Firenze tra icone classiche e design
Si può fare tappa nel capoluogo fiorentino per riscoprire gli angoli rinascimentali che la rendono unica e mostre originali come quelle dedicate a Jeff Koons e Jenny Saville
di Luca Bergamin
I punti chiave
4' di lettura
Dai mercatini al festival delle luci passando per le vie illuminate ma soprattutto per riscoprire la ricchezza dei musei e le mostre eccellenti che regala il fitto calendario di appuntamenti del capoluogo fiorentino. Firenze torna ad essere la meta ideale dove fare tappa in occasione dei week end natalizi (e non solo) per riscoprire il suo fascino rinascimentale ma anche le sue numerose proposte culturali.
Palazzo Strozzi per spiare l’irriverente Koons
Dentro le icone classiche si può vivere l’esperienza di un contatto ravvicinato con l'arte e il design. Accade ad esempio che la mole imponente, emblematica del Rinascimento rappresentata da Palazzo Strozzi, appartenuto all'omonima famiglia che fu cacciata da Firenze per la sua avversione ai Medici, ospitano le creature in acciaio inossidabile lucidato a specchio, irriverenti, dalle tinte abbaglianti e la vernice trasparente di Jeff Koons. Oppure l'esposizione Jenny Shine in cui le sue sculture e installazioni sono create per stupire con la loro lucentezza e solleticare un rapporto diretto con il suo coniglio, aragosta, delfino, il cane, per turbare con le forme ammiccanti di Seated Ballerina o l' incontro ravvicinato dall'esito incerto con Hulk. L'esposizione di Jeff Koons si accompagna, in questo dialogo tra i luoghi classici della grande bellezza fiorentina e l'arte contemporanea, con la personale di Jenny Saville, icona femminile degli Young British Artists, diffusa tra il Museo del Novecento, Palazzo Vecchio, l'Opera del Duomo, l'Istituto degli Innocenti e Casa Buonarroti.
Young British Artist e Michelangelo Buonarroti
Quei corpi nudi che sembrano promanare l'uno dall'altro, le sue Madonne dallo sguardo apparentemente distratto, il volto della donna non vedente incontrata a Napoli e ritratta in Cecità, l'opera La Guerra che grida nel silenzio del tratto l'insensatezza del conflitto siriano sono nate anche dalle esperienze ravvicinate di Saville coi capolavori presenti nei luoghi della città che adesso le ospitano. In particolare, è evidente la suggestione suscitata in lei dalla Madonna col Bambino di Michelangelo, datata intorno al 1523, che si trova appunto a Casa Buonarroti. L'uscita del film House of Gucci interpretato da Lady Gaga e Adam Driver sta dando ulteriore popolarità al brand già notissimo. Ecco, dunque, che sorge la curiosità di entrare nel Gucci Garden per visitare il nuovo Giardino degli Archetipi, uno spazio immersivo e multi-sensoriale in cui si viene a essere partecipi delle fonti da cui sono scaturite le utopie estetiche del fashion designer Alessandro Michele. Si ritrovano un po' gli stessi colori e sapori che si gustano ai tavoli della Gucci Osteria di Massimo Bottura. Nel chiostro dell'ex Monastero di Sant'Ambrogio, invece, si va per il brunch della domenica e una fetta di torta vegana serviti al trendy Caffè Ditta Artigianale. Per la cioccolata calda bellissimo è il panoramico Caffè del Verone perché si trova proprio all'ultimo piano del Museo degli Innocenti: in pratica l'architettura del Brunelleschi la si incontra sia davanti agli occhi, sia sotto i piedi dove c'è il chiostro dei maschi e quello delle femmine del museo, mentre prima di salire si gustano i capolavori del Ghirlandaio.
Alla Dimora Palanca con vista sul Brunelleschi
Sembra così vicina, la Cupola del Duomo progettata da Filippo Brunelleschi che viene da allungare la mano per accarezzarla sullo sfondo di quel tondo azzurro che è il cielo. E anche l'inconfondibile Palazzo Vecchio fa capolino da certune finestre soggiornando alla Dimora Palanca, da poco restaurata, e incastonata tra le due meraviglie botaniche del Giardino di Palazzo Corsini e gli Orti Oricellari. In questo edificio ottocentesco, Stefano Viviani, designer e architetto, ha ridato splendore agli affreschi dei soffitti, agli stucchi e al pavimento in pavé toscano, alle colonne e alle scalinate in marmo. Anche la serra e il giardino sono rifiorite, mentre nelle stanze si incontrano elementi di arredo firmati da Antonio Citterio, Pietro Lissoni, Naoto Fukasawa, Marcel Wanders, i vasi e le ceramiche di Paola Navone: qui, insomma, si può vivere la storia dell'arte e del design. Per poi cenare ai tavoli di Mimesi e avventurarsi con soddisfazione nel viaggio gastronomico e anche alchemico dello chef Giovanni Cerroni al Ristorante Mimesi che non si accontenta della gola ma sa coinvolgere anche gli altri sensi, prestando molta attenzione ai sapori autentici della Toscana, ad esempio cucinando le uova della gallina nera del Valdarno, il cavolo nero, la cipolla di Certaldo, il pecorino, usando grani e legumi antichi e sani.
A Palazzo Gaddi per un’immersione nel Cinquecento
Il cinquecentesco Palazzo Gaddi (ndr ora NH Collection) è un altro luogo per un soggiorno ameno in cui l'immersione nell'arte classica è assai piacevole, come se si salisse su di una macchina del tempo senza perdere gli agi contemporanei. La famiglia aristocratica che gli dà il nome era così amante della pittura che alcuni suoi rappresentanti divennero artisti, il primo, Gherardo, addirittura entrò nella bottega di Cimabue, Taddeo fu assistente di Giotto, lavorando anche alla celeberrima Cappella Baroncelli in Santa Croce. John Milton, ospite anch'egli, forse scrisse qui pagine del suo Paradiso perduto: ecco, quella bellezza, la si ritrova oggi nel Salone monumentale dove si erge la pregevolissima scultura di Ercole in riposo lungo le balaustre, opera di Gioacchino Fortini, mentre il Piano Nobile è un'apoteosi di sale e soffitti affrescati tra cui si riconosce la mano di Luca Giordano, mentre gli stucchi sono settecenteschi, e accanto si trova anche la grande tela di Ranieri Del Pace e raffigurante Rinaldo e Armida sorpresi da Carlo e Ubaldo: la mitologia, dunque, va a braccetto col comfort odierno,
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