Finale di Euro 2020 confermata a Wembley con 60mila spettatori ma Merkel raccomanda: «Uefa sia responsabile»
Lo stadio di Wembley dovrebbe essere aperto a 60mila spettatori, ma non mancano le critiche
di Marco Bellinazzo
4' di lettura
Anche se la Uefa insiste nella sua scelta dello stadio di Wembley come sede della finale di Euro 2020, continuano però osservazioni da parte di importanti esponenti politici. La cancelliera tedesca Angela Merkel, ha detto martedì che spera che la Uefa agirà «responsabilmente» sulla questione delle partite degli europei di calcio Euro 2020 da disputare nel Regno Unito, vista la diffusione della variante Delta del coronavirus nel Paese. Merkel ha detto che sostiene gli sforzi del governo di Londra per garantire il rispetto delle regole igieniche necessarie nello stadio, che ha una capacità di 90mila spettatori. «Spero che la Uefa affronterà questo responsabilmente e non penso che sarà buono se gli stadi saranno pieni», ha detto la cancelliera a Berlino.
In ogni caso, la decisione sembra presa: la finale di Euro 2020 resta a Wembley. La Uefa lo ha ribadito dopo le varie ipotesi circolate in questi giorni relativamente ad un possibile spostamento della sede per l’atto conclusivo del primo Europeo itinerante. Ipotesi nate in prima istanza per questioni legate alla quarantena a cui devono sottostare i soggetti che fanno ingresso nel Regno Unito, poi rilanciate dal premier italiano Mario Draghi per via dell’aumento dei casi di Covid-19, dovute alla maggiore incidenza della variante delta. Questioni che hanno messo in dubbio lo svolgimento delle ultime partite a Londra, sede prescelta per semifinali e finale. Allo stato attuale, l’impianto londinese è aperto al 25% (può dunque ospitare 22.500 spettatori sui 90mila di capienza totale), ma per semifinali e finali si arriverà come ha annunciato il Governo di Londra al 75%, vale a dire a 60mila tifosi sugli spalti.
Le ultime da Londra
Il governo britannico ha fatto sapere che è ad un passo dal trovare l’accordo con la Uefa per assicurare che la finale di Euro 2020, in programma domenica 11 luglio, venga disputata a Wembley. Un accordo sarà ufficializzato a breve, dopo una serie di colloqui «dall’esito positivo» che si sono svolti negli ultimi giorni. La Uefa pretende che almeno in occasione dell’ultima partita dell’Europeo Londra sospenda le attuali misure restrittive anti-Covid per i suoi numerosi ospiti, una folta delegazione di circa 2.500 persone composta da dirigenti sportivi, autorità politiche, sponsor e media. Downing Street avrebbe proposto un compromesso che prevede un ampio allentamento delle suddette misure, alcune delle quali però resterebbero in vigore. La sottosegretaria alla Cultura, la Baronessa Barran, aveva spiegato lunedì scorso, 21 giugno,che una decisione finale, da parte britannica, non era stata ancora presa. L’ipotesi al vaglio prevede la creazione di una bolla sanitaria che consenta agli ospiti Uefa, pur nel rispetto delle misure di auto-isolamento, di presenziare alla partita, evitando però ogni contatto con gli altri spettatori presenti allo stadio e limitando al minimo la permanenza sull’isola.
La presa di posizione di Draghi
Nel corso del vertice di lunedì a Berlino, Mario Draghi si è espresso sulla possibilità che la finale di Euro 2020 non si disputi a Londra, come da programma: «Mi adopererò affinché non si faccia in Paesi con alti contagi,» ha dichiarato il presidente del Consiglio, preoccupato dai dati provenienti dal Regno Unito sull’aumento dei casi di Covid-19. Non ha citato Roma come possibile alternativa, ma una delle eventuali location sostitutive potrebbe essere proprio l’Olimpico, dove finora si sono giocate le tre sfide dell’Italia nella fase a gironi ed è in programma un quarto di finale.
L’impegno della Uefa
A stretto giro la Uefa ha però ribadito il suo impegno con il governo inglese per far svolgere le ultime gare dell’Europeo a Londra: «La Uefa - si legge in una nota - la federazione inglese e le autorità inglesi stanno lavorando a stretto contatto con successo per organizzare le semifinali e la finale di Euro a Wembley e non ci sono piani per cambiare la sede di quelle partite». Prima delle parole di Draghi, dall’Inghilterra, è emersa un’altra ipotesi: quella di spostare semifinali e finale a Budapest. Secondo quanto riportato dal Times, infatti, il nodo della questione è rappresentato dai 2.500 vip (ufficiali di gara, politici e sponsor) che dovrebbero sottostare alla quarantena prevista per i viaggiatori ordinari, fino a dieci giorni di isolamento. Una situazione sulla quale la Uefa e il governo inglese stanno lavorando, ma sullo sfondo è avanzata la possibilità di trasferire tutto a Budapest, dove non sono previste restrizioni e dove non sono state poste limitazioni al pubblico della Puskas Arena.
Monaco senza arcobaleno
D’altronde, tra Uefa e governo ungherese, i rapporti sono buoni. Almeno, questo testimonia la richiesta fatta dalla stessa Uefa alla città di Monaco, che avrebbe voluto illuminare lo stadio con i colori dell’arcobaleno nella sera di Germania-Ungheria, a sostegno della comunità Lgbtq+. La Uefa non ha dato l’autorizzazione «dato il contesto politico di tale richiesta», legata alle politiche ungheresi in materia. Un altro nodo politico, dunque, irrompe a Euro 2020 dopo le polemiche legate alla maglia dell’Ucraina contestata dalla Russia per la presenza della Crimea nella cartina del paese raffigurata sulla casacca. Senza dimenticare il caso sponsor con la bottiglie di Coca Cola spostate dal tavolino della conferenza stampa da Ronaldo e il caso Pogba-Heineken. Anche in quel caso, la Uefa è ufficialmente intervenuta a difesa dei propri partner. Adesso lo fa per ribadire la propria volontà di mantenere la sede prescelta per semifinali e finale, ovvero quella di Wembley. In attesa di novità sulla capienza effettiva per le ultime gare del torneo.
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