
Alla conclusione del "The Official Opening Night", ieri sera, Helmut Köcher ha dichiarato aperta la XXVIesima edizione del Merano Wine Festival, senza ombra di dubbio l'evento più importante, Vinitaly a parte, dedicato al mondo del vino in Italia.
Da oggi a lunedì 13 novembre l'appuntamento è al Kurhaus di Merano con Wine Italia, oltre 800 vini italiani protagonisti, un percorso fra le varie aree ed i differenti territori vinicoli da nord a sud.
Nella sala Czerny (nome dell’architetto che progettò il Kurhaus, nel 1874), è ospitata invece Wine International con oltre 250 vini dalla Spagna all’Argentina, dal Libano al Sud Africa, dall’Austria alla Crimea.
Sono oltre 450 le case vitivinicole che partecipano all'edizione 2017 del Merano Wine Festival.
Gran chiusura martedì 14 novembre con Catwalk Champagne, una "sfilata" nella Kursaal Merano di alcune fra le migliori Maisons de Champagne.
Come ogni anno molte le Masterclass in programma, degustazioni guidate di eccellenze enologiche nazionali e internazionali all’Hotel Terme Merano, il cui ricavato andrà in beneficenza: voglio ricordare quella di domenica alle ore 17.00, che condurrò io, dedicata allo Sfursat 5Stelle della Nino Negri, con tutte le annate dispari dal 1997 in poi.
In contemporanea, dal 10 al 14 novembre, lungo la “Passer Promenade”, la famosa passeggiata a fianco del fiume Passirio e amata dalla principessa Sissi, avrà luogo GourmetArena con l’accurata selezione di prodotti tipici nazionali ed internazionali.
Cooking Farm sarà invece il fulcro della Chef Arena: tutti i giorni importanti chef di livello internazionale si confronteranno con le contadine altoatesine, depositarie della cultura culinaria locale.
Facciamo però un passo indietro: da alcuni anni in realtà il Merano Wine festival inizia non di sabato ma di venerdì, dedicando la giornata ai vini biologici, biodinamici, naturali, PIWI (varietà resistenti alle malattie fungine) e per la prima volta agli orange wine.
Ieri erano 104 le aziende presenti, provenienti un po' da tutta Italia, con l'aggiunta di una austriaca.
Di seguito qualche breve segnalazione su alcuni dei vini che ho assaggiato
Le Sette Aje – Sicilia
Giovane azienda delle sorelle Cannata, supportate dal papà, per anni tecnico di Donnafugata.
Propongono un interessante grillo in purezza, il Cadunnaschi Terre Siciliane IGT 2016.
Cantina Aldeno – Trentino
Una delle più valide cantine sociali della regione, ben guidata dall'enologo Walter Webber, tradizionalmente vocata al Merlot, negli ultimi anni sempre più sorprendente con i suoi Metodi Classici, a Merano ha proposto 2 vini della linea Biovegan, il Moscato Giallo e lo Chardonnay, entrambi del 2016.
Opera02 di Cà Montanari – Emilia Romagna
Circa 70.000 le bottiglie prodotte ogni anno da questa azienda di Castelvetro di Modena. Degno di nota, anche per l'originalità dell'interpretazione, il Malbo d'Opera Emilia Rosso IGP, ottenuto dal vitigno Malbo Gentile.
Perla del Garda – Lombardia
L'azienda di Giovanna Prandini, che si avvale come enologo di Cesare Ferrari, da diversi anni si presenta come una delle realtà più dinamiche di un'area di grandissimo successo quale è il Lugana. Interessantissimo il Bio Lugana DOP 2016 portato a Merano, fresco, minerale ed elegante.
La Piotta - Lombardia
Azienda dell'Oltrepò Pavese, di proprietà della famiglia Padroggi, dove fratelli e cugini lavorano insieme in perfetta armonia, propone a Merano l'89/90 Bianco 2015, a base di Rieling Renano e Chardonnay: da non perdere.
Di Majo Norante – Molise
L'azienda, che per la parte enologica si avvale della consulenza di Riccardo Cottarella, è un esempio di quello che può dare l'Aglianico in Molise. Ottimo il Molise Aglianico Bio 2014
Marchesi De' Cordano – Abruzzo
Francesco D'Onofrio, ed il suo enologo Vittorio Festa, sono grandi sperimentatori, val sempre la pena andarli a trovare. A Merano sono presenti con il Santinumi Montepulciano d'Abruzzo 2011, caratterizzato dall'uso sapiente del legno.
