Fondazione Roma riparte dalla governance con 22 nuovi soci
Arriva in cda Piero Colonna come vice presidente. Il 2022 anno horribilis per i mercati non ha risparmiato gli enti bancari del Lazio
di Gerardo Graziola
4' di lettura
Il 2022, anno horribilis per i mercati finanziari, non ha risparmiato i bilanci degli investitori istituzionali come le Fondazioni bancarie del Lazio: dalla più grande, la Fondazione Roma, la sesta italiana per patrimonio, alla più piccola, la Fondazione di Viterbo. Una carrellata dei bilanci dello scorso anno permette di scattare una ‘fotografia' sugli aspetti finanziari, tralasciando ma non dimenticando l'importante ruolo sociale che questi enti non profit svolgono con i loro finanziamenti a fondo perduto laddove lo Stato non arriva, in particolare nella sanità e nell'assistenza ai più fragili. La Fondazione Roma ha trovato nuova linfa dopo anni difficili. All'inizio di luglio si è “risvegliata”, rinnovando la governance. Una commissione ha infatti nominato 22 nuovi soci nell'organo consultivo, l'assemblea dei soci, dopo anni senza innesti. I soci, per ragioni naturali, erano rimasti in poco più di 50. Ingressi di personalità, (tra i quali l’ex numero uno di Cdp Salvatore Rebecchini) in grado di supportare l'azione dell'ente guidato da Franco Parasassi che può contare anche su un nuovo innesto in cda. Si tratta di uno dei soci vitalizi dell'ente romano, Piero Colonna, esperto di finanza, che ha sostituito il generale dei Carabinieri Carlo Alfiero. Colonna è stato nominato vice presidente. Il rinnovo degli organi segna una discontinuità rispetto al passato dell'ente romano, per oltre vent'anni sotto l'influenza del “dominus” Emmanuele Emanuale, oggi presidente onorario. Emanuele è anche presidente della Fondazione Terzo Pilastro, ente filiazione della Fondazione Roma, che negli anni ha beneficiato di un fiume carsico di risorse e oggi si ritrova con una “dote” di circa 70 milioni. La Fondazione Terzo Pilastro ha la peculiarità di non essere sottoposta allo scrutinio del ministero di via XX Settembre, autorità che vigila, con occhio benevolo, solo sulle Fondazioni di origine bancaria (l'ultimo rapporto al Parlamento è fermo ai bilanci 2020). Fondazione Roma ha chiuso l'esercizio 2022 con un avanzo netto di 3,9 milioni (86,5 mln nel 2021). Il patrimonio netto è di 1.582 milioni. La gran parte delle risorse patrimoniali è gestita tramite Fondaco Lux con un fondo lussemburghese (Sif) diversificato. Il valore di bilancio è di 1.546 milioni. Dal bilancio emerge la “spina nel fianco”: la partecipazione in Sator Private Equity Fund, fondo finito in liquidazione nel marzo del 2022. L’impegno della Fondazione era stato di 50 milioni, deciso sotto la gestione Emanuele, in stretti rapporti con il fondatore del Fondo, il banchiere Matteo Arpe. Lo scorso anno è stato svalutato ulteriormente per 1 milione che si aggiunge ai 15 degli anni precedenti. La Fondazione ha recuperato in tutto 21,4 milioni. In bilancio c'è un valore residuo del fondo Sator di 5milioni, destinato presumibilmente ad essere azzerato. L'ente di palazzo Sciarra scrive nel bilancio di aver chiesto «senza esito» al liquidatore del Fondo Sator una stima del patrimonio di liquidazione e «si riserva di operare ulteriori svalutazioni». La Fondazione Roma ha poi una partecipazione in UniCredit (pari allo 0,13% del capitale della banca) che ha fruttato l'anno scorso una cedola di 1,5 milioni. L'Ente di via Minghetti l'anno scorso ha contabilizzato oneri di funzionamento pari a 13,1 milioni. Agli organi vanno oltre 1,3 milioni, livello nettamente superiore, prassi che sembra consolidata, rispetto ad altre big del settore.
Fondazione CariCiv. La fondazione Cassa di Civitavecchia, presieduta da Gabriella Saracco ha chiuso il bilancio con un avanzo di 1,73 milioni (335mila euro l'anno precedente) sul quale ha avuto un impatto positivo un provento straordinario di 1,85 milioni. Si tratta del «rimborso di una truffa», citazione letterale dal bilancio 2022. Somme attese da sette anni. La truffa, perpetrata da due broker di una società svizzera, ha ottenuto un parziale ristoro grazie alla condanna di un tribunale svizzero. La fondazione ha altri contenziosi aperti presso il Tribunale di Vaduz, in Lussemburgo. Il patrimonio netto è in lieve crescita a 46,68 milioni.
Fondazione Varrone Rieti. La Fondazione Varrone di Rieti, guidata dal neo presidente Mario Trilli, ha un patrimonio netto di 108 milioni. Il bilancio 2022 mostra un disavanzo di 4 milioni per la scelta del cda di valutare gli strumenti di mercato a valore di mercato e non al valore di iscrizione in bilancio (deroga consentita dalla legge). L'anno precedente si era chiuso con un avanzo di 4 milioni. Tra le partecipazioni la quota in Cdp Reti (10 milioni) e Banca d'Italia (15 milioni). La gran parte delle risorse è affidata a Nextam partners Sim che gestisce circa 69,5 milioni.
FNC. La Fondazione Nazionale delle Comunicazioni, presieduta da Giovanni Cogo, con un patrimonio netto di 69,2 milioni, ha realizzato un avanzo di 2 milioni l'anno scorso (5,1 milioni nel 2021). All'inizio dell'esercizio, si legge in bilancio, ha acquistato azioni Generali per 3,7 milioni. Dopo la chiusura del 2022 altri acquisti, con un'esposizione ora pari a 4,2 milioni. L'adesione all'opa di Atlantia ha generato liquidità per 2,3 milioni, reimpiegata su azioni Telecom ed Enel. La palazzina di via di Villa Albani, sede dell'ente nato dalla separazione con la Banca nazionale delle Comunicazioni, ha un valore di 5,4 milioni. In bilancio la curiosità della quota (30% del capitale) in Patrimonio DLF, società che gestisce i beni immobili, in locazione e in proprietà di FS dedicati al dopolavoro dei ferrovieri. La Fondazione riceve un indennizzo (242mila euro l'anno scorso) come ristoro del divieto di cessione delle azioni della partecipata.
Fondazione CariViterbo. È la più piccola nel Lazio, con un patrimonio di 45,8 milioni. In bilancio quote in Cdp e Banca d'Italia. L'anno scorso ha chiuso con un avanzo di 335 mila euro. Una parte del patrimonio, 28 milioni, è affidato a uno strumento finanziario di risparmio amministrato “conto 179” di Nextam Sgr dove nel corso del 2021 ha trasferito liquidità per 25 milioni a seguito della ‘bocciatura' (chiusura delle gestioni) affidate in precedenza a Banca Profilo sgr e Eurizon sgr.
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