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Fondi Ue, nessuna frode e Bruxelles sblocca i pagamenti per la Calabria

Dai controlli a tappeto in tutti i cantieri dei progetti infrastrutturali per il valore di 150 milioni non è emersa alcuna frode, solo poche irregolarità amministrative del tutto fisiologiche. Rallentata l'attuazione del programma nel 2019

di Giuseppe Chiellino

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3' di lettura

La Commissione europea ha sbloccato i pagamenti per il Programma operativo della Calabria che gestisce i fondi europei del Fesr e del Fse (Por Fesr-Fse). La notizia era nell'aria ed è stata ufficializzata giovedì a Trieste, a margine dell'incontro annuale tra Commissione, Regioni, Agenzia e Governo. I responsabili dell'audit della Dg Regio hanno ritenuto sufficienti i controlli e le misure adottati dalla regione dopo che a febbraio scorso avevano interrotto i pagamenti per circa 150 milioni di euro di spese certificate nel 2018 e avevano chiesto il controllo a tappeto di tutti i progetti infrastrutturali inseriti nel Por 2014-2020, con verifiche reali in tutti i cantieri.
Dalla verifica - spiegano fonti europee - non sono emerse frodi ma solo poche irregolarità, per circa una dozzina di milioni di euro su un valore complessivo dei progetti verificati di 150 milioni. Si tratta di opere incompatibili con i requisiti richiesti dal programma operativo regionale cofinanziato dalla Ue, perciò sono state escluse dal Por e finanziate con fondi nazionali i cui paletti sono diversi. Nel Por sono stati inseriti altri progetti, anch'essi oggetto del monitoraggio a tappeto effettuato dalla regione, e compatibili con gli obiettivi e le regole per l'utilizzo dei fondi europei.

“Un lavoro immane” frutto di uno sforzo organizzativo enorme per una Regione che negli anni scorsi si era staccata a fatica dalla scomoda posizione di fanalino di coda nell'utilizzo dei fondi europei. Da qui a fine anno si capirà quanto questa verifica così pesante, “ma anche comprensibile”, ha condizionato la gestione ordinaria del programma e della spesa dei fondi nel 2019.

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L'origine del blocco e un metodo che funziona.
L'interruzione dei pagamenti era stata decisa nei primi mesi del 2019, per “ragioni prudenziali”, dopo un'inchiesta della Dda di Catanzaro sugli appalti di alcune opere pubbliche in provincia di Cosenza, cofinanziate dal Por. I risultati delle verifiche, che hanno consentito di ridurre il tasso di errore intorno all'1,5%, secondo i funzionari regionali “hanno dimostrato che il sistema di controllo della regione sul Por sostanzialmente funziona”, anche se nella lettera di revoca la Commissione ha chiesto “alcuni miglioramenti”. Da qui la riflessione, come in altri casi, che i controlli applicati al Por possono essere considerati un benchmark anche nella gestione di risorse regionali e nazionali che non comportano cofinanziamenti Ue. Un messaggio a chi troppo spesso e forse frettolosamente associa i fondi europei alla frode.

La soddisfazione di Oliverio e la “premialità”.
Soddisfatto per “la piena conferma della correttezza ed efficacia nella gestione dei finanziamenti e nei progetti del Por” il governatore regionale, Mario Oliverio che in una nota ha ricordato anche i 142,7 milioni di euro riconosciuti nei mesi scorsi dalla Commissione Ue alla Calabria come “riserva di premialità grazie alle ottime performance del programma”.

Resta lontana la soluzione per la Sicilia.
Risolta la questione del Por Calabria, resta quella più intricata del programma Fesr Sicilia: 160 milioni di “progetti coerenti” inseriti nella rendicontazione del 2018 ma contestati da Bruxelles. L'importo riguarda per la quasi totalità il raddoppio della linea ferroviaria Palermo-Carini che la regione avrebbe poi ricollocato fuori dal perimetro del Por. I pagamenti rimangono interrotti e la soluzione non sembra a portata di mano.

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