Fondazione Crc, nuove risorse per il territorio
All'ingresso nell'orbita di Intesa Sanpaolo che ha fruttato 25 milioni si aggiunge il risparmio fiscale di 6 milioni grazie allo sconto del 50% sull'Ires
di Filomena Greco
3' di lettura
Un piano industriale che guarda alla ricerca e alla valorizzazione dei talenti e che ha potuto contare su una crescita delle risorse per il territorio aumentate da quasi 25 a 38 milioni, un record nella storia della fondazione cuneese. Ezio Raviola è il nuovo presidente della Fondazione Crc da poche settimane dopo un lungo periodo di reggenza. «Oggi viviamo un momento finanziario positivo grazie alle scelte fatte con l’amico Giandomenico Genta» è la sua prima valutazione.
La festa per i trent’anni
L’anniversario dei primi trent’anni di vita della Fondazione Crc – festeggiato con una grande festa a Cuneo con Andrea Bocelli e Matteo Romano con oltre 3mila persone – cade in una fase economica nuova e positiva grazie a due fattori principali: l’ingresso nell’orbita di Intesa Sanpaolo, che ha fruttato dividendi per 25 milioni di euro, e il risparmio fiscale da 6 milioni ottenuto grazie allo sconto del 50% sull’imponibile Ires in vigore dal 2021 sulle erogazioni. Dal 2016, come soci di BreBanca arrivavano nelle tasche della Fondazione 2,5 milioni di euro, con il passaggio ad Ubi e poi a Intesa la cifra si è moltiplicata per 10 con un impatto importante su ricavi – 55 milioni l’anno scorso – e patrimonio, aumentato a 1,7 miliardi.
Talenti al centro
La generazione delle idee è il “marchio” del piano di sviluppo 2021-2024 focalizzato su quattro driver – talento, ambiente, cultura e inclusione sociale – con al centro la risorsa dei giovani. La prossima tappa sarà l’inaugurazione del Rondò dei Talenti in estate, nel centro della città, frutto di un intervento di riqualificazione di un edificio vuoto da anni e che sarà aperto a iniziative nel campo della formazione e della cultura. La cura dell’ambiente poi resta al centro di «Spazzamondo» edizione 2022, il 4 giugno, che sarà aperta quest’anno anche alle scuole, con oltre 200 comuni coinvolti e la possibilità per i ragazzi che daranno il loro contributo di partecipare all’iniziativa messa in campo da Fondazione insieme al Festival musicale delle Langhe, Collisioni. La Fondazione ha finanziato inoltre per i suoi trent’anni 15 progetti destinati a 15 comuni più piccoli dell’area con una dotazione di 100mila euro per interventi di riqualicazione che saranno inaugurati durante l’anno.
Il dossier fusioni
La fusione con la Fondazione di Bra, avvenuta nel 2019, è stata la prima in Italia. Oggi per il nuovo presidente della Fondazione Crc il dossier relativo al consolidamento con le altre fondazioni del territorio – quattro quelle attive in provincia di Cuneo, oltre a Crc, Savigliano, Saluzzo e Fossano– resta un tema assolutamente strategico. «Chiederemo al Governo attraverso l’Acri, l’Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio, di agevolare le fusioni attraverso la detassazione, introducendo cioé un meccanismo fiscale favorevole rispetto alle fusioni societarie» ricostruisce il presidente Raviola. Per la fusione con Bra, ad esempio, «abbiamo versato una tassazione pari quasi ad un milione di euro, il 3% del valore delle fondazioni stesse, una somma che supera il valore delle erogazioni degli ultimi anni da parte della Fondazione più piccola, è un meccanismo che non ha senso» conclude.
Sarebbe bello poter dialogare con le altre Fondazioni, aggiunge il presidente Raviola, «perché un’unica fondazione farebbe crescere l’intero territorio. In trent’anni di vita abbiamo investito oltre 600 milioni di risorse a favore di 35mila iniziative ma il nostro Statuto è legato a quattro comuni di riferimento, Cuneo, Alba, Mondovì e Bra, noi vorremmo però poter lavorare sull’intera provincia. Il caso di Bra, dove le erogazioni si sono moltiplicate per cinque dopo la fusione, dimostra che unire le forze migliora la capacità di intervento». Un sogno che aveva il vecchio presidente Genta, «che noi proveremo a realizzare» aggiunge. Già oggi Fondazione Crc collabora con le altre fondazioni e cofinanzia progetti su altri territori della provincia Granda. Da questa esperienza prenderà spunto il futuro sviluppo del dossier sulle fusioni nel Cuneese.
Gli strumenti in campo sono il dialogo, la collaborazione, il rispetto delle prerogative delle fondazioni minori. E la prospettiva per agevolare il processo e vincere le possibili resistenze verso la fusione potrebbe essere quella di utilizzare lo strumento della Fondazione di comunità, tra le prime in Italia, una sorta di federazione tra fondazioni che resterebbero formalmente autonome ma che potrebbero programmare e agire in maniera integrata sul territorio. Sarebbe importante però fare un primo passo in questa direzione, anche perché avere fondazioni piccole con costi di gestione sostanzialmente superiori o pari alle erogazioni limita le capacità di azione sui territori.
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