Fiere

Finalmente arte dal vivo! ARCO Madrid ci riporta alla realtà

Successo di pubblico e vendite nonostante le restrizioni che impattano soprattutto sulle gallerie sudamericane. Vivace programma collaterale di eventi in fondazioni e musei

di Giovanni Gasparini

Monica Bonvicini da Peter Kilchmann

4' di lettura

Spostare una fiera da febbraio a luglio non è impresa facile, soprattutto se si tratta di una delle più grandi per numero di gallerie e pubblico atteso come Arco Madrid, da anni leader nel mercato latino in Europa e ponte verso il Sud America.
Nonostante le rimanenti restrizioni a viaggiare abbiano duramente colpito la componente internazionale, e in particolare extra-europea, il pubblico professionale nei primi tre giorni di apertura dal 7 al 9 luglio non è mancato con la presenza di oltre 20mila ingressi e 250 collezionisti invitati, come indicato dalla fiera, fra cui l'italiana Patrizia Sandretto Re Rebaudengo dell'omonima fondazione torinese.
In contemporanea con la fiera hanno aperto al pubblico una serie di eventi e mostre di arte contemporanea nelle molte fondazioni che animano il panorama dell'arte spagnolo, dove mercato e istituzioni si appoggiano grazie anche ad acquisizioni significative.
Tentiamo di riassumere la complessità di una fiera con oltre 150 fra gallerie e progetti di artista (mancavano circa 70 gallerie all'appello rispetto ad un anno fa); la fiera ha offerto anche uno sconto alle gallerie (-30%) portando il prezzo a 310 € per metro quadro.

Kevin Francis Grey da Galleria Secci

I trend: artiste e latinoamericani

La scelta della fiera di focalizzare al femminile i progetti d'artista e invitare le gallerie ad esporre artiste non è forse terribilmente innovativa ma sembra esser stata accettata di buon grado. Le gallerie hanno proposto 26 progetti individuali di artiste.Sebbene non sia stata formalmente oggetto di uno spazio interamente dedicato a lei, Monica Bonvicini presentava diverse opere in gran risalto alla galleria Peter Kilchmann, fra cui un ‘omaggio' a Duchamp riletto in chiave femminista (prezzo richiesto 60mila €) e una serie di fotografie su tappeti tutti unici a 8mila € ciascuno.
Le restrizioni hanno imposto di creare una zona curata per la presenza delle gallerie sudamericane, assenti con un vero e proprio stand ma presenti con opere singole in una sezione dedicata con 14 artisti rappresentati da altrettante gallerie fra cui nomi storici come Luciana Brito e Casa Triangulo.
L'identità di genere quale criterio di selezione ha premiato artisti transessuali fra cui Lyz Parayzo con aggressive sculture che richiamano Lygia Clark con prezzi sotto la soglia dei 10mila €.

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Paolo Cirio da NOME (Berlino)

In termini di medium si è notata una forte presenza di lavori fotografici, fra cui nomi già affermati come Chema Madoz con opere dal richiamo surrealista offerte da Elvira Gonzales fra 16mila € per i formati grandi e 6mila per le edizioni più piccole e numerose. La stessa galleria metteva in mostra anche uno specchio di Pistoletto recente con due personaggi femminili distratti dei loro smartphones, col prezzo a richiesta di 600mila €, uno dei più elevati per artisti viventi in mostra.
Bisogna andare nella sezione del moderno per veder prezzi simili o più elevati, con la Galleria Cayon che presentava una grande parete ottica di Alvaro Soto insieme ad un Castellani bianco più tardo.

Museo Helga de Alvear a Caceres

Le gallerie italiane e gli artisti italiani

Tre le gallerie italiane presenti, più una berlinese ma di proprietà italiana, tutte complessivamente soddisfatte per l'interesse ricevuto e le vendite. Iniziamo dalla berlinese Nome, guidata da Luca Barbeni alla seconda presenza ad Arco con un focus sull'italiano a New York Paolo Cirio presente con tre coppie di fotografie appropriate frutto di altrettanti progetti di investigazione dei lati oscuri del rapporto tra il web e il potere, offerte attorno ai 7.500 € ciascuna. La galleria ha venduto anche opere di Kameelah Janan Rasheed, afro americana presente con lavori in bianco e nero offerti fra 2 e 6mila €. La fiorentina Secci, alla prima partecipazione, in cerca di rafforzare il rapporto con artisti e collezionisti latinoamericani ha portato autori internazionali tra cui una serie di sculture recenti in marmo del nord irlandese basato in Italia Kevin Francis Grey prezzate fra i 35mila e 70mila £, oltre a lavori su carta del romeno Radu Oreian attorno a 4mila €.
Soddisfazione da Studio Trisorio per la vendita rapidissima di un lavoro unico di ombre creato da Fabrizio Corneli (prezzo richiesto 25mila €); la galleria proponeva anche due lavori su carta concepiti da Jan Fabre a Napoli nel 2019, sempre a 25mila €, e tre lavori di Francesco Arena con prezzi da 13mila a 37 mila €. Esordio importante per la milanese MAAB che ha riportato la vendita di due opere di Bruno Munari alla collezione Helga de Alvear (con opere dal prezzo richiesto fra 10mila e 60mila €). La galleria proponeva anche l'israeliano Tevet con opere geometriche colorate fra i 15mila e 40mila €.

Lavori di Munari e Tevet da MAAB Milano

La collezione Helga de Alvear

La fondazione promossa dalla storica gallerista tedesca trapiantata in Spagna ha comperato molti lavori per il suo nuovo museo coraggiosamente aperto a febbraio 2021 nella graziosa cittadina di Caceres, quasi al confine col Portogallo. Oltre a Munari andranno a raggiungere il museo opere di Antony Gormley e Gilbert&George vendute da Thaddeus Ropac. Nonostante la distanza da Madrid, il museo ospitato in un impeccabile edificio che si integra nella città medievale e barocca merita una visita sia per la qualità delle opere collezionate con eclettismo (da Goya e Picasso a Agnes Martin e Ai Wei Wei) che per il contesto storico. Un'ottima rappresentazione di come il mercato possa dar beneficio al lato istituzionale e viceversa, secondo un modello di integrazione che purtroppo in Italia soffre ancora dell'anacronistica visione dell'arte che domina troppi ambienti intellettuali e del MiBAC.

Fabrizio Corneli da Studio Tristorio

Altre attività culturali collaterali

Il museo di Caceres rappresenta una interessante alternativa allo sviluppatissimo sistema museale e di fondazioni concentrate nella capitale. Oltre all'eccezionale Prado coi sui grandi maestri fra cui Bosch, il cui linguaggio rimane contemporaneo a 500 anni di distanza, va notato lo sforzo della Collezione Thyssen-Bornemisza per restare al passo coi tempi con grandi mostre come la retrospettiva di Georgia O'Keeffe e il progetto TBA21 che promuove artisti contemporanei come la svizzera Claudia Comte con un progetto a difesa della barriera corallina.Operazione commerciale di successo per Hauser&Wirth che vede ospitata al Reina Sofia una personale della ‘sua' artista Ida Applebroog con una mostra di qualità museale che però ci fa riflettere su quale debba essere il rapporto corretto fra museo e galleria. Molti i nomi di artisti presenti in fiera e in istituzioni quali CentroCentro guidata dall'italiana Giulietta Zanmatti Speranza o Casa de América e il Circulo de Bellas Artes che presenta una mostra di fotografia africana.

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