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Firenze, l’aumento della tassa di soggiorno mette in allarme gli albergatori

Il Comune di Firenze ha deciso di aumentare la tassa di soggiorno per far fronte alle necessità di bilancio e per evitare di «gravare sui fiorentini» come spiegato da Palazzo Vecchio. Ma gli albergatori vanno all’attacco

di Silvia Pieraccini

(Lucky Dragon - stock.adobe.com)

2' di lettura

«L’alternativa era aumentare le tasse ai residenti». Così il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha giustificato gli aumenti della tassa di soggiorno varati un giorno fa dalla sua Giunta, legati alla classificazione delle strutture ricettive: il pernottamento in un hotel 5 stelle (che era fermo da 11 anni) passa da 5 a 8 euro, subendo l’aumento maggiore, +60%; quello nei 4 stelle lievita da 4,90 a 7 euro (+43%); i tre stelle salgono da 4,5 a 6 euro a notte (+34%); i due stelle passano da 4 a 4,5 euro; gli alberghi a una stella da 3 a 3,5 euro. Aumenti anche per le strutture extralberghiere (da 4 a 5,5 euro a notte) e per le residenze d’epoca (da 4,90 a 7 euro).

«In questo modo Firenze diventa la città turistica più cara d’Italia», hanno protestato gli albergatori di Confindustria, Federalberghi e Confesercenti, chiedendo modulazioni diverse in alta e bassa stagione. Ma l’unica deroga che il Comune sembra intenzionato a concedere riguarda i visitatori business: al raggiungimento dei sette pernottamenti in un anno (anche non consecutivi e anche in strutture diverse) non pagheranno più la tassa di soggiorno, grazie a una modifica del regolamento comunale che sarà varata dal Consiglio a fine marzo. Gli aumenti saranno operativi dal 1° aprile, e questo è stato l’altro motivo di scontro con gli albergatori che lamentano il fatto di aver già venduto le camere ai prezzi finora in vigore, e avrebbero voluto più tempo a disposizione per adeguarsi.

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Il rischio, spiegano, è di spingere i turisti, soprattutto chi arriva in comitiva, a soggiornare fuori da Firenze, dove la tassa di soggiorno è inferiore. L’assessore al Bilancio, Giovanni Bettarini, getta acqua sul fuoco: «Firenze è la città in cui i prezzi degli hotel sono aumentati di più l’estate scorsa, +38,5% rispetto al 2021, non credo che gli albergatori avranno problemi ad applicare gli aumenti della tassa di soggiorno». Aumenti che aiuteranno il Comune a “chiudere” il bilancio 2023, grazie alla prospettiva di incassare 15 milioni di euro in più (e 20 milioni in più nel 2024). A regime gli introiti fiorentini previsti dalla tassa di soggiorno, col ritorno del turismo ai livelli pre-Covid di oltre 10 milioni di pernottamenti all’anno, supereranno i 77 milioni di euro.


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