Fnm è fuori dal sistema di controllo della Regione
di Sara Monaci
2' di lettura
E se con un emendamento alla legge di bilancio regionale si è deciso dell’incorporazione di Explora dentro Aria, con un altro emendamento si è fatto uscire Fnm (Ferrovie Nord Milano) dal sistema delle società partecipate regionali, il Sireg. La norma è di un mese fa, e non è stata oggetto di grande dibattito. Si era schierata contro l’opposizione di centro sinistra, che ha commentato come «Fnn venga sottratta al controllo della Regione, che non potrà esercitare poteri ispettivi, oltre a non avere neppure un rappresentante negli organismi di controllo societario. E intanto Trenord ottiene un rinnovo senza gara del contratto», ha detto il democratico Pietro Bussolati.
L’esclusione dal Sireg è dovuta, secondo la maggioranza, al fatto che si tratta di una società per azioni quotata in Borsa (tecnicamente è una holding di più società operative, tra cui Trenord) e per questo deve avere un’autonomia gestionale. Il senso di questa decisione si può ravvisare nella contradizione in cui vivono le società pubbliche e contemporaneamente quotate. Devono infatti seguire il controllo della Consob, che impone di non violare la legge di riservatezza sulle comunicazioni agli azionisti e di mettere tutti gli azionisti sullo stesso piano. Ma devono anche essere sottoposte alle normative sui controlli anticorruzione regionali, che nel caso della Lombardia sono effettuati dall’Orac. Se l’Orac tuttavia visionasse prima degli altri azionisti i documenti, commetterebbe un’irregolarità rispetto alle normative Consob. Ragione per cui è sembrato più lineare dare a Fnm la ”patente” di semplice quotata, con atti di indirizzo che non vengono più presi dalla Regione Lombardia ma all’interno del suo cda.
La Regione ha spiegato che «la società dovrà trasmettere al Consiglio Regionale una relazione sull’andamento della gestione e sui risultati ottenuti nel periodo di riferimento contestualmente alla comunicazione al mercato degli stessi dati».
La ragione della scelta dipende dalle modifiche subite, spiega la Regione, dal quadro normativo applicabile alle società pubbliche intervenute negli ultimi anni e che ha riguardato anche il sistema degli enti regionali.
La nota della Regione evidenzia comunque che rimarranno «fermi, garantiti e impregiudicati i poteri attribuiti dalla legge al socio di controllo (o comunque di maggioranza) ovvero: i poteri attribuiti dal codice civile; i poteri relativi alla nomina degli organi sociali e in materia di remunerazione; i poteri di attivismo in sede assembleare con la possibilità di chiedere e ottenere l’integrazione dell’elenco delle materie all’ordine del giorno e/o l’integrazione delle proposte di deliberazione, oltre alla facoltà di presentare domande».
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