Foibe, Mattarella: «Il ricordo diventi seme di pace e di crescita civile». Ed è polemica sulla nota dell’Istruzione
La scelta di Gorizia e Nova Gorica - congiuntamente Capitale della Cultura europea 2025 - dimostra l’importanza che la memoria delle oppressioni disumane del passato sia divenuta ora strada dell'amicizia
di Nicoletta Cottone
I punti chiave
2' di lettura
«ll Giorno del Ricordo richiama la Repubblica al raccoglimento e alla solidarietà con i familiari e i discendenti di quanti vennero uccisi con crudeltà e gettati nelle foibe, degli italiani strappati alle loro case e costretti all'esodo, di tutti coloro che al confine orientale dovettero pagare i costi umani più alti agli orrori della Seconda guerra mondiale e al suo prolungamento nella persecuzione, nel nazionalismo violento, nel totalitarismo oppressivo». Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una dichiarazione in occasione del Giorno del ricordo.
Conservare la memoria della tragedia degli istriani
«È un impegno di civiltà conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli istriani, dei fiumani, dei dalmati e degli altri italiani che avevano radici in quelle terre, così ricche di cultura e storia e così macchiate di sangue innocente. I sopravvissuti e gli esuli, insieme alle loro famiglie, hanno tardato a veder riconosciuta la verità delle loro sofferenze. Una ferita che si è aggiunta alle altre», ha sottolineato il capo dello Stato. «La sciagurata guerra voluta dal fascismo e l'occupazione nazista - ha sottolineato Mattarella - furono seguite, per questi italiani, da ostilità, repressione, terrore, esecuzioni sommarie aggravando l'orribile succedersi di crimini contro l'umanità di cui è testimone il Novecento. Crimini che le genti e le terre del confine orientale hanno vissuto con drammatica intensità, generando scie di risentimento e incomprensione che a lungo hanno segnato le relazioni tra popoli vicini».
Il ricordo diventi seme di pace e di crescita civile
«L'Europa nata dalla pace e il dialogo ravvivato dall'affermazione delle democrazie hanno aperto e sviluppato una strada nuova. Queste memorie hanno guadagnato rispetto, dignità, ascolto. Sono storia vissuta, monito e responsabilità per il futuro», ha ricordato il capo dello Stato. «Il ricordo, anche il più doloroso, anche quello che trae origine dal male, può diventare seme di pace e di crescita civile. Questo è l'impegno di cui negli ultimi anni il nostro Paese si è reso protagonista insieme alla Slovenia e alla Croazia per fare delle zone di confine una terra di incontro e prosperità, di collaborazione, di speranza. La scelta di Gorizia e Nova Gorica - ha ricordato il presidente della Repubblica - che saranno congiuntamente Capitale della Cultura europea 2025, dimostra quanto importante sia per l’intera Unione che la memoria delle oppressioni disumane del passato sia divenuta ora strada dell'amicizia, della comprensione, del primato della dignità delle persone, nel rispetto delle diversità e dei diritti».
Bianchi: «Errore paragonare tragedie, genera dolore»
Intanto sulla nota sulla giornata del Ricordo del ministero della Pubblica Istruzione, firmata dal capo dipartimento Stefano Versari - che effettua una inaccettabile sorta di parificazione tra la Shoah e le foibe - scoppia la polemica, alla quale risponde il ministro Bianchi in persona per scusarsi. «Ogni dramma ha la sua unicità, va ricordato nella sua specificità e non va confrontato con altri, con il rischio di generare altro dolore», ha sottolineato il ministro Bianchi, in merito alla nota amministrativa emanata del Dipartimento per l’Istruzione in occasione del “Giorno del Ricordo”. Il ministro ha telefonato alla presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, e al presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, Gianfranco Pagliarulo, ricordando che il ministro e il ministero sono da sempre fortemente impegnati, e continueranno a esserlo, nella memoria della Shoah.
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