I film del fine settimana

«Flee», un imperdibile documentario animato

Il cinema impegnato è il grande protagonista della settimana in sala, con due film da non perdere: «Flee» di Jonas Poher Rasmussen e «Il male non esiste» di Mohammad Rasoulof.

di Andrea Chimento

«Flee» di Jonas Poher Rasmussen

2' di lettura

Il primo è un lungometraggio danese che potrebbe avere grandi soddisfazioni alla notte degli Oscar, dove si presenta con ben tre candidature: miglior film internazionale, miglior film d'animazione e miglior documentario.

Si tratta infatti di un documentario d'animazione (un “genere” che si vede piuttosto raramente) incentrato sulla storia di Amin, un uomo che in giovanissima età è fuggito da Kabul per trovare rifugio a Copenaghen. Oggi Amin ha un lavoro importante e sta per sposarsi con l’amore della sua vita, ma nasconde il suo passato di rifugiato: nessuno sa chi sia veramente, nemmeno il suo fidanzato. Per la prima volta dopo anni, però, Amin decide di rivelarsi e raccontare la storia della sua odissea giovanile al suo migliore amico, il regista di questa pellicola. Mescolando immagini di repertorio, riprese di Amin che rivela il suo passato e ricostruzioni dell'infanzia e dell'adolescenza del protagonista, «Flee» è un viaggio nella storia di un singolo, capace di rappresentare al meglio le vicende di tante altre persone come lui, costrette a fuggire dal proprio paese per potersi salvare dalla guerra.

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«Flee» di Jonas Poher Rasmussen

Un viaggio psicanalitico

Questo film è anche un percorso di autoanalisi, in cui ad ascoltare le parole del protagonista siamo noi spettatori, con una modalità simile a quella utilizzata in un altro significativo documentario animato: «Valzer con Bashir» di Ari Folman, con cui «Flee» ha diversi punti in comune.Realizzato con un'animazione tanto semplice quanto suggestiva, che cambia il tratto a seconda della situazione raccontata dal protagonista (nelle sequenze di fuga i personaggi sono molto meno definiti), «Flee» è un prodotto potentissimo, la cui visione è necessaria oggi più che mai.Notevole il passaggio tra immagini d'animazione e riprese dal vero, compresa l'ottima inquadratura finale che dà un significato molto profondo a un concetto in apparenza semplice come quello di “casa”.

«Il male non esiste» di Mohammad Rasoulof

Il male non esiste

Tra le novità in sala una menzione speciale anche all'iraniano «Il male non esiste», vincitore dell'Orso d'oro al Festival di Berlino del 2020.Il film è diretto da Mohammad Rasoulof, autore perseguitato dal governo del suo paese tanto che gli è stato impedito di viaggiare e di essere a Berlino due anni fa per presentare il suo lavoro.La trama è divisa in quattro storie, separate dal punto di vista narrativo ma collegate da tematiche e riflessioni intense, relative alle leggi del regime iraniano, alla pena di morte e a una serie di spunti esistenziali sul tema della libertà individuale all'interno di un paese che continua a sopprimerla.Un'opera realizzata in semi clandestinità, in cui Rasoulof racconta la “morte” della propria nazione attraverso una serie di spunti sulla pena capitale: l'operazione è fortemente sentita e ambiziosa, i contenuti sono di spessore e sono molti i collegamenti tra i dilemmi morali messi in scena e quelli legati alla carriera dello stesso regista. Gli episodi non sono tutti allo stesso livello e il coinvolgimento non si mantiene sempre alto durante i 150 minuti di durata, ma questo film resta un lavoro importante, capace di nascondere le difficoltà in fase di lavorazione con una buona confezione artistica e un'efficace direzione dei tanti attori in scena. Un film da vedere, che rimane impresso a lungo al termine della visione.

«Il male non esiste» di Mohammad Rasoulof


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