ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLe ricadute della crisi ucraina

Finlandia nella Nato: sì di premier e presidente. Mosca «risponderà alla minaccia»

Presidente e premier hanno sciolto le riserve sulla domanda di adesione, a cui manca ora solo il via libera del Parlamento. E a giorni potrebbe aggiungersi la Svezia

di Michele Pignatelli

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3' di lettura

La Finlandia deve presentare richiesta di adesione alla Nato «senza indugio». Sul passo storico del Paese scandinavo c’erano ormai pochi dubbi, ma li ha fugati la nota congiunta diffusa dal presidente Sauli Niinisto e dalla premier Sanna Marin.

«Speriamo – aggiungono i leader – che i passi necessari per formalizzare questa decisione vengano presi rapidamente nei prossimi giorni». Un auspicio che, più che essere dettato da vera incertezza sul via libera del Parlamento, atteso già lunedì 16, appare una cautela formale, dettata forse dall’opportunità di avere a bordo anche la vicina Svezia, dove il Partito socialdemocratico al potere potrebbe esprimersi in questo senso domenica 15 maggio e il governo ha convocato una riunione straordinaria lunedì 16 per prendere una decisione formale sulla domanda di adesione alla Nato.

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Svolta storica

L’invasione russa dell’Ucraina e i timori per la sicurezza nazionale innescano dunque, in tempi rapidissimi, dinamiche esattamente contrarie agli auspici del presidente russo Vladimir Putin; dinamiche che sembravano impensabili dopo decenni di neutralità, ma ormai quasi inevitabili alla luce della svolta anche a livello di opinione pubblica: in Finlandia, stando all’ultimo sondaggio, il sostegno all’ingresso nell’Alleanza è salito al 76% contro il 25% medio che si registrava negli anni precedenti; e anche in Svezia oltre il 60% della popolazione è ormai a favore.

La politica a Helsinki ha dunque agito di conseguenza. A marzo il governo ha avviato una revisione della politica di sicurezza – che fino all’invasione dell’Ucraina aveva privilegiato neutralità e buon vicinato con l’ingombrante vicino russo - e ha consegnato un “libro bianco” alla discussione del Parlamento (chiamato a prendere la decisione finale), quindi ha avviato incontri con tutti i gruppi parlamentari per assicurarsi un sostegno unanime.

Nel frattempo presidente e premier hanno iniziato un giro di incontri internazionali – l’ultimo mercoledì con il premier britannico Boris Johnson - per preparare la strada all’approvazione dell’ingresso nell’Alleanza (che dovrà essere ratificata da tutti e 30 I Paesi Nato) e garantirsi anche il supporto di cui la Finlandia avrà bisogno nella “zona grigia” - fino a un anno di tempo - che intercorre tra la presentazione della domanda e l’effettivo ingresso, quando sarà in vigore l’articolo 5 del Trattato, che impegna l’Alleanza a intervenire al fianco di un Paese membro attaccato.

La risposta di Mosca

Non erano del resto mancate le minacce preventive nei confronti di Helsinki e Stoccolma da parte della Russia, con cui la Finlandia condivide un confine di 1340 chilometri. E, subito dopo l’annuncio finlandese, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che l’ingresso della Finlandia nella Nato rappresenta «certamente» una minaccia, a cui Mosca è pronta a fornire una «risposta decisa», la cui entità dipenderà da «quanto l’infrastruttura militare dell’Alleanza atlantica si avvicinerà ai nostri confini». Il ministero degli Esteri ha aggiunto poi che la Russia sarebbe costretta ad attuare “misure di ritorsione tecnico-militari o di altra natura”, senza fornire ulteriori dettagli.

Ben circostanziata è invece la minaccia riportata dal giornale finlandese Iltalehti, secondo cui Mosca avrebbe avvertito l'establishment scandinavo che le forniture di gas a Helsinki saranno tagliate già da venerdì 13. Il gas rappresenta solo il 5-6% dei consumi energetici finlandesi ma viene perlopiù dalla Russia, anche se il Paese si sta attrezzando per affrancarsi dalla dipendenza; un'interruzione improvvisa potrebbe dunque creare problemi e necessità di adattamento immediato alle aziende, a cominciare dai gruppi più grandi come Neste e Metsa

La forza militare di Helsinki

Sul fronte specificamente militare, peraltro, la Finlandia ha sempre ostentato sicurezza, forte anche di un esercito tra i più efficienti e attrezzati d'Europa (280mila soldati e 900mila riservisti), che fornirà alla Nato un contributo notevole nella strategica area del Mar Baltico. Anche per questo l'Alleanza l'aspetta a braccia aperte, insieme alla Svezia, e il segretario generale Jens Stoltenberg ha ribadito la promessa di una procedura rapida di adesione. Nel frattempo, riferiscono fonti dell'Alleanza, i Paesi membri si impegneranno a garantire la sicurezza di Helsinki.


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