Fonti rinnovabili 100%, obiettivo 2021 per i cartoncini di Reno de’ Medici (Rdm)
Il gruppo utilizzerà solo energia pulita negli stabilimenti nazionali ed è pronta a replicare la strategia all’estero. Il settore carta tra i più energy intensive
di Daniela Russo
I punti chiave
3' di lettura
Entro la fine del 2021, RDM Group, primo produttore in Italia di cartoncino patinato a base riciclata, utilizzerà negli stabilimenti nazionali energia elettrica proveniente solo da fonti rinnovabili. È il risultato di una politica di efficientamento energetico avviata nel luglio 2020 e pronta per essere replicata presso le sedi estere. Tra le imprese del comparto manifatturiero, quelle della carta sono considerate tra le più energy intensive sia per quanto riguarda l’utilizzo dell’energia elettrica sia per quello del gas naturale. Aziende che spesso si caratterizzano per la lavorazione e produzione di materiale riciclato ma che, allo stesso tempo, sono affamate di energia.
I numeri del settore carta in Italia
L’efficientamento energetico, quindi, è la sfida principale per un comparto che, per Assocarta, in Italia conta 119 imprese per un totale di 19.100 addetti, 153 stabilimenti e un fatturato 2019 pari a 7,26 miliardi di euro. Secondo i dati dell’ultimo Rapporto Ambientale dell’industria cartaria italiana (2020) realizzato da Assocarta e Legambiente, «per quanto riguarda la produzione di carta o cartone, a partire da fibra vergine sono necessari da circa 500 a 1300 kWh/t elettrici e da circa 1300 kWh/t a 3000 kWh/t di calore; a partire dal macero, il fabbisogno di energia elettrica varia da circa 900 kWh/t a circa 1500 kWh/t, mentre il fabbisogno di energia termica da circa 1100 kWh/t a circa 2300 kWh/t. […]Sul campione Assocarta – che non include imprese del settore stampa – la riduzione dei consumi energetici (per il periodo 1995-2019) è stata […] pari a circa il 30%». L’efficientamento energetico rappresenta dunque una priorità per l’intera industria.
Energia green per Reno de Medici al 2021
RDM Group, a partire dalla seconda metà dello scorso anno, ha avviato un programma di acquisto di energia elettrica a zero emissioni in tutte le cartiere Italiane (Santa Giustina, Villa Santa Lucia e Ovaro) e nel centro di taglio Magenta. Un percorso che, proseguendo nel 2021, porterà all’acquisto entro fine anno di energia elettrica prodotta al 100% da fonte rinnovabile (solare, eolica e idroelettrica) e certificata secondo gli standard comunitari dall’agenzia italiana per i servizi energetici (GSE).
«Il piano di efficientamento energetico di RDM Group ha previsto la sostituzione, ove possibile, dei combustibili fossili con fonti rinnovabili, estesa anche ai fornitori esterni di energia – spiega Fabio Invernizzi, group energy manager RDM Group –. Questo processo è stato intrapreso su base volontaria a partire dagli stabilimenti italiani da luglio 2020, in quanto il mercato energetico nazionale consente la scelta del fornitore di energia elettrica che produce da fonti rinnovabili».
RDM Group si propone di ridurre le emissioni, incluse quelle indirette conseguenti dall’utilizzo della quota di energia elettrica prelevata dalla rete elettrica nazionale. Un impegno in linea con il core business e la storia dell’azienda italiana: «L’attenzione all’ambiente è nel nostro dna, produciamo cartoncino per imballaggio proveniente da fonti riciclate e il nostro obiettivo è dare nuova vita ai materiali generalmente considerati scarti ma che noi consideriamo risorsa, il tutto in linea con i principi dell'economia circolare – commenta Michele Bianchi, amministratore delegato di RDM Group –. Per far ciò siamo molto attenti alle certificazioni. Nei prossimi anni ci proponiamo di investire nell’uso di idrogeno come fonte energetica».
Obiettivo green anche per le sedi estere
Il gruppo, al raggiungimento di questo importante risultato, si propone di replicare il piano – secondo le dovute specifiche locali – anche presso gli stabilimenti esteri. Il programma di efficientamento energetico, infatti, interessa anche le cartiere europee. «Stiamo investendo per ottenere risultati importanti da un punto di vista energetico anche presso gli stabilimenti esteri, nell’ambito delle direttive quadro Ue e dei contesti nazionali – aggiunge Bianchi –. In Germania valutiamo di dismettere l’uso del carbone sostituendolo con gas o energia elettrica, mentre in Francia ragioniamo su biomasse e scarti della lavorazione. Per la cartiera spagnola, invece, puntiamo a ridurre le dimensioni dell’attuale impianto di cogenerazione, il tutto in un’ottica di maggiori efficienze di utilizzo delle risorse».
L’attenzione al tema dell’energia e, più in generale, alla sostenibilità caratterizza diversi aspetti della vita del gruppo guidato da Bianchi, tanto da diventare pilastro delle operazioni di M&A in corso, «che ci vedono in fase di finalizzazione dell’acquisizione di una cartiera che produce carta riciclata in Spagna e della vendita di un altro stabilimento che adopera fibra vergine in Francia», conclude Invernizzi.
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