Anche autonomi e partite Iva potranno aderire al fondo pensione del terziario
Le fonti istitutive di Font.Te. hanno allargato la possibilità di iscriversi a chi altrimenti sarebbe costretto ad aderire ai più costosi strumenti di mercato
di Marco Abatecola (*)
I punti chiave
4' di lettura
Il dibattito sui fabbisogni previdenziali, attuali e futuri, è spesso incentrato sulle caratteristiche tipiche del lavoro dipendente, dimenticando gli oltre quattro milioni di iscritti alla Gestione Separata ed alle Gestioni del Lavoro Autonomo Inps che - senza contare gli iscritti alle casse professionali - formano ormai una parte importante del sistema economico italiano. Ciò è fondamentale alla luce del patto generazionale che è alla base del nostro sistema previdenziale (basti pensare che, ad esempio, il rapporto attivi/pensionati nella Gestione Commercianti è superiore alla media di sistema).
Inoltre, se l'integrazione sempre più stretta tra primo e secondo pilastro previdenziale è certamente una necessità per i lavoratori dipendenti attuali, per i quali il tasso di sostituzione (rapporto tra reddito medio e pensione media) si attesta già oggi intorno al 60%, lo è ancor più per queste figure – lavoratori autonomi e professionisti – che attualmente registrano un rapporto tra reddito e pensione media sensibilmente più basso e di poco superiore al 50%.
Risparmio difficile per gli autonomi
Nonostante questo, su poco più di nove milioni di posizioni in essere tra le diverse forme pensionistiche complementari a fine 2020, appena 2,6 milioni sono riferibili al lavoro autonomo e alle professioni per neanche il 28% del totale. Se nel caso del mondo del lavoro dipendente i motivi di un non soddisfacente grado di adesione alla previdenza complementare sono abbastanza evidenti – scarsa cultura previdenziale (e finanziaria), poca informazione, funzione del Tfr, incertezze del mercato del lavoro ecc. – nel caso del lavoro indipendente si aggiungono difficoltà di accantonamento ulteriori, dovute sia ad una contribuzione di primo pilastro totalmente a carico dei soggetti che all'andamento stesso delle attività economiche.
Tanto più in una fase incerta come quella che attualmente viviamo, in particolar modo nel settore del terziario di mercato, con un 2020 che vede una riduzione del saldo complessivo del numero di imprese di circa 300mila unità - e di 200mila lavoratori autonomi - secondo le ultime stime dell'Ufficio Studi Confcommercio. Eppure, proprio in un momento come questo era importante mettere a disposizione di questi imprenditori, professionisti e lavoratori autonomi uno strumento che non solo fosse in grado di offrire una soluzione efficiente di previdenza complementare, a costi estremamente ridotti rispetto ai prodotti individuali fino ad oggi disponibili, ma che rappresentasse anche un efficace strumento di risparmio le cui diverse opzioni potessero essere utili non solo al momento del pensionamento ma anche – se necessario – nel corso di particolari momenti legati alle specifiche attività economiche.
L’allargamento dei criteri di adesione
Facendo quindi leva sull'esigenza di massimizzare i vantaggi connessi agli strumenti della bilateralità già previsti nel settore, si è sì scelto di istituire una forma pensionistica di natura collettiva da destinare ai lavoratori autonomi e liberi professionisti - rispondendo in tal modo alle esigenze previdenziali dell'intera platea dei soggetti rappresentati – ma di farlo prevedendo che lo strumento per l'attuazione di tale forma non fosse però un nuovo Fondo ma il Fondo Fon.Te. (Fondo Pensione Complementare per i dipendenti da aziende del terziario (commercio, turismo e servizi) che diventerebbe così un vero e proprio fondo di sistema del terziario, sfruttando le economie di scala già raggiunte e creando nuove potenziali sinergie grazie all'ampliamento del bacino dei destinatari, possibile anche in forza dello stimolo reciproco delle adesioni tra imprenditori e lavoratori iscritti al medesimo fondo pensione.
L’accordo negoziale
Così, a seguito della condivisione del progetto e dei passaggi necessari per la sua migliore attuazione, lo scorso 10 marzo le Parti istitutive del Fondo – Confcommercio – Imprese per l'Italia, Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs - hanno pertanto firmato l'accordo necessario all'ampliamento della platea dei potenziali destinatari di Fon.Te. avviando così formalmente il percorso – per il seguito, ovviamente, di competenza degli organi del Fondo che dovranno operare le necessarie modifiche statutarie - volto a rendere operativa la previdenza complementare di sistema anche a beneficio dei lavoratori autonomi e professionisti operanti nei settori rappresentati.
Una volta completato il percorso - con l'approvazione del nuovo Statuto da parte dell'autorità di vigilanza e dell'assemblea - potranno così aderire ad un fondo che già oggi, con i suoi oltre 235mila aderenti (cresciuti anche in un anno difficile come il 2020) ed oltre 4 miliardi di Andp, è tra i più importanti in Italia, anche tutti quegli imprenditori e lavoratori indipendenti che applicano od operano nell'ambito dei contratti sottoscritti da Confcommercio e dalle proprie articolazioni di settore e categoria che già individuano in Fon.Te. il fondo pensione di riferimento per l'attuazione della previdenza complementare di settore.
D'altra parte, in questi mesi Fon.Te. ha avviato una profonda opera di rafforzamento della propria struttura, con investimenti importanti sia in termini di risorse che di infrastrutture tecnologiche, per garantire una gestione amministrativa ed un rapporto con gli aderenti sempre più adeguato alle sfide attuali e future. Grazie a questo lavoro il fondo è oggi pienamente in grado di far fronte all'atteso incremento delle adesioni che proverranno per effetto del progetto intrapreso, anche grazie al pieno coinvolgimento di tutte le associazioni territoriali di Confcommercio e degli enti e strutture collegate del sistema.
Educazione previdenziale
Proprio per questo – e prima ancora dell'avvio della campagna di comunicazione cui verrà data vita una volta che sarà completato il percorso per rendere pienamente operativo il progetto - verrà in questi mesi avviata una fase di formazione rivolta a tutti gli operatori coinvolti così che siano in grado non solo di dare le corrette informazioni sull'offerta prevista da Fon.Te. ma anche di stimolare la formazione e diffusione di una più compiuta cultura e educazione alla previdenza complementare, sia tra i lavoratori autonomi che tra i lavoratori dipendenti, dando auspicabilmente impulso ad una nuova fase che veda sempre più Fon.Te. al centro di un sistema di welfare di secondo pilastro capace di rispondere ai nuovi bisogni di una platea in continua evoluzione.
(*) Responsabile Settore Welfare Pubblico e Privato Confcommercio – Imprese per l'Italia
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