Festival di Cannes, si parte con Zelensky e la zeta (censurata) di «Final Cut»
La kermesse francese è stata inaugurata dal deludente film di Hazanavicius, una zombie-comedy che sa di già visto. Interviene il presidente dell’Ucraina
di Andrea Chimento
2' di lettura
Falsa partenza per il Festival di Cannes: non convince Final Cut, il film di Michel Hazanavicius che ha inaugurato la prima serata della 75esima edizione della kermesse francese, al termine di una cerimonia in cui è intervenuto in videoconferenza anche Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino ha citato Il grande dittatore, sottolineando quanto al mondo di oggi serva un «nuovo Charlie Chaplin».
Fase calante
Con Final Cut, Hazanavicius conferma la fase calante della sua carriera post The Artist (la sua pellicola più importante e ricordata), a cui sono seguiti diversi titoli mediocri come The Search, Il mio Godard e Il principe dimenticato.
Non fa purtroppo eccezione questo nuovo lungometraggio, una zombie-comedy dal sapore metacinematografico incentrata sulla lavorazione di un «film nel film» che sembra virare presto verso il disastro. Durante la lavorazione, però, mentre tutti sono pronti a girare una nuova scena, la troupe viene sconvolta dall’arrivo di veri morti viventi. È curioso che già nel 2019 il Festival di Cannes avesse scelto per l’inaugurazione un’altra zombie-comedy: I morti non muoiono di Jim Jarmusch che è risultato, purtroppo, uno dei punti più bassi della carriera dello straordinario regista americano, a conferma che non è semplice essere originali all’interno di un filone molto specifico che ha già prodotto diversi validi lavori negli ultimi decenni. Si pensi a L’alba dei morti dementi di Edgar Wright o a Benvenuti a Zombieland di Ruben Fleischer, soltanto per citare alcuni dei titoli occidentali di questo (sotto)genere che hanno creato delle vere e proprie convenzioni.
Remake di un divertente film giapponese
Va inoltre evidenziato che la sceneggiatura di Michel Hazanavicius non parte da un’idea originale, ma è un rifacimento di un divertente film giapponese purtroppo poco noto nel nostro paese: Zombie contro Zombie – One Cut of the Dead di Shin’ichiro Ueda. Se già quella pellicola giocava con la parodia (con riferimento, per esempio, a Diary of the Dead del maestro dell’horror George A. Romero) è indubbiamente difficile trovare degli spunti degni di nota in Final Cut, film che inizialmente doveva intitolarsi Z (comme Z). Dal momento che la lettera Z ha assunto un significato ambiguo con la guerra di aggressione condotta contro l’Ucraina dal governo russo, il regista ha deciso di cambiare il titolo (l’originale francese è Coupez!). Qualche risata qua e là il film riesce anche a regalarla, ma la povertà del copione e una certa ridondanza generale rendono sempre più difficile il coinvolgimento con il passare dei minuti.Nel cast, Romain Duris e Bérénice Bejo s’impegnano ma non basta: un palcoscenico come quello del Festival di Cannes avrebbe meritato un’apertura decisamente migliore.
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