Flat tax, Tria e Di Maio frenano Salvini
Il vicepremier Cinquestelle: il problema non è quando si fa la legge di bilancio, ma quando arrivano le coperture della flat tax. Io voglio abbassare le tasse iniziando dal taglio del cuneo fiscale. Il ministro dell'Economia: al Viminale iniziativa di partito
di Nicola Barone
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«Per me la manovra si può fare pure domani. Io voglio abbassare le tasse iniziando ad abbassare il cuneo fiscale. Se si vuole fare la flat tax ben venga, l’unica cosa che non ho visto ancora sono le coperture». Così il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, a margine dell'inaugurazione del nuovo Hub di Poste Italiane a Bologna torna sulla proposta fiscale della Lega. Precisando che «il tema non è quando si fa la legge di Bilancio» ma il modo con cui si finanzia la tassa piatta spinta dal Carroccio cui («per una volta») spetta l'onere di individuarlo.
Tria: «Sulla flat tax allo studio disegni alternativi»
Di «vari disegni alternativi» di flat tax o «riduzione delle aliquote in vario modo» parla il ministro dell'Economia Giovanni Tria rispondendo alle domande nelle commissioni Bilancio di Senato e Camera. «Sono allo studio del ministero già da luglio dell'anno scorso».
Dunque un doppio colpo all'indirizzo di Matteo Salvini dopo che già ieri dal premier Giuseppe Conte era arrivata una non proprio tenera reprimenda nei riguardi dell'iniziativa al Viminale. «Non voglio entrare nel merito della riunione perché, al di là della location, mi è apparso chiaramente un incontro fra un partito e le parti sociali in cui sono espresse le idee di quel partito. Questo è come io l'ho interpretata» aggiunge il ministro dell'Economia secondo cui i tempi della manovra «sono dettati normalmente dal semestre europeo e dalle leggi dello Stato. Stiamo lavorando alla manovra e si prendono in considerazione varie proposte».
Per soddisfare la richiesta contenuta nella risoluzione del Parlamento di rispettare gli obiettivi di finanza pubblica con «misure alternative» rispetto all'aumento dell'Iva, via XX Settembre è al lavoro «considerando la possibilità di ridurre o contenere la spesa corrente». Non con una «semplice» spending review sui ministeri ma per una revisione e razionalizzazione delle tax expenditure. C'è poi una «proiezione delle entrate fiscali che noi vediamo in aumento in senso strutturale». Il tutto senza toccare «settori critici» come la spesa sociale e i capitoli sanità e istruzione.
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Di Maio: «Pensiamo a legge di bilancio realistica»
«L'unica cosa che non voglio è che si tolga da una parte per mettere dall'altra», avverte Di Maio. «Io non sono affezionato agli 80 euro, ma quelli non erano soldi di Renzi - continua il vicepremier - quelli sono soldi degli italiani e se si dice ai cittadini "ti tolgo 80 euro" per fare la flat tax o peggio 'ti aumento l'Iva' per fare la flat tax, per me questo è inaccettabile».
Commento/ Coperture misteriose? Inutile discutere di Flat tax
«Noi – continua il vice premier Cinquestelle – stiamo pensando a una legge di bilancio di fine anno realistica, che abbassi le tasse e aumenti gli investimenti in Italia, ma non posso accettare che si dica che il salario minimo sia una proposta per chi non paga le tasse». Questo perché, osserva Di Maio, «chi guadagna 2,3,4 euro all'ora, le tasse le paga, ma è sfruttato, non è un lavoratore. Fare il salario minimo vuol dire aumentare anche la contribuzione».
«Resta il vincolo dei due mandati»
«Il vincolo dei due mandati resta. Stiamo discutendo solo di un mandato zero per i consiglieri comunali», mette in chiaro il leader pentastellato a margine dell'inaugurazione del nuovo Hub Logistico di Poste Italiane. Le «nuove regole» in via di approvazione consentiranno al Movimento «di poter partecipare alle regionali non più come unica lista contro delle ammucchiate di liste. Noi vogliamo mettere insieme i movimenti, i comitati, i gruppi civici con cui abbiamo lavorato in questi anni sui territori».
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