Corte permanente di arbitrato dell’Aia

Firenze sede distaccata del tribunale dell’Aia

Per la città un indotto di servizi che la Camera di commercio è pronta ad offrire ai litiganti: interpretariato, servizi tecnico-giuridici e di segreteria

di Silvia Pieraccini

2' di lettura

Tra poche settimane la Corte permanente di arbitrato dell’Aia si esprimerà su una vicenda che ha riempito le cronache per anni, quella dei due fucilieri della Marina militare - i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone - che nel febbraio 2012, mentre erano sulla petroliera italiana Enrica Lexie a circa 20 miglia dalla costa indiana, uccisero due pescatori che si erano avvicinati alla nave. La Corte arbitrale dell'Aia dovrà decidere chi, tra Italia e India, abbia la giurisdizione sulla complicata vicenda. A chiamarla in causa sono stati i due Paesi (nel caso italiano, il governo Renzi nel 2015), visto che la Corte olandese ha competenza a giudicare le controversie tra Stati o tra uno Stato e un privato.

L’accordo del 2018

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Le udienze si sono tenute all’Aia, dove la Corte ha sede (nello stesso palazzo della Corte internazionale di giustizia che giudica i crimini contro l’umanità), ma d’ora in poi potrebbero tenersi anche a Firenze. La Camera di commercio del capoluogo toscano, infatti, è diventata una delle sedi distaccate della Corte permanente di arbitrato, grazie a un accordo firmato nel 2018.
C’è voluto un anno e mezzo per rendere operativa l'intesa, ma ora finalmente si parte. In Europa l'unica altra sede distaccata della Corte arbitrale dell'Aia è Lisbona; nel mondo le città in cui si possono tenere udienze sono in tutto 27. L’accordo con Firenze non porterà solo prestigio. La speranza è che porti anche indotto, fatto dai servizi che la Camera di commercio è pronta ad offrire ai litiganti forte dell'esperienza accumulata nel campo delle mediazioni internazionali: interpretariato, servizi tecnico-giuridici e di segreteria.

Arbitrati sui beni culturali

La speranza, soprattutto, è che la città toscana ospiti le udienze degli arbitrati internazionali sui beni culturali e sul patrimonio artistico, così da collegarsi a una ricchezza e a una competenza territoriale che pochi altri luoghi hanno. «Firenze potrebbe risultare interessante anche per le controversie in cui non è coinvolta l’Italia - spiega Chiara Tondini, avvocato della Camera di commercio fiorentina che si occupa di mediazione e arbitrato - perché è più facile che le parti scelgano una sede neutrale e comoda dal punto di vista logistico».
Le dispute sul patrimonio artistico finora decise dalla Corte arbitrale dell'Aia hanno riguardato soprattutto la titolarità dei beni sottratti agli ebrei durante la seconda guerra mondiale e quelli sottratti dalle colonie. Uno dei casi su cui la Corte dell'Aia è stata chiamata a decidere, a esempio, nasceva dalla distruzione di un obelisco da parte dei soldati etiopi, per la quale l'Eritrea chiedeva un risarcimento. È proprio per aggiornare i metodi di risoluzione delle dispute internazionali sui beni culturali che la Camera di commercio di Firenze ha promosso per il prossimo 25 ottobre un convegno che vede tra i relatori giuristi, avvocati, direttori di musei, galleristi, antiquari, forze dell'ordine. Un modo per fare il punto su attività e strumenti per recuperare dipinti, sculture e opere d'arte contese oggi come ieri, visto che su questo terreno le sottrazioni e le rivendicazioni non sembrano sentire la crisi.

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