Fisco, concorrenza e reddito: a che punto sono i primi tre dossier della ripresa
A settembre non ci sarà solo l’appuntamento con la NaDef. Dopo alcuni slittamenti, il governo Draghi sarà chiamato a completare la prima tranche di riforme annunciate nel Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza
di Andrea Carli
I punti chiave
4' di lettura
Qualcuno l’ha battezzata, non con una certa enfasi, “la campagna d’autunno”. Anche perché il contesto è sempre più simile a una chicane in corrispondenza della quale alzare il piede dall’acceleratore delle riforme non è tra le soluzioni consentite, pena la perdita dei fondi Ue del Recovery Plan, dopo che la Commissione europea ha staccato il primo assegno da 25 miliardi per l’Italia.
Riforma fiscale, concorrenza, ma anche revisione del reddito di cittadinanza. I dossier economici che governo e Parlamento si troveranno a dover affrontare dopo la pausa estiva, e quindi tra una manciata di giorni, sono numerosi, complessi e dal punto di vista politico rischiano di trasformarsi inevitabilmente in terreno di acceso confronto, anche perché l’appuntamento con le elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre si avvicina e i partiti hanno già acceso i motori della campagna elettorale. Le forze della maggioranza punteranno a marcare le differenze.
Entro il 27 le nuove previsioni della NaDef
Già di per sé settembre è un mese strategico. Ogni anno infatti il ministero dell’Economia presenta, entro il 27, le nuove stime della NaDef, ovvero la Nota di aggiornamento al Def, il Documento di economia e di finanza, che a sua volta costituisce il principale documento di programmazione nazionale della politica economica e di bilancio. L’aggiornamento della NaDef delinea il quadro dei conti pubblici aggiornato e con le prime linee macroeconomiche che indicano i margini della manovra di bilancio il cui varo è fissato ora il 20 ottobre.
L’appuntamento con le riforme previste dal Pnrr
Quest’anno c’è un tassello in più. A settembre non ci sarà infatti solo l’appuntamento con la NaDef. Dopo alcuni slittamenti, il governo sarà chiamato a completare la prima tranche di riforme annunciate nel Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza: la legge delega sul fisco e il ddl concorrenza, attesi a luglio ma rimandati per concentrarsi allora sulla riforma giustizia. In un certo senso, ora l’esecutivo “è atteso al varco”.
Poche risorse per tagliare le tasse
Ma da dove si parte? Per quanto riguarda la riforma fiscale, il contesto è quello di poche risorse per tagliare le tasse, e di idee diverse su come impiegarle. Il primo intervento, su cui convergono tutte le forze politiche, è la cancellazione dell’Irap. Il governo ha già espresso parere favorevole, ma non ha invece mostrato di condividere altre misure bandiera come la proposta del Pd di una dote per i diciottenni a carico dei più ricchi e la flat tax della Lega. Piuttosto, in questo caso, l’idea potrebbe essere quella di un’uscita più graduale dal regime agevolato per gli autonomi con ricavi fino a 65.000 euro.
È condiviso praticamente da tutti l’obiettivo di smussare il terzo scaglione Irpef, ma l’intervento richiederebbe risorse che al momento sono da reperire. Probabile dunque che il tema venga rimandato ai decreti delegati o alle manovre dei prossimi anni. La riforma fiscale è destinata a dominare il dibattito d'autunno, anche se le misure della legge delega che il governo dovrebbe presentare a settembre avranno una traduzione pratica diluita nel tempo con i decreti attuativi. Il ministro dell’Economia Daniele Franco ha già messo in chiaro che non si può mettere in pericolo la «tenuta dei conti pubblici». Sul tavolo c’è peraltro anche la riforma della riscossione, su cui il Mef ha già inviato una dettagliata relazione al Parlamento.
Concorrenza, disegno di legge atteso in Cdm a settembre
La nuova legge sulla concorrenza, che soffre dello slot saltato a fine luglio, dovrà regolare il sistema di realizzazione e gestione delle infrastrutture strategiche, la rimozione di barriere all’entrata nei mercati. Ma dovrebbe avere anche una parte di semplificazioni visto che punta a spingere la produzione di rinnovabili che è frenata dall’iter burocratico. Il disegno di legge per la concorrenza, atteso in consiglio dei ministri a settembre, conterrà misure per le gare dei servizi pubblici locali, trasporto compreso.
Energia, porti, rifiuti e sanità saranno i capitoli principali del provvedimento di legge, in cui dovrebbero essere inserite gare per le concessioni delle aree demaniali portuali, misure sulle concessioni per la distribuzione del gas naturale ma anche un intervento per la liberalizzazione della vendita di energia elettrica, con in più una spinta alla costruzione di colonnine di ricarica.
Dovrebbero subire un’accelerazione le procedure per le autorizzazioni per gli impianti di smaltimento dei rifiuti che avranno tempi certi, probabilmente non superiori ai 15 giorni. Attenzione anche alla distribuzione dei farmaci, alla disciplina dei medicinali bio-similari e alla rimborsabilità degli equivalenti. Diatribe politiche già si annunciano in particolare su due fronti: la messa a gara dei servizi pubblici locali e la liberalizzazione delle infrastrutture idroelettriche, le dighe oggi affidate alle Regioni, su cui la Lega ha già storto il naso in passato.
Reddito di cittadinanza: braccio di ferro nella maggioranza tra Lega e M5s
Il futuro del reddito di cittadinanza, più vicino all’ipotesi di un restyling rispetto a quella di un colpo di spugna, si preannuncia come il terreno di scontro più duro tra M5s e Lega. Un confronto tutto interno alla maggioranza, che si svilupperà in parallelo a quello sul superamento di Quota 100, la misura previdenziale che quest’anno terminerà la fase di sperimentazione. E le prime schermaglie già si sono viste. Al tempo del governo giallo-verde, il sostegno al reddito e Quota 100 sono state infatti le misure su cui si è retta l’alleanza del Conte 1.
La Lega però scalpita di fronte a quello che viene giudicato un sussidio dannoso per il mercato del lavoro. Matteo Salvini ha annunciato che metterà la sua firma sul ddl per l’abolizione e di voler utilizzare le risorse per prolungare Quota 100. Giuseppe Conte, leader dei Cinque Stelle, ha chiaramente difeso quella che ha definito «una misura di civiltà»: Ma a detta di tutte le forze politiche, anche del M5s, il reddito di cittadinanza necessita effettivamente quanto meno di un tagliando che favorisca le politiche attive, tema sul quale è in programma un tavolo con le parti sociali e il ministro del lavoro Orlando già questa settimana, il 2 settembre.
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