LA PRIMA MOSSA DEL CONTE BIS

Fondi spostati dall’accoglienza ai rimpatri, ecco cosa contesta il governo al Friuli Venezia Giulia

A giugno 2018 la giunta leghista Fedriga ha cancellato una serie di interventi destinati a servizi territoriali, accoglienza, inserimento abitativo, istruzione, educazione, intercultura e formazione professionale per un totale di 1.153.518 euro. Allo stesso tempo ha finanziato con 50mila euro quelli promossi nell’ambito del rientro volontario assistito

di Andrea Carli

Migranti, schiaffo governo a Salvini: cdm impugna legge Fvg

3' di lettura

Il primissimo Consiglio dei ministri del Conte bis a trazione M5S-Pd ha esordito entrando a gamba tesa su una legge del Friuli Venezia Giulia del luglio di quest’anno (numero 9). Una legge che prevede disposizioni per gli immigrati (anche). Su proposta del ministro per gli Affari regionali e le autononomie Francesco Boccia, infatti, lo Stato ha deciso si impugnarla. Il motivo? Alcune disposizioni in materia di immigrazione, si legge in una nota di Palazzo Chigi, «appaiono discriminatorie».

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La decisione della giunta Fedriga da poco insediata
L’attenzione del governo è caduta, in particolare, sull’articolo 45, che modifica una legge regionale precedente, la numero 31 del 2015 (“Norme per l’integrazione sociale delle persone straniere immigrate”). La legge non fa altro che fornire una copertura normativa a un provvedimento che la giunta Fedriga, di colore leghista, ha preso a giugno 2018, a un mese dal suo insediamento. In quei giorni, su proposta dell’assessore alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti, la giunta ha cancellato una serie di interventi, previsti dalla giunta precedente (Serracchiani, Pd), destinati a servizi territoriali, accoglienza, inserimento abitativo, istruzione, educazione, intercultura e formazione professionale per un totale di 1.153.518 euro. Allo stesso tempo ha deciso di finanziare con 50mila euro quelli promossi nell’ambito del rientro volontario assistito. «Abbiamo ritoccato un piano immigrazione che ci siamo ritrovati e che prevedeva lo stanziamento di risorse per oltre 8 milioni di euro - ha spiegato allora Roberti -. Riteniamo che, in linea con quanto espresso dal governatore nelle dichiarazioni programmatiche, bisogna cominciare a tagliare queste spese per ridistribuire opportunamente risorse ai cittadini».

Spunta un comma
La legge regionale dello scorso luglio, impugnata dal governo, ha modificato una norma del 2015, inserendo un comma che così recita: «La Regione, nell’ambito di accordi con le autorità precedenti, sostiene interventi per il rimpatrio delle persone straniere immigrate colpite da provvedimenti di espulsione. L’iniziativa di cui al presente comma può essere attivata accedendo ai findi che nel programma annuale sono destinati all’intervento denominato “Misure per favorire i rimpatri”». Ora il Governo M5S-Pd, con un Dem nel ruolo di ministro per gli Affari regionali e le autonomie, fa scattare lo stop alla legge del Friuli Venezia Giulia.

Il governatore della Lombardia Fontana: «Brutto segnale»
In un’intervista a La Stampa, il governatore della Lombardia Attilio Fontana, anche lui come Fedriga leghista, mette nel mirino la scelta del nuovo esecutivo. «Diciamo che se il buongiorno si vede dal mattino - afferma - il primo atto di questo nuovo governo che blocca una legge regionale del Friuli, regione per giunta autonoma, non mi sembra incoraggiante per le autonomie. Vedremo che cosa accadrà, ma non sono molto entusiasta». L’istruttoria, ha fatto presente il neo ministro Boccia, è stata avviata dalla leghista Erika Stefani, ministra degli Affari regionali e delle Autonomie nel precedente governo giallo verde. Immediata la replica di Fedriga: «Queste - ha detto - sono le menzogne del Partito democratico che si deve arrampicare sugli specchi, come è avvenuto in questo anno e mezzo di governo». Sui rilievi del Consiglio dei ministri, il governatore leghista ha ribadito che il Friuli Venezia Giulia è nel giusto. Il braccio di ferro tra governo M5S-Pd è solo alle prime battute.

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