Il bilancio

Finanziamenti per 1,3 miliardi di euro e crowdfunding oltre i 100 milioni: il 2021 anno d’oro per le startup italiane

Ecco cosa emerge dal report “Startup & Technology Trends” curato da StartupItalia in collaborazione con UpBase

di Gianni Rusconi

(vegefox.com - stock.adobe.com)

4' di lettura

La cifra è importante ed è pure simbolica, perché si tratta di una primizia assoluta: nel 2021, fino al 2 dicembre, è stato investito in startup e imprese innovative in Italia più di un miliardo di euro, e precisamente un miliardo e 348 milioni, con un salto in avanti rispetto al 2020 dell'85%. È un dato importante, come si diceva, quello che emerge dal report “Startup & Technology Trends” curato da StartupItalia in collaborazione con UpBase, perché segna il superamento di una quota simbolica e mai avvicinata negli anni passati. Nel 2017, tanto per avere un'idea della poderosa escalation, la raccolta di capitali si era fermata a circa 136 milioni, e quindi un decimo del valore dei finanziamenti registrati quest'anno. Altri numeri testimoniano lo stato di ottima salute del movimento startup tricolore: i round chiusi negli ultimi dodici mesi sono stati 150 (contro i 723 di un anno fa) e di questi più di 15 hanno superato i 10 milioni di euro, mentre le operazioni di equity crowdfunding continuano a crescere e hanno raggiunto nel 2021 i 108 milioni di euro, con un incremento del 42% anno su anno.

Ecosistema in forte sviluppo ma il gap con l'Europa rimane profondo

Parlare di ecosistema in forte sviluppo, non solo dal punto di vista qualitativo, ma anche e soprattutto delle opportunità di business, non è quindi fuori luogo. Anche perché l'interesse dei fondi di venture capital è in generale diversificato e riguarda molti settori e sempre più spesso sono fondi stranieri a puntare sulle startup italiane. La crescita degli investimenti, si legge nell'abstract del rapporto che il Sole24ore.com ha potuto visionare in anteprima, è un fattore importante anche del valore che hanno assunto le nuove imprese innovative le startup in Italia a 10 anni dalla prima legge as esse dedicata. Detto questo, il confronto con i numeri dei principali Paesi europei, Regno Unito e Germania in testa, dimostra che c'è ancora molta strada da percorrere. Un esempio? Nell'area di Monaco di Baviera, hanno sede ben 9 unicorni e le complessive 1.689 startup che operano in questa regione hanno raccolto, nel 2020, finanziamenti per oltre 1,4 miliardi di euro. L'ecosistema italiano, per contro, dimostra costanza quanto meno a livello quantitativo: le imprese innovative inserite nell'apposito registro del Mise sono salite a fine settembre oltre quota 14mila (14.032), 540 in più rispetto a luglio e circa duemila in più rispetto a un anno fa, per dare vita a un settore che occupa tra i founder circa 67mila professionisti. Non a caso il Ceo di StartupItalia, Filippo Satolli, parla di “significativa evoluzione alla quale hanno contribuito in modo sostanziale anche il quadro normativo e gli interventi statali”, e più precisamente il già citato startup Act varato nel 2012 dall'allora Ministro allo Sviluppo economico Corrado Passera e il fondo CDP Venture Capital varato nel 2020, che ha supportato le startup con una raccolta complessiva di oltre 500 milioni di euro.

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Le operazioni più rilevanti: comanda ScalaPay

Fra i botti principali del 2021, spicca sicuramente (proprio perché si tratta dell'operazione più importante a livello finanziario) quello da 155 milioni di euro di ScalaPay, la startup fintech che consente di dilazionare il pagamento di un oggetto desiderato a rate senza interessi. Nella lista dei round più importanti troviamo quindi i 118 milioni della neonata NewCleo, attiva in ambito energetico e fondata dal fisico Stefano Buono, e i 100 milioni Series C di Everli, marketplace attivo anche in Europa (Polonia, Repubblica Ceca e Francia) attraverso il quale i consumatori possono scegliere il supermercato in cui acquistare prodotti online. Di rilievo sono anche i 65 milioni di BrumBrum, il primo e-commerce italiano di auto usate e a km 0 e di noleggio a lungo termine. le rispettivamente, e i 50 milioni di Casavo (cui va aggiunta una linea di credito da 150 milioni di euro sottoscritta da Goldman Sachs), piattaforma di PropTech attiva nel segmento dell'instant buying immobiliare. E poi ancora i 32 milioni di Tannico, i 30 milioni di DoveVivo, i 43 milioni di Yapili e i 34 milioni di Cortilia con un round guidato da Red Circle Investments. Una menzione a parte, come osservano gli autori del rapporto, la merita Depop, realtà fondata in Italia da Simon Beckerman e poi trasferitasi in Inghilterra prima di essere acquisita quest'anno dal colosso dell'e-commerce Etsy per 1,6 miliardi di dollari.

Equity crowdfunding: il 90% delle campagne raggiunge il target

Rielaborando i dati dell'Osservatorio crowdinvesting del Politecnico di Milano, che indicano una crescita del 42% negli investimenti per oltre 108 milioni di euro (erano 76 milioni nel 2020), gli esperti di StartupItalia hanno analizzato 164 operazioni per rilevare come, a parità di numero di campagne concluse, quelle che hanno raggiunto l'obiettivo di raccolta prefissato hanno sfiorato il 90%, rispetto al 78% del 2020. Al momento sono 54 le piattaforme di crowdfunding autorizzate ad operare dalla Consob ma il mercato è concentrato principalmente attorno a quattro operatori: Mamacrowd, che svetta davanti a tutti con i suoi 50 milioni di euro raccolti complessivamente, e poi Opstart (27 milioni), Crowdfundme (25,6 milioni) e BacktoWork24 (20 milioni). Dal 2014 a oggi, la raccolta totale dei player di equity crowdfunding italiani ha superato i 330 milioni di euro in oltre 900 campagne, distribuendo capitali a 113 Pmi, 99 Pmi innovative, 52 veicoli di investimento e 540 startup.


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