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Fisco, nuovo calendario: stop a 200 scadenze ad agosto

Nello schema delineato si dovrebbe ripartire dal 10 settembre, allungando quindi la sospensione attuale che va dal 1° al 19 agosto con ritorno alla cassa o all’adempimento il 20 agosto

di Giuseppe Latour, Giovanni Parente

Leo a Telefisco: moratoria estiva su lettere e avvisi

3' di lettura

La delega fiscale punta decisa alla riscrittura del calendario fiscale. Un ridisegno complessivo, nel tentativo di evitare sovrapposizioni e concentrazioni di appuntamenti per contribuenti, imprese e professionisti che li assistono. Con il Ddl delega, a cui sta lavorando e che dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri entro la prima decade di marzo, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo punta a far passare il principio che non dovranno esserci adempimenti fiscali nel mese di agosto, come anticipato durante l’intervista a Telefisco 2023.

A conti fatti si tratterebbe di “ripulire” il calendario di circa 200 scadenze fiscali, rappresentate per la quasi totalità da versamenti (considerando il mese di agosto degli ultimi cinque anni la percentuale non è mai scesa sotto il 90%). Nello schema delineato dalla “delega Leo” si dovrebbe ripartire dal 10 settembre, allungando quindi la sospensione attuale che va dal 1° al 19 agosto con ritorno alla cassa o all’adempimento il 20 agosto.

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LE CIFRE IN GIOCO
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Un’ipotesi su cui sono in corso approfondimenti di natura tecnica, per evitare poi un effetto imbuto alla ripresa dalla pausa estiva. Anche perché c’è da considerare che il traguardo di metà settembre è già tradizionalmente parecchio affollato: nel 2022 i versamenti del 15 settembre sono stati 108, nel 2021 tra il 15 e il 16 i versamenti sono stati 181, nel 2020 il 16 settembre siamo arrivati a quota 174. Insomma, spostando meccanicamente in avanti le scadenze di agosto, c’è la certezza di creare un ingorgo, facendo rimpiangere a professionisti e contribuenti la tregua agostana. L’obiettivo, allora, dovrebbe essere quello di una totale riscrittura del calendario.

Anche perché Leo punta, tra le altre cose, alla trimestralizzazione dei versamenti per i soggetti minori. Oggi questi già pagano l’Iva trimestrale; a questo adempimento si può allineare il pagamento delle ritenute, tornando solo nell’ultimo trimestre dell’anno alla cadenza mensile, per non generare un impatto sui conti pubblici.

Va, poi, considerato quanto gettito muove l’autoliquidazione delle imposte sui redditi (Irpef e Ires). Ad esempio il 2022 ha fatto segnare un importo quasi di 14 miliardi di euro, ma il raffronto con i dati soprattutto dell’anno precedente deve tener conto della proroga per i soggetti Isa a metà settembre che era stata disposta nel 2021.

Ma considerata la necessità di una maggiore certezza per i contribuenti, la delega fiscale punta a una stabilizzazione del calendario, evitando in questo modo l’annuale “rito” della proroga dei versamenti per autonomi, professionisti, imprese e società per cui sono state elaborate le pagelle fiscali. È chiaro, però, che per l’anno in corso bisognerà fare i conti con i tempi di approvazione della delega. Dopo il passaggio in Consiglio dei ministri, infatti, il Ddl dovrà essere approvato da Camera e Senato. A quel punto poi la palla tornerà al Governo per i decreti delegati, che prima di essere definitivamente approvati dovranno essere sottoposti al parere delle competenti commissioni parlamentari. Insomma, per l’estate 2023 i tempi non dovrebbero essere già maturi e, se il Governo volesse pensare di anticipare per via normativa l’operazione moratoria estiva, dovrebbe farlo attraverso un altro provvedimento.

Tanto più che, secondo le intenzioni manifestate a Telefisco, l’operazione «tax free» nel periodo più caldo dell’anno dovrebbe essere più ampia. Non c’è solo, infatti, la volontà di rinviare a regime al 10 settembre gli appuntamenti fiscali in calendario ad agosto, ma un disegno più ampio che punta a una moratoria estiva su avvisi bonari, inviti al contraddittorio e richieste di documentazione da parte degli uffici del Fisco. Moratoria che va nella direzione di quanto già proposto dal presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti (Cndcec), Elbano de Nuccio nel tavolo con ministero dell’Economia e agenzia delle Entrate avviato la scorsa estate. In quella occasione, era stata espressa la preferenza per un periodo più ampio (da giugno ad agosto) senza le pressioni di atti impositivi o di compliance, in modo da consentire agli studi professionali di concentrare le attività sugli adempimenti contabili, dichiarativi e di versamento.

In sostanza si punta a un allargamento degli atti e del periodo interessato delle disposizioni già attualmente vigenti (articolo 7-quater, commi 15 e 16, del Dl 193/2016) che prevede la sospensione dal 1° agosto al 4 settembre dei termini sia per la trasmissione dei documenti e delle informazioni richiesti ai contribuenti dall’agenzia delle Entrate o da altri enti impositori (esclusi quelli relativi alle richieste effettuate nel corso delle attività di accesso, ispezione e verifica, ma anche delle procedure di rimborso ai fini Iva) e di quelli di 30 giorni per il pagamento delle somme dovute, rispettivamente, a seguito dei controlli automatici e dei controlli formali e della liquidazione delle imposte sui redditi assoggettati a tassazione separata.

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