ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùL’iniziativa Safe

Fondi Ue, dal riassetto dei programmi 1,5 miliardi al bonus elettrico per le famiglie

La Nadef delinea l’operazione: si attinge a 12 Programmi 2014-2020

di Carmine Fotina

(senadesign - stock.adobe.com)

2' di lettura

Dai programmi dei fondi Ue in ritardo al bonus elettrico. La Nadef certifica che un miliardo e mezzo di euro cambia destinazione, con un’operazione che va oltre il mero trasferimento contabile. Perché è un altro segnale - dopo i 550 milioni girati al Fondo di garanzia Pmi con un decreto Mimit - della corsa a salvare entro la scadenza di fine anno risorse europee che non sono state ancora rendicontate, mettendole a copertura di misure ad alto tasso di spesa.

È proprio il caso del bonus sociale per la fornitura di energia elettrica destinato alle famiglie con Isee inferiore a 15mila euro. La Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza spiega che sono 12 i programmi operativi della programmazione europea 2014-2020, di cui 5 nazionali, da cui si attingerà e che «sono in corso le procedure formali di modifica». L’ammontare complessivo delle risorse da riprogrammare - è poi specificato nel documento preparato dal ministero dell’Economia - «è pari ad oltre 1,6 miliardi, di cui circa 1,5 miliardi destinati al finanziamento della misura nazionale “Bonus sociale elettrico”, a sostegno delle famiglie in condizioni di disagio economico». Per trasferire questi fondi, il governo sfrutta l’iniziativa Safe, prevista dal regolamento europeo che ha istituito il RepowerEu. Agli Stati membri è consentito di utilizzare fino al 10% dei fondi strutturali 2014-2020 non spesi per fornire un sostegno diretto alle famiglie vulnerabili e alle Pmi sul fronte dei costi energetici.

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Regolamento europeo flessibile

La flessibilità del regolamento permette la retroattività della spesa ammissibile e per questo il governo dovrebbe essere in grado di usare le risorse Ue per sostituire coperture nazionali, liberando un ammontare corrispondente per futuri interventi.

La riprogrammazione riguarda alcuni dei programmi su cui ministeri e regioni hanno registrato maggiori ritardi. In alcuni casi, oltre ai fondi strutturali Fesr e Fse, i programmi hanno goduto anche del fondo supplementare React-Eu che Bruxelles aveva varato per affrontare l’emergenza Covid-19.

Già diversi mesi fa era partita l’istruttoria. Il primo schema di lavoro era stato infatti discusso nel corso della riunione annuale di riesame dei Programmi 2014-2020 con i rappresentanti della Commissione Ue e quelli delle Autorità italiane di gestione (si veda Il Sole 24 Ore del 23 aprile). La prima stima, di 750 milioni da girare al bonus elettrico, è stata ampiamente superata fino a raddoppiare, come certificato nella Nadef.

Coinvolti programmi regionali e nazionali

In occasione della riunione era emersa anche la prima lista dei programmi interessati al taglio a favore del bonus elettrico: i Pon ministeriali Città metropolitane, Ricerca, Inclusione, Cultura e sviluppo e Governance e i Por (programmi operativi regionali) di Calabria, Basilicata, Campania, Liguria, Lombardia, Marche, Sicilia.

L’imperativo di migliorare le performance di spesa dei fondi Ue, spiega la Nadef, ha portato anche a finanziare nel decreto Sud 2.200 assunzioni con contratti di lavoro a tempo indeterminato per rafforzare sia la capacità amministrativa delle Regioni del Mezzogiorno e soprattutto dei Comuni (fino a 2.129 unità) sia l’attività del Dipartimento politiche di coesione (fino a 71 unità).

«L’obiettivo - aggiunge il governo nel documento trasmesso al Parlamento - è di dotare queste istituzioni delle competenze necessarie per accelerare la realizzazione dei progetti e aumentarne la capacità di spesa del 20 per cento rispetto alla precedente programmazione».

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