Fisco, rinvio delle cartelle: verso la proroga di 2 mesi
Ai tavoli tecnici emersa l’ipotesi di ripresa delle notifiche dal 1° settembre, fissando il termine di versamento al 1° ottobre
di Marco Mobili e Giovanni Parente
I punti chiave
2' di lettura
Doppia ipotesi in campo per la proroga delle cartelle. Allo studio di Governo e Parlamento ci sono la possibilità di spostare in avanti di due mesi la sospensione dei termini di notifica (ora in scadenza il 30 giugno) a cui è collegata anche quella dei versamenti (da recuperare entro il 2 agosto) e una soluzione più strutturale per scaglionare i pagamenti in stand by per l'emergenza Covid ed evitare così lo “scalone” delle rate da saldare in un'unica soluzione. Un tema – quest'ultimo – su cui, durante il convegno del Sole 24 Ore sulla riforma fiscale di giovedì 10 giugno, la viceministra all'Economia, Laura Castelli, aveva anticipato il ragionamento in corso per «ammorbidire» le sedici rate in scadenza delle cartelle sospese ormai dal lockdown del marzo 2020.
Gli effetti sul calendario fiscale
Il calendario fiscale, quindi, è ancora tutto da (ri)scrivere. Oltre alla possibile proroga al 20 luglio degli acconti delle partite Iva destinata a essere imbarcata in un Dpcm visti i tempi ristretti (si veda Il Sole 24 Ore dell’11 giugno), la partita si sposta nella conversione del decreto Sostegni-bis, ora all'esame della Camera. E, come testimoniato dalle dichiarazioni e dalle iniziative dell'ala destra della maggioranza, il pressing sul Governo per un nuovo intervento mitigatore sul tema riscossione è destinato a salire.
Le proposte in campo
Tra gli emendamenti parlamentari depositati, in attesa di quelli segnalati, sono diverse le proposte per scavallare il periodo estivo ed estendere ulteriormente il blocco delle cartelle. Nei tavoli tecnici con i rappresentanti dell'amministrazione finanziaria si è discusso della possibilità di spostare in avanti il blocco di due mesi, facendo in questo modo scattare la ripresa delle notifiche dal 1° settembre e il termine di versamento al 1° ottobre. Ma si tratterebbe dell'ennesimo intervento ponte, che rischierebbe di far aumentare ulteriormente le rate da saldare in un'unica soluzione per chi aveva in corso o ha chiesto un piano di dilazione.
Per questo si punta a trovare la convergenza su una modifica che spalmi su un arco temporale che potrebbe arrivare fino a tre anni i pagamenti finora congelati. Naturalmente la decisione finale – così come per la proroga degli acconti delle partite Iva – spetterà al ministro dell'Economia, Daniele Franco, anche alla luce delle risorse che dovranno essere impegnate, visto che non si tratta di misure a costo zero.
Le nuove scadenze in caso di slittamento
Certo è che se si dovesse spostare in avanti di due mesi la sospensione delle cartelle sarebbe quasi automatico uno slittamento anche del termine per il versamento delle rate 2020 della pace fiscale (quattro per la rottamazione-ter e due per il saldo e stralcio). Il decreto Sostegni-1 ha, infatti, portato la scadenza al 31 luglio che, in realtà, per il gioco dei sabati e delle domeniche e dei cinque giorni di tolleranza arriverà fino al 9 agosto. Difficile quindi che, in presenza di un differimento per le cartelle rateizzate o meno, la deadline delle definizioni agevolate resti inalterata. Qualche proposta di correttivo sul punto in Parlamento c'è già, con un collegato effetto domino che sposterebbe in avanti anche la scadenza del 30 novembre per le rate 2021.
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