Fisco, oggi la riforma in Cdm: ecco tutte le prossime tappe
L’iter parlamentare si potrebbe concludere prima della pausa estiva. Il governo si è dato 24 mesi per l’adozione dei decreti delegati
di Marco Mobili e Gianni Trovati
I punti chiave
4' di lettura
Con il via libera del Consiglio dei ministri si mette ufficialmente in moto la macchina che dovrà portare nell'arco dei prossimi due anni alla completa riscrittura del sistema fiscale. L’idea di riforma presentata dal governo Meloni, infatti, prevede un intervento di riduzione e razionalizzazione di tutti i tributi a partire dalla regina delle imposte come l’Irpef che da subito scenderà da quattro a tre aliquote per poi, nell’arco della legislatura, planare sulla Flat tax per tutti.
Le novità
La riforma prevede anche la riduzione dell’Ires per chi investe in nuovi beni e in occupazione, il taglio dell’Irap e la razionalizzazione dell’Iva. Ma anche nuove regole sull’accertamento e la depenalizzazione delle sanzioni per chi non ce la fa a pagare le tasse o per chi salda il conto, anche a rate, accordandosi con il Fisco prima di essere condannato per evasione fiscale.
Statuto del contribuente rafforzato
Sui principi cardine del sistema tributario la riforma prova a rivedere e rafforzare anche lo statuto dei diritti del contribuente dando maggiore forza all’obbligo di motivazione degli atti impositivi, valorizzando il principio del legittimo affidamento, semplificando gli interpelli che diventeranno a pagamento almeno per le questioni più rilevanti quali possono essere quelle sull'abuso del diritto. La riforma inoltre dirà addio al ruolo e alle cartelle consentendo ai debitori di poter saldare il conto a rate anche in 10 anni. Ma allo stesso tempo l’agente pubblico della riscossione si vedrà rafforzare i suoi poteri con la possibilità di ricorre in automatico al pignoramento presso terzi che tradotto nella pratica vuol dire pignorare le somme del contribuente direttamente sul suo conto corrente.
I tempi
Dopo il via libera del Cdm il disegno di legge delega dovrà fare altri due passaggi tecnici e procedurali allo stesso tempo. Uno alla conferenza unificata perché nello schema del Ddl si interviene anche sui tributi regionali e locali e poi spetterà al Capo dello Stato autorizzare la presentazione del disegno di legge alle Camere.
Da quel momento inizierà l'iter parlamentare che nelle intenzioni del governo dovrebbe chiudersi entro la fine del prossimo mese di maggio, ma più realisticamente potrà essere un successo incassare il via libera di Camera e Senato prima della classica pausa estiva a ridosso di Ferragosto. Una volta pubblicata la legge sulla Gazzetta Ufficiale si passerà alla cosiddetta fase due della riforma e certamente più delicata: l'attuazione.
Il governo si è dato 24 mesi per l'adozione dei decreti delegati dove i contribuenti potranno conoscere le nuove aliquote Irpef, o di quanto sarà ridotta l'Ires per le imprese, o ancora su quali beni e servizi l'Iva sarà più pesante o al contrario più leggera alla luce della riscrittura dei panieri.
Le coperture
Sarà la grande incognita della delega fiscale. Tutto infatti dipenderà dalle risorse che il governo riuscirà realmente a mettere in campo per trasformare un libro dei sogni in una relatà concreta che riduca le tasse come promesso e semplifichi il sistema. Gli schemi dei decreti legislativi dovranno essere tutti accompagnati da una relazione tecnica che indichi l'impatto sul gettito e, se necessario, anche l'impatto in termini di tributi degli enti territoriali e della relativa distribuzione territoriale. A questa si dovrà aggiungere anche la relazione sull'analisi di impatto della regolamentazione.
Il parere delle Camere in 30 giorni
Una volta trasmessi in Parlamento le Camere avranno trenta giorni di tempo per esprimere i pareri delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari. In caso di particolare complessità della materia o per il numero dei decreti legislativi da esaminare, è prevista la possibilità per le Commissioni di chiedere una proroga di venti giorni del termine per l'espressione del parere. Trascorso questo termine il decreto può essere comunque adottato.
I tempi supplementari per i pareri
Se il Governo non vuole adottare le osservazioni o le indicazioni formulate dalle Camere i testi dei decreti sono nuovamente trasmessi al Parlamento con le osservazioni del Governo ed eventuali modificazioni, corredate dei necessari elementi integrativi di informazione e motivazione, in modo da consentire a camera e Senato di svolgere la funzione di controllo e di indirizzo. I pareri definitivi delle Commissioni competenti per materia sono espressi entro dieci giorni dalla data della nuova trasmissione. Anche in questo caso trascorso il termine, i decreti potranno essere comunque adottati. Nel caso in cui invece i termini per l'espressione dei pareri parlamentari scadano nei trenta giorni che precedono la scadenza dei termini di delega, ovvero successivamente, i termini di delega sono prorogati di novanta giorni.
Prima di tutti i testi unici
La legge delega punta anche a riordinare la giungla delle disposizioni fiscali ormai disseminate in tutte o quasi le leggi dello Stato. Per questo prevede la realizzazione di nuovi testi unici per sistematizzare la disciplina fiscale. E in questo senso l’adozione dei nuovi testi e dei loro decreti delegati dovrà avvenire in 12 mesi e non in 24 come per gli altri decreti delegati così da consentire ai decreti attuativi adottati successivamente, di intervenire direttamente sui nuovi testi unici. Nel caso in cui una delega venga esercitata prima dell'adozione del testo unico di riferimento, si prevede che nella redazione dello stesso si tenga conto anche delle disposizioni fissati dai decreti legislativi.
loading...