Finalissima Italia-Argentina, vince Londra con un indotto da 18 milioni
Verso il sold out il match della Cup of Champions Conmebol-Uefa. Una boccata d’ossigeno per la City che vive sempre di più di servizi e consumi
di Simone Filippetti
3' di lettura
Lungo Wembley Park Boulevard, via pedonale che corre sotto il celebre stadio di Londra, Jeff Bezos ha aperto, lo scorso anno, il primo Amazon Fresh d’Europa: sono i futuristici negozi senza casse di Amazon, il re delle compere on-line, dove si entra e si esce liberamente a fare la spesa. Il primo giugno nel negozio, come in tutti gli altri della via, ci sarà un boom di vendite, anche se l’uomo più ricco del mondo difficilmente se ne accorgerà. Allo stadio, ricostruito 15 anni fa dopo aver demolito lo storico edificio con le due torri, tempio dello sport che Londa apre solo per finali di calcio, partite della Nazionale e concerti, sono attese 86mila persone quella sera: si gioca la Finalissima 2022, la più recente novità della Uefa e della Conmebol. Il nome tecnico è Cup of Champions, una partita che disputano le nazionali vincitrici degli Europei della Coppa America, una sorta di SuperCoppa tra paesi, come quella dei club.
Una coppa nuova di zecca
Il debutto del neonato trofeo sarà tra Italia e Argentina e lo stadio prescelto è appunto Wembley. Londra si colorerà di azzurro e albiceleste: i biglietti sono stati messi in vendita lo scorso marzo e si sono polverizzati in una settimana, equamente divisi a metà per i tifosi italiani e argentini. Riempire Wembley per l’Italia è facile: nel Regno Unito vivono, ufficialmente, 400mila connazionali, ma si stima che il numero effettivo sia 700mila. Gli argentini residenti nel paese, invece, sono appena 10mila, complice anche la distanza. Ma la nazionale dell’Argentina, trainata dalla superstar Lionel Messi, conta milioni di tifosi ovunque. Curiosità geo-politica: la squadra sudamericana giocherà a Londra una finale nell’anno del 40esimo anniversario della Guerra delle Falklands, combattuta tra Regno Unito e Argentina.
Incassi dai biglietti
Ancora il 30 maggio, su internet, si trovavano ultimissime disponibilità: il sito di biglietti TiCombo dava 150 tagliandi ancora disponibili al prezzo 99 Sterline, la fascia più alta, quella dei Ticket+, che danno accesso al primo anello con bibita gratuita tra il primo e secondo tempo; e accesso all’area ristorazione (a pagamento). È probabile che finiranno anche quelli per le 19.45, quando scatterà il fischio d’nizio della partita. Per gli altri biglietti, quote popolari, come si diceva una volta: dalle 55 sterline alle 25 sterline del terzo anello. L’incasso dalla vendita è stimato attorno ai 4,5 milioni di sterline.Per Londra, che ormai da un anno ha riaperto dopo il Covid, è una boccata d’ossigeno: passata la pandemia, l’economia del paese, che vive molto di servizi e consumi, sta tornando di nuovo in affanno per colpa delle sanzioni alla Russia, della guerra in Ucraina del costo della vita impennato con l’inflazione attesa al 10 per cento.
L’indotto di Wembley
L’appuntamento calcistico darà una spinta commerciale a tutto Wembley Park, il complesso urbanistico sorto attorno allo stadio, un grande centro commerciale e ritrovo pullulato da decine di fast-food, ristoranti, pub, bar; e tanti negozi di abbigliamento sportivo e vari hotel per i tifosi che non vogliono la fatica degli spostamenti. La società di consulenza Deloitte, da tempo specializzata sull’industria del calcio, ha calcolato che una partita di calcio a Wembley porta tra i 15 e i 18 milioni di sterline di consumi addizionali. Tutto Pil che aumenta. La Finalissima è un solo evento, ma a Wembley in media ogni anno si svolgono quasi 60 eventi tra sport e concerti: il beneficio sull’economia è stimato in oltre 800 milioni di sterline. Il record economico, finora, spetta alla popstar Ed Sheeran che ha generato un indotto di 34 milioni di sterline con il suo spettacolo del 2018. Casualità del calendario, un mese dopo la Finalissima, il primo luglio Wembley ospiterà ancora il rossiccio cantante inglese.
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