metri, con una curva nel mezzo e un'uscita a parete laterale: è stato il più emozionante della mia vita. Quando ho sentito il conto alla rovescia del salto di Van Monk e ho capito che stava per accadere, ero nella cavità con la mia macchina fotografica e dovevo davvero trattenermi dal collassare per lo stress e cercare di ottenere comunque le migliori immagini possibili. Quando ho sentito passare la tuta alare, l'adrenalina per lui e per me probabilmente era allo stesso livello. È passato un metro sopra la mia macchina fotografica... E poi ha voluto saltare di nuovo: era così sicuro che ho accettato. Mi sono messo in un posto diverso della grotta quando l'ho visto volare mentre gridava: “Ciao Thierry!!”… È stata l'impresa più folle che abbia mai filmato.
E la più spettacolare? Riprendere Davide Carrera nuotare negli abissi insieme a una magattera e al suo cucciolo. Ero a circa 30 metri di profondità quando ho visto Davide arrivare dal profondo. Ho filmato la scena accompagnandoli fino alla superficie. Un'esperienza incredibile, nonché il mio record personale di apnea: ma non mi sarei perso quelle immagini per niente al mondo.
Tag Heuer è un tuo partner di lunga data. Con la mia casa di produzione collaborato per Don't Crack Under Pressure 1,2,3 e Magnetic, film che sono stati tutti proiettati in cinema/eventi in tutto il mondo, in TV negli Usa e su Netflix. Quest'anno per il lancio del loro nuova collezione Aquaracer Professional 200 abbiamo prodotto un video sugli sport outdoor per supportarne la comunicazione.
Qual è il tuo rapporto con il tempo? Nella mia carriera, a volte i secondi sono vissuti come un'eternità, e il tempo è l'elemento più importante perché ti motiva: mi piace lavorare sotto pressione per essere puntuale.
Secondo la tua esperienza, perché le persone praticano sport estremi? Vogliono essere il più vicino possibile alla natura e questo tipo di esperienza dà loro quella sensazione che credo vogliano sentire nell'anima. Il messaggio dei miei film si è evoluto. Oggi è più introspettivo e più focalizzato sul reset, sul trovare una sintesi tra uomo e natura attraverso gli sport estremi.
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