Il Borro – Toscana
E' l'azienda della famiglia Ferragamo, con Stefano Chioccioli come enologo. Decisamente da assaggiare il Petruna 2015, Sangiovese in purezza fatto in anfora.
Chiudo con la segnalazione di 4 aziende siciliane, a dimostrazione di come l'isola sia in grandissima crescita relativamente ai suoi vinicoli
Palmento Costanzo
Azienda dell'Etna giovane e dinamica, guidata dall'affascinante Valeria. Ottimo l'Etna rosso. Stanno ragionando su un progetto di metodo classico: ho assaggiato quelle che dovrebbero essere le loro basi spumante e spero che seguano il mio consiglio e ci provino!
Avide Vigneti e Cantine
Siamo nel ragusano, a Comiso. Notevole il loro Terre Siciliane Bianco Riflessi di Sole 2014, a base d'Insolia. Molto interessante la loro idea di metodo classico a base di Frappato.
Tenuta Bastonaca
Sempre nel ragusano, ma a Vittoria, l'azienda della simpaticissima Silvana è un'ottima interprete del Grillo. Qui a Merano sono presenti con 2 rossi: in particolare voglio segnalare Sud 2015, ottenuto da Nero d'Avola, Grenache e Tannat.
Cantina Alessandro di Camporeale
Ci spostiamo nel palermitano: Alessandro Benedetto, enologo e proprietario, si distingue con il suo Catarratto, Vigna di Mandranova 2016, e con il Syrah.
Facciamo però un ulteriore passo indietro, torniamo a giovedì 9 novembre, quando si è tenuto ai Giardini di Castel Trauttmansdorff di Merano il convegno Naturae&Purae, sui vini del futuro, ragionando su vini naturali e bio, su sostenibilità ricerca. Ideatori e curatori Helmuth Köcher ed Angelo Carrillo, hanno chiesto ai relatori di rispondere al quesito “Quo Vadis? Food & Wine, the future is natural?”. Gli interventi sono stati di Attilio Scienza (Cisgenetica), Luca D’Attoma (vini bio e biodinamici), Loacker (vini biodinamici), Werner Morandell (Piwi), Angiolino Maule (vini naturali). Sul tema delle fermentazioni alimentari è intervenuto l’esperto Carlo Nesler.
In ognuno degli interventi si è cercato innanzitutto di ben definire le caratteristiche dei vari ambiti di questo mondo, ricordando giustamente che se è vero che è in costante crescita, sia per numeri che per interesse dei media, ancora oggi il fatturato del settore è assolutamente marginale (meno dell'1% nella GDO).
Si è parlato molto della ricerca, dei vini ricavati da vitigni Piwi (ovvero vini derivanti dai nuovi genomi viticoli ottenuti dall’incrocio di viti resistenti alle malattie fungine), e delle varietà di vitigni autoimmunizzate ottenute attraverso selezioni genetiche.
E proprio su queste tematiche, nella parte finale del convegno, l'ambiente è diventato frizzante, per non dire movimentato, con la totale diffidenza dei produttori verso il mondo della genetica e delle sue ricerche, ottimamente rappresentato dal professor Scienza, che è arrivato a sua volta, sicuramente con una voluta provocazione intellettuale, a dichiarare che "...i vini naturali non esistono".
Spero che ci sia presto una seconda puntata di questo convegno, magari strutturata sotto forma di botta e risposta tra rappresentanti del mondo biologico, biodinamico, naturale e rappresentanti del mondo scientifico e della ricerca genetica.
Voglio chiudere ricordando che Merano ha anche un fuori festival molto interessante, tra cui spiccano gli eventi serali organizzati dalle cantine della zona, che colgono spesso l'occasione per proporre i loro nuovi vini.
In particolare giovedì 9 alla cantina di San Michele Appiano, diretta da uno dei più bravi enologi europei, Hans Terzer, è stata presentata la nuova annata di Appius, il 2013
E' ottenuto da uve Chardonnay (55%), Sauvignon (25%), Pinot Grigio e Pinot Bianco.
Fermenta in botti di legno, per poi maturare per un anno in barrique e tonneaux e per tre anni in tini di acciaio prima dell’imbottigliamento.
Di colore giallo dorato, ha un bouquet ampio ed intenso, con sentori di frutta esotica, bucce di agrumi ed anche pasticceria e spezie dolci. Grande potenziale d'invecchiamento, è prodotto in 5.000 bottiglie e si potrà trovare in enoteca tra i 110 e i 130 €.
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