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Fincantieri e Leonardo al test del Polo nazionale della subacquea

Il Governo vuole crescenti sinergie. Sul tavolo un approccio di sistema pubblico-privato per gli investimenti militari

di Carlo Marroni

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3' di lettura

Un evento ha segnato la svolta decisiva nella percezione dell'importanza strategica del mondo subacqueo: il sabotaggio ai gasdotti North Stream, il 26 settembre 2022. È stato chiaro a tutti - ma gli esperti già lo sapevano bene - che il dominio del “underwater” è un elemento chiave strategico sia per le istanze militari che per la sicurezza delle infrastrutture economiche.

È stata la spinta decisiva per l'avvio della creazione del Polo nazionale della subacquea, che sorgerà a San Bartolomeo, La Spezia. Il Polo sarà un esperimento nuovo: nasce infatti con l'obiettivo di una stretta collaborazione tra Marina Militare, industrie del settore, sia le grandi - su tutte Fincantieri e Leonardo - e le molte Pmi, oltre al mondo dell'università e della ricerca. Un incubatore di nuove iniziative, acceleratore di start up, in un contesto in cui sono previsti negli anni ingenti investimenti.

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Il 20 aprile presso il Segretariato generale della Difesa e Direzione nazionale armamenti si sono incontrati governo, forze armate e imprese - sotto l’egida dell’Aiad, federazione delle aziende della difesa e aerospazio, presieduta da Giuseppe Cossiga - per concentrare le idee e le prospettive di una iniziativa pubblico-privato in un settore strategico, specie per l'Italia che ha oltre 8mila chilometri di coste.

Investimenti per il “multidominio”

Per ora gli investimenti sono poca cosa, ma il governo ci crede, ha assicurato il sottosegretario Matteo Perego. Il tema centrale nel modello delle forze armate moderne è il “multidominio”, concetto tridimensionale, che concerne le dimensioni fisica, cognitiva e virtuale, caratterizzato non solo dall’interconnessione tra i cinque domini operativi (terra, mare, aria, cyber, spazio), ma anche con gli ambienti informativo ed elettromagnetico. Bisogna partire da qui per avere una visione d’insieme di come gli investimenti sul militare si dirigeranno.

E con loro le imprese, e non solo in chiave militare, se si pensa a oleodotti e gasdotti, in particolare di Eni, reti di cavi per trasmissioni di elettricità e dati (in questo è presente Tim Sparkle come impresa-chiave). In questo progetto Fincantieri è in prima fila come potenziale “aggregatore” del Polo - che verrà inaugurato il 9 giugno, probabilmente alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella - come ha confermato a Il Sole 24 Ore il direttore generale della business unit Navi Militari, Dario Deste, «grazie agli investimenti in R&D e alle competenze tecnologiche e di integratore maturate con la recente costruzione di sommergibili hi-tech per la nostra Marina: i 4 battelli della classe U212A e i 2+2 U212 NFS, in corso di realizzazione, dove siamo prime contractor».

30 miliardi per rinnovare l’arsenale italiano

Le prospettive sono quindi molto impegnative, e il Polo fungerà da «moltiplicatore degli investimenti, in uno spazio che è all'80% inesplorato, quindi un ambiente ostile» ha detto l'ammiraglio Giuseppe Berutti Bergotto, sottocapo di Stato Maggiore della Marina, che ha quantificato in 30 miliardi in 15-20 anni l'investimento per il rinnovamento del nostro arsenale: «Servono certezza di stabilità e profondità di investimenti». Che quindi comprende il “subacqueo”, la cui strategicità è stata messa in luce anche dal generale Luciano Portolano, Segretario Generale Difesa: «Lo spazio sottomarino è un teatro di operazioni militari sempre più rilevante, dove si svolgono attività di intelligence, sorveglianza, difesa e deterrenza», ma c'è anche l'aspetto economico, sui rischi che potrebbero essere causati da attacchi a infrastrutture, fondamentali «per garantire la sicurezza, la connettività e lo sviluppo economico».

Tommaso Pani, senior Vice President Marketing and Strategic Campaigns di Leonardo, ha confermato la centralità del progetto per il gruppo, impegnato su tutti i segmenti della difesa: «Serve un approccio nazionale, imprese, ricerca, accademia, e uno stretto collegamento con le istituzioni». In un recente incontro all'Accademia navale di Livorno, Leonardo ha proposto la costituzione di un'Autorità Nazionale per il Traffico Subacqueo: la ragione è nella consapevolezza che la “situational awareness” subacquea è la precondizione per poter condurre l'intero spettro delle operazioni, difensive ed offensive.

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