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Fondi pensione: salgono le adesioni ma rendimenti in picchiata

Sulla previdenza integrative le ricadute dei mercati finanziari nei primi sei mesi dell'anno: dall'ultimo monitoraggio della Covip emerge che il rendimento è sceso dell'8,3% per i fondi negoziali, del 9,7% per quelli aperti e del 10,5% per i Pip “nuovi”. Ma le «posizioni in essere» sono salite a 10 milioni

di Marco Rogari

(adrian_ilie825 - Fotolia)

2' di lettura

Aumentano ancora le adesioni, salite a 10 milioni, ma per la previdenza integrativa il primo semestre 2022 è quasi da dimenticare. Il calo dei mercati azionari e obbligazionari e il rialzo dei tassi di interesse, dovuti in gran parte alle ricadute della corsa senza freni dell'inflazione alimentata dalla crisi energetica e dal conflitto russo-ucraino, ha acuito le sofferenze anche sui rendimenti dei fondi pensione, che già si erano manifestate nei primi tre mesi dell'anno.

L‘ultimo monitoraggio della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip) evidenzia come nel periodo gennaio-giugno 2022, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, i rendimenti siano risultati negativi dell'8,3% per i fondi negoziali e del 9,7% nei fondi aperti. In discesa anche quelli dei Piani individuali pensionistici (Pip) di ramo III: -10,3 per cento. Per le gestioni separate di ramo I, che, ricorda la Covip, contabilizzano le attività a costo storico e non a valori di mercato e i cui rendimenti dipendono in larga parte dalle cedole incassate sui titoli detenuti, il risultato è stato marginalmente positivo: 0,5 per cento.

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Nel dossier dell'Authority, guidata da Mario Padula, si segnala che analizzando l'andamento del risparmio previdenziale nell'arco di tempo che va dal 2021 al mese di giugno di quest'anno i rendimenti medi annui restano comunque positivi: +3,1% per i fondi negoziali, +3,4% per quelli aperti e +3,7% per i Pip di ramo III, mentre sono pari al 2,1% i prodotti di ramo I. Nello stesso periodo la rivalutazione del Tfr è stata del 2,2 per cento.A questa performance tutt'altro che positiva, collegata in gran parte al peggioramento del quadro macroeconomico, fa da contraltare la crescita delle adesioni alla previdenza integrativa.

La Covip fa notare che alla fine di giugno del 2022 le posizioni in essere presso le forme pensionistiche complementari hanno raggiunto quota 10 milioni>>, con un incremento di 280mila unità (+2,9%) rispetto alla fine dello scorso anno. A queste posizioni, che includono anche quelle di chi aderisce contemporaneamente a più forme, corrisponde un totale di circa 9 milioni di iscritti. E a registrare la lievitazione maggiore sono i fondi negoziali con una crescita di 194mila adesioni (+5,6%) per un totale a fine giugno di 3,651 milioni. Anche i contributi incassati dalle forme integrative, che hanno raggiunto i 6,2 miliardi, risultano in leggera salita: 266 milioni di euro in più (+4,5%) sul corrispondente periodo del 2021.

Calano invece le risorse destinate alle prestazioni: alla fine del primo semestre 2022 si sono fermate a 207 miliardi, con una diminuzione, per effetto delle perdite in conto capitale determinate dall'andamento dei mercati finanziari, di circa 5,6 miliardi rispetto a dicembre del 2021. La Covip indica che nei fondi negoziali l'attivo netto è di 63 miliardi di euro, mentre ammonta a 27 miliardi nei fondi aperti e a 43,7 miliardi nei Pip “nuovi”.

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