Pnrr, ok in commissione alla stretta sui controlli della Corte dei Conti
Il ministro Raffaele Fitto al question time in Senato ha detto che il controllo della Corte Conti sul Pnrr sarà ex post. Via libera delle commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera al decreto Pa che contiene l’emendamento del governo sulla stretta sul controllo concomitante della Corte dei Conti sui progetti legati al Pnrr e sulla proroga dello scudo erariale
di Andrea Gagliardi
I punti chiave
3' di lettura
Via libera delle commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera al decreto Pa che contiene l’emendamento del governo (giudicato ammissibile dal presidente della Camera Lorenzo Fontana) sulla stretta sul controllo concomitante della Corte dei Conti sui progetti legati al Pnrr e sulla proroga dello scudo erariale. Il provvedimento approda in Aula lunedì 5 giugno per la discussione generale.
«Relativamente al Pnrr la disciplina sul controllo della Corte dei Conti sui progetti del piano è regolato dall’art.7 del decreto legge 77 del 2021 approvato dal governo Draghi che affida alla magistratura contabile il controllo dei fondi del Pnrr nella modalità del controllo successivo sulla gestione e non nel controllo concomitante» ha spiegato il ministro Raffaele Fitto al question time in Senato ribadendo che il Governo non vuole limitare «le competenze e il ruolo della corte dei Conti»,ma anzi «vuole attuare una politica di coordinamento con l’amministrazione contabile».
Carlino (Corte Conti): controllo concomitante può accelerare Pnrr
Non la pensa allo stesso modo il presidente della Corte dei Conti Guido Carlino per il quale «Il controllo concomitante in corso di gestione ha un valore propulsivo» e «tende ad accelerare i tempi dell’azione» amministrativa. Lo ha detto rispondendo alle domande dei parlamentari e quindi potrebbe favorire l’accelerazione anche sulla gestione dei progetti Pnrr. Tuttavia, ha aggiunto Carlino «la Corte ha anche altri strumenti di controllo sul Pnrr». La magistratura contabile «si rimette» dunque «alla scelta del legislatore».
P.Chigi: tavolo con Corte conti su revisione controlli
A Palazzo Chigi si è svolto l’incontro tra governo e Corte dei Conti. In una nota diramata alla fine dell’incontro il Governo e la Corte dei Conti «colgono l’occasione del Pnrr per «innovare la collaborazione attraverso l’istituzione di un comune tavolo di lavoro, nella prospettiva di una revisione dei seguenti istituti: Disciplina della responsabilità erariale; Meccanismo del controllo concomitante; Adozione di un codice dei controlli». A tal fine, prendendo atto della contrarietà della Corte, già manifestata con gli esecutivi precedenti nel 2020 e nel 2021, sul cosiddetto ’scudo erariale’, «il Governo ribadisce la necessità della proroga fino al 30 giugno 2024, ma auspica e si impegna a un confronto con la Corte per l’elaborazione di una disciplina più aggiornata e stabile». Il tavolo comune tra Governo e Corte dei Conti sarà avviato già dalla settimana prossima.
No del governo a «invasioni di campo»
Il governo è intenzionato insomma ad andare per la sua strada, per una questione di «rispetto». Dei ruoli e delle funzioni. Perché non ci devono essere «invasioni di campo». L’esecutivo dopo giorni di polemiche, ha spiegato così la scelta di mettere un freno ai poteri di controllo della Corte dei Conti sul Pnrr. Poteri che saranno ridimensionati perché i magistrati contabili non potranno più operare il «controllo concomitante», cioè in corso d’opera, sui progetti del Piano.
La levata di scudi delle opposizioni
Una azione che poteva essere richiesta anche dal Parlamento che ora vede “depotenziate” le sue prerogative, con la levata di scudi delle opposizioni, che hanno chiesto l’intervento del presidente della Camera per fermare una operazione “scandalosa” e che “lede pesantemente gli equilibri tra poteri»
Revisione del Pnrr entro il 31 agosto
Fare “bene, velocemente ma non in fretta”, il mantra dell’esecutivo sintetizzato da Fitto, che ha comunque riunito ieri la cabina di regia e illustrato in conferenza stampa le linee generali del documento, oltre 160 pagine, in cui l’esecutivo conferma l’intenzione di chiedere una revisione del Pnrr entro il 31 agosto, avviando però già da metà giugno le interlocuzioni con gli uffici della commissione. «Si tratta di un lavoro estremamente delicato che il governo sta portando avanti con la massima attenzione e con grande responsabilità», ha scritto nella premessa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ribadendo che l’intenzione è quella di dare «piena attuazione» al Piano e di «mettere a terra» tutte le risorse.
Passaggi intermedi da rivedere
Ma è inevitabile, scrive il governo nella relazione, rivedere i passaggi intermedi ed eventualmente sostituire i progetti che si sono dimostrati irrealizzabili entro giugno 2026. Perché la guerra in Ucraina ha completamente modificato il quadro, i rincari, o l’assenza delle materie prime hanno rallentato i cantieri e il sistema ha ancora punti di “debolezza” soprattutto nella fase progettuale. Il processo di revisione, assicura comunque il governo, sarà portato avanti con un «proficuo confronto parlamentare, con l’intento di garantire la massima trasparenza nella rendicontazione dei risultati raggiunti»
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