In tre anni

Fondazione Sardegna sull’innovazione sfida da 60 milioni

I progetti di finanziamento sono destinati a una pluralità di settori ma puntano a sostenere in particolare i processi di rinnovamento economico, sociale e culturale

di Davide Madeddu

Il palazzo della Fondazione Sardegna

3' di lettura

Uno sguardo ai territori, con interventi per 60 milioni di euro da erogare nell’arco di tre anni. Ma anche partecipazioni tra banche Cdp e fondi di investimento. Il tutto con un’attenzione particolare all’innovazione.

Non c’è solo la finanza e il mondo bancario nella galassia della Fondazione di Sardegna, soggetto che annovera tra le partecipazioni strategiche una significativa presenza in Cassa Depositi e Prestiti (1,611%) e nel gruppo Bper dove, in seguito alla recente operazione sul capitale del Banco di Sardegna, detiene una partecipazione pari al 10,6 per cento (e la possibilità di arrivare sopra al 15 per cento nel caso di conversione del prestito obbligazionario convertibile sottoscritto in occasione della stessa operazione). Oltre che nel fondo di investimenti F2i.

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Da tempo il simbolo della Fondazione Sardegna certifica il sostegno a una pluralità di iniziative che spaziano dall’arte alla cultura, continuando con il volontariato, filantropia e beneficenza, ricerca scientifica e tecnologica, salute pubblica e medicina preventiva e riabilitativa, sviluppo locale e edilizia popolare locale, educazione, istruzione e formazione. E l’innovazione.

«Da tre anni e mezzo è stato cambiato il nome da Fondazione Banco di Sardegna in Fondazione di Sardegna - dice Carlo Mannoni, direttore generale da poco più di quattro anni - perché la sua mission è ampia e si concentra nell’attività di sostegno e promozione dello sviluppo sociale ed economico della Sardegna nell’ambito dei settori di intervento individuati e nel rispetto dei principi stabiliti dal Codice etico e perseguendo sempre scopi di utilità sociale».

A guidarla Antonello Cabras, 70 anni, ingegnere con un passato da presidente della Regione (dal 1991 al 1994), sottosegretario per il commercio estero con i Governi Prodi e D’Alema e senatore oltre che primo segretario del Partito democratico nell’isola. Proprio la gestione Cabras ha segnato quella che è stata definita una sorta di svolta della Fondazione verso l’innovazione.

«Non dimentichiamo che il presidente Cabras contribuì ormai quasi trent’anni fa da presidente della Regione alla fase di avvio e sviluppo del CRS4 (il centro ricerche scientifiche) - chiarisce il direttore, che ha un passato da alto dirigente nella prima azienda di telecomunicazioni della Sardegna - ponendo le basi per quello sguardo al futuro e all’innovazione che ha caratterizzato l’isola».Non a caso la nuova sfida che parte dalla Fondazione riguarderà proprio Innois, acronimo di “innovazione idee per la Sardegna” e, argomenta il direttore, «si occuperà di supportare e promuovere l’ecosistema dell’innovazione in Sardegna al quale la Fondazione già contribuisce con importanti investimenti nel venture capital e con il supporto a numerosi progetti innovativi e di ricerca, andando ad aggiungersi e a integrare le attività già intessere nei vari settori di intervento».

Grazie alle partecipazioni strategiche e a un patrimonio complessivo che si aggira intorno a 1,2 miliardi di euro a valori di mercato - «un aspetto che la rende un unicum al sud e tra le prime 10 fondazioni di origine bancaria a livello nazionale» - la Fondazione di Sardegna per il prossimo triennio ha preventivato interventi per complessivi 60 milioni di euro.

«Le risorse sono erogate per un 60 per cento attraverso bandi, per un altro 40 per cento attraverso una serie di convenzioni con i comuni e le principali istituzioni culturali della regione – precisa Mannoni – e, sia chiaro, non ci sono soldi a pioggia e neppure cifre che possano essere messe in competizione con quelle della Regione ,ma sostegno a progetti validi con risorse che vengono erogate in tempi rapidi grazie alla natura privatistica del nostro istituto».

Collaborazioni che riguardano le università di Cagliari e Sassari, su progetti di ricerca scientifica, il sostegno ai teatri e i comuni. Nei suoi primi 25 anni di attività, dalla Fondazione sono stati trasferite ai territori risorse per 220 milioni di euro. Nella galassia della Fondazione c’è la partecipazione in Cassa depositi e prestiti, dove è il primo socio nel gruppo delle Fondazioni che detengono complessivamente il 16% circa del capitale.

«La nostra logica è quella di un investimento di sistema che può avere impatti significativi sul nostro territorio. Insieme alle altre Fondazioni abbiamo alcuni diritti di governance - come la nomina del presidente - e massima attenzione alla tutela del patrimonio. Siamo quindi impegnati a favorire una gestione virtuosa ma non siamo coinvolti operativamente nella gestione – argomenta il direttore – per noi la partecipazione in Cdp è soprattutto un buon investimento considerato che negli ultimi anni ha rappresentato oltre il 40 per cento della nostra redditività annua».

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