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Fine del commissariamento per Ceva Logistics Italia

Il Tribunale ha disposto la revoca immediata del provvedimento in anticipo di tre mesi - I giudici hanno apprezzato gli sforzi della multinazionale per mettersi in regola

di Raffaella Calandra

3' di lettura


Davanti alla «consistente bonifica aziendale», il Tribunale dispone l’immediata revoca del commissariamento per Ceva Logistics Italia. Che può «ripresentarsi sul mercato, con un nuovo modello di gestione orientato a trasparenza e legalità», scrivono i giudici, in un decreto in cui stigmatizzano anche le criticità dell’intero comparto della logistica.
Il decreto del Tribunale di Milano - In quattordici pagine, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano accoglie la richiesta delle parti e fa terminare, in anticipo di tre mesi, l’amministrazione giudiziaria, stabilita nel maggio 2019 per caporalato, per la società che in Italia conta 42 sedi e mille dipendenti. I giudici apprezzano il «rispetto delle prescrizioni» da parte della multinazionale, gli sforzi di programmazione ed economici messi in atto, ma anche «la velocità nella loro realizzazione». Nel provvedimento, si passano in rassegna vari aspetti: l’introduzione e la verifica dei nuovi modelli organizzativi; la rinegoziazione dei vecchi contratti; la tutela dell’occupazione, ma anche le questioni rimaste aperte, come il contenzioso con i lavoratori del consorzio Premium Net, sottoposto a sequestro nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Pavia: «Non si è riusciti a definire i termini di un accordo tombale, malgrado il versamento di una somma pari a 6 milioni di euro».


Il contratto con Mondadori

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Il via libera dal Tribunale, alla chiusura anticipata del commissariamento, è maturato dopo aver ricevuto un’integrazione della relazione dell’amministratore giudiziario, ma anche la soluzione di un complesso accordo tra Ceva e Mondadori, che «produceva una perdita per la società amministrata di 1 milione di euro al mese», riportano i giudici. E questo avveniva «per fattori che non si è riusciti ad accertare (imperizia legale e gestionale? Strategia aziendale, corruzione tra privati?)», si chiede il Tribunale. Alla fine, quel contratto, che sarebbe scaduto nel 2026, è stato sostituito da uno nuovo, con corrispettivi mensili aumentati di 190mila euro e un’intesa condivisa, anche grazie «alla disponibilità – sottolineano i giudici – dell’amministratore delegato Ernesto Mauri».


Il mercato della logistica

Il via libera alla fine anticipata della misura nasce anche dalla consapevolezza maturata dal Tribunale della «crisi reputazionale», sofferta dalla società, proprio per la presenza dell’autorità giudiziaria: invece di essere un elemento di maggiore affidabilità, riflettono i giudici Fabio Roia, Veronica Tallarida, Ilario Pontani, ha messo in fuga da Ceva non pochi clienti. Tanto che, come anticipato dal Sole24ore, anche la documentazione fornita dagli avvocati della multinazionale con l’elenco di clienti storici, passati da Ceva ad altre società, è divenuto materiale per l’inchiesta preliminare, sul mondo della logistica, portata avanti dal pm Paolo Storari. Il dubbio degli inquirenti, condiviso ora dalle Misure di Sorveglianza, è che la presenza dei «presidi giudiziari costituisca un fattore di disincentivazione all'accordo, qualora i grandi committenti – riflettono i giudici nel decreto - intendano operare in zone grigie». In questi nove mesi di attività, l’amministratore giudiziario, Roberto Paese, ha acquisito e segnalato in Procura diverse «notizie di reato a carico di società, per omesso versamento dell’Iva».

Casi che rientrano nel quadro di un mercato della logistica, «fortemente condizionato da situazioni di sfruttamento e illegalità diffusa, ancorata – nota il presidente, Fabio Roia - ad utilizzo di società cooperative create come schermo giuridico e leve di evasione di imposta».
Il protocollo di legalità - Per questo, dopo la convocazione di un tavolo in Prefettura, si sta ora stilando un protocollo di legalità. E «l’adesione o meno a tale progetto evidenzierà – concludono i giudici - l’approccio politico di tutti gli enti, alcuni dei quali già hanno sollevato però perplessità».

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