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Fitch strappa agli Usa la tripla A: ira di Yellen. Casa Bianca in disaccordo

L’agenzia taglia il rating degli Usa a AA+ da ’AAA’, con outlook stabile. La decisione riporta alla memoria il downgrade shock di S&P nel 2011

di Luca Veronese

(Ansa)

3' di lettura

Con una mossa a sorpresa l’agenzia Fitch ha deciso nella notte di tagliare a AA+ (con outlook stabile) il rating sugli Stati Uniti, togliendo così alla più grande economia mondiale il valore massimo di AAA. Nella sua valutazione Fitch indica «il peggioramento delle condizioni di bilancio nei prossimi tre anni» e «le soluzioni dell’ultimo minuto» e «le ripetute negoziazioni sul tetto del debito che minacciano la capacità del governo di fare fronte ai suoi impegni di spesa».

La mossa di Fitch ha provocato una furiosa reazione da parte dell’amministrazione di Joe Biden. Per la segretaria al Tesoro, Janet Yellen, la decisione di Fitch è «arbitraria» e «obsoleta», in quanto basata su informazioni datate. La Casa Bianca è «profondamente in disaccordo con la decisione di Fitch», ha affermato la portavoce Karine Jean-Pierre, sottolineando che il downgrade «sfida la realtà in un momento in cui il presidente Biden» ha favorito una ripresa tra le più robuste tra le maggiori economie. «È chiaro che l’estremismo dei repubblicani è una continua minaccia per la nostra economia», ha tuttavia aggiunto la Casa Bianca.

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Yellen: «L’economia degli Stati Uniti è solida»

«La decisione di Fitch non cambia ciò che gli americani, gli investitori e le persone di tutto il mondo già sanno: che i titoli del Tesoro rimangono l’asset sicuro e liquido preminente al mondo e che l’economia americana è fondamentalmente forte», ha affermato Yellen.

«Si tratta di una decisione bizzarra e infondata da prendere in questo momento», ha fatto sapere inoltre l’amministrazione, aggiungendo che, secondo le stesse analisi di Fitch, la governance degli Stati Uniti è migliorata durante la presidenza Biden. «La decisione di Fitch sfida semplicemente il buon senso, non ha senso tagliare ora il rating come risultato di quello che è stato davvero un disastro causato dall’ultima amministrazione e dalle azioni sconsiderate dei repubblicani del Congresso», ha detto un alto esponente del governo americano.

Fitch come S&P

Fitch aveva segnalato la possibilità di un downgrade già a maggio, poi aveva mantenuto una posizione di attesa a giugno quando la crisi del tetto del debito era stata risolta, dicendo tuttavia che avrebbe concluso la revisione nel terzo trimestre dell’anno. Ma i problemi legati al debito e la capacità di governo, anche con il Congresso spaccato tra il Senato a maggioranza democratica e la Camera a maggioranza repubblicana, sembravano dare solide garanzie in questa fase.

Con il downgrade, Fitch diventa la seconda grande agenzia di rating dopo Standard&Poor’s a togliere agli Stati Uniti la tripla A. Nel 2011 infatti, nel mezzo di un lungo scontro al Congresso sul tetto del debito americano, anche S&P aveva preso la decisione shock di tagliare il rating da AAA ad AA+. Moody’s è ora l’unica grande agenzia che al momento assegna agli Usa la massima valutazione.

Possibile recessione per gli Usa

Secondo Fitch al governo degli Stati Uniti manca, forse anche guardando alle elezioni del 2024, una strategia di bilancio di medio termine. L’agenzia di rating prevede inoltre una recessione per gli Usa nel quarto trimestre del 2023 e nel primo trimestre del 2024. Il Pil - stima Fitch - crescerà quest’anno dell’1,2%, in deciso rallentamento rispetto al +2,1% del 2022, per poi fermarsi al +0,5% nel 2024.

Yellen ha affermato che la decisione, che presuppone una recessione negli Stati Uniti quest’anno, ignora la resilienza dell’economia. «Oggi - ha detto la segretaria al Tesoro - il tasso di disoccupazione è vicino ai minimi storici, l’inflazione è scesa in modo significativo dalla scorsa estate e il rapporto sul Pil della scorsa settimana mostra che l’economia statunitense continua a crescere».

Fitch prevede anche un aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve in settembre. Ma sull’ulteriore rialzo la Banca centrale ha fatto capire che niente è ancora deciso e che tutto dipenderà - da qui a fine anno - dell’evoluzione degli indicatori sull’inflazione, sul mercati del lavoro e sul Pil.

Fitch stima comunque che il debito americano raggiungerà il 112,9% del Pil nel 2023, al di sopra dei livelli prepandemia, ed è proiettato verso il 118% del prodotto interno lordo entro il 2025, tre volte al di sopra della media del 39,3% dei Paesi con rating AAA. «Nel prossimo decennio gli elevati tassi di interesse e l’aumento del debito peseranno», e a questo si somma l’atteso aumento della spesa in seguito all’invecchiamento della popolazione e in mancanza di una riforma.

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