Finarte propone artisti sottovalutati e aumenta il fatturato
di Silvia Anna Barrilà e Marilena Pirrelli
3' di lettura
La casa d'aste Finarte, marchio rilevato e rilanciato nel 2014 da un gruppo di soci investitori, ha chiuso il 2016 con un fatturato di 3,8 milioni di euro, in aumento del 52% rispetto al 2015 con quattro aste di quest'anno rispetto alle tre del 2015. Le percentuali di venduto sono state del 60% per lotto e del 72% per valore. L'attività della casa d'aste si è concentrata sull'arte moderna e contemporanea, unico settore battuto. Il top lot dell'anno è stata un'opera di Emilio Isgrò, da poco esposta nella personale a Palazzo Reale. ArtEconomy24 ha intervistato il presidente di Finarte Spa Giancarlo Meschi sull'andamento del mercato nel 2016.
Com'è andato il secondo semestre dell'anno?
Ci riteniamo soddisfatti dell'andamento complessivo dell'anno, soprattutto considerando che la nostra attività nel 2016 si è concentrata sul solo dipartimento di Arte moderna e contemporanea, con l'apporto sperimentale della fotografia.
Qual è la situazione del mercato delle aste in Italia?
Il mercato in Italia è diventato estremamente competitivo per l'aumentare dei soggetti che lo compongono, soprattutto su Milano, a fronte di acquirenti più prudenti e “riflessivi”. Bisogna fare un attento lavoro di raccolta puntando su provenienze autorevoli, sulle opere più rappresentative per ciascun autore e valorizzando nomi e periodi finora rimasti fuori dai grandi “fuochi d'artificio” di un mercato che sta subendo una forse fisiologica normalizzazione.
Avete segnato dei record?
All'asta di Arte moderna e contemporanea del 9 novembre è stato battuto il record per Emilio Isgrò, uno degli autori su cui c'è più attenzione oggi. Le quattro grandi opere dal ciclo “La veglia di Bach” (1985), appena esposte alla grande antologica a Palazzo Reale a Milano, sono state aggiudicate a 111.000 euro diritti inclusi, il record per l'artista (superiore di oltre il 50% al precedente). Due record italiani sono, invece, stati registrati all'asta di fotografia dell'8 giugno, rispettivamente per Abbas Kiarostami con la coppia di fotografie impressionate su tela “Stairs”, aggiudicato a 7.750 euro diritti inclusi, e per Candida Höfer con “Depot Klotzsche I”, stampa cromogenica battuta a 6.250 euro diritti inclusi.
Quali sono, per i diversi segmenti, i periodi storici e gli artisti più richiesti?
Per l'Arte moderna e contemporanea resiste l'attenzione per la Pop romana (Tano Festa, Mario Schifano, in crescita Giosetta Fioroni), c'è interesse per Isgrò, Boetti, Griffa, ma solo quando passa in asta il pezzo “giusto”.
Quali gli autori sottovalutati su cui consigliereste di investire?
Giacinto Cerone, Paolo Baratella, le opere storiche di Giuseppe Chiari e Lucio Del Pezzo; da tenere sempre in considerazione i capolavori degli artisti del Novecento
Cresce la partecipazione straniera?
Crescono sia l'interesse che la partecipazione, soprattutto sull'online: qui la percentuale di bidder stranieri è di circa il 35% (Stati Uniti, Germania, Spagna, Uk, Svizzera, Francia, Taiwan, Austria e Hong Kong), mentre quella telefonica è del 17,5%.
Qual è il prezzo medio delle opere aggiudicate nelle aste fisiche?
Il segmento su cui c'è maggior interesse è quello tra i 2.000 e i 20.000 euro.
Cresce il mercato online?
Pur non avendo attivato delle vendite esclusivamente online, a tutte le aste Finarte si può partecipare via web attraverso la piattaforma Invaluable: il numero di chi sceglie di fare le proprie offerte tramite questo canale è sicuramente in aumento con una percentuale tra i partecipanti prossima al 50%.
Qual è la percentuale di fatturato online sul totale?
Il fatturato online incide per il 9% sul totale.
Qual è il top lot online?
Il top lot aggiudicato tramite piattaforma online è “Water Lilies” di Mario Schifano, battuto a 42.000 euro.
E qual è il prezzo medio delle opere vendute nelle aste online?
Il valore medio dell'aggiudicato online si aggira sui 7.000 euro.
